E quindi uscimmo a riparlare d'arte

Un autunno che ripone speranza nella Bellezza

19^ edizione di Ville aperte in Brianza e già due mostre nei nuovissimi spazi espositivi ISAL

 

Ville aperte in Brianza. 1

ISAL: mostre e una rivista da collezione. 1

Comunicato stampa. 2

Intervista a Claudio Granaroli 2

Visitare la mostra La "svolta" 3

Galleria fotografica. 4

 

Ville aperte in Brianza

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”.

Così Dante Alighieri e così la diciannovesima edizione di Ville aperte in Brianza, l'evento della Provincia di Monza e Brianza che propone visite guidate nelle dimore storiche, accompagnate da una ricca messe di manifestazioni.

Dante oblige non solo perché il 2021 vede il 700° anniversario della morte del “sommo poeta”, ma perché tutti noi abbiamo bisogno di riporre fiducia in un avvenire di pandemia debellata. La lunga clausura, conseguente l’infuriare del coronavirus, ci ha fiaccati nel corpo e nello spirito, privandoci della libertà di movimento e della Bellezza delle arti fruite dal vivo. Ora che possiamo ricominciare a contattarci de visu anche attraverso l’arte, presenziando a eventi (pur nel rispetto delle regole di sicurezza imposte dallo stato di emergenza sanitaria), la citazione dall’Inferno dantesco, che ha dato il titolo all'edizione 2021 di Ville aperte in Brianza, appare più che mai significativa e, soprattutto, umana.

ISAL: mostre e una rivista da collezione

Claudio Granaroli davanti a una sua opera in mostra.

© Foto Ferdinando Zanzottera.

È in questa direzione che leggo la prima parte del titolo di una personale, organizzata dall'ISAL, Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda con sede a Cesano Maderno (MB), nei suoi nuovissimi spazi espositivi (25 settembre - 17 ottobre 2021): La "svolta": tele e acrilici di Claudio Granaroli.

Spazi inaugurati due settimane prima con la mostra Arte “bandita”: dal furto dimostrativo di Pacchioni agli ultimi bandi di concorso. Fumetti e disegni di Andrea Pogliani (11-19 settembre 2021). Protagonista un giovane e originale disegnatore che ha illustrato l’ultimo saggio di Ferdinando Zanzottera dedicato al furto dimostrativo di un quadro di Van Eyck, compiuto dal soprintendente Guglielmo Pacchioni nel 1933. Esposte erano non solo le tavole illustrative ma anche opere che hanno partecipato e vinto concorsi.

Particolarmente significativo l'avvicendamento di Pogliani e di Granaroli, che ha la pregnanza della giovane promessa accostata a un maestro: un punto di partenza e un punto d'arrivo, in mezzo ai quali lasceranno impronte i tanti artisti che ISAL ha in serbo per chi ritiene imprescindibile frequentare l'arte.

Se con Pogliani si sono inaugurati i nuovi spazi espositivi, con Granaroli prende il via un’edizione a tiratura limitata della Rivista dell'Istituto per la storia dell'ARTE LOMBARDA. Accanto all’edizione tradizionale, a partire dal n. 32 di quest'anno, una ventina di copie, numerate, recherà una copertina speciale, "talvolta ancorata alla tradizione pittorica, talaltra spinta verso soluzioni creative nuove e innovative", si legge sulla Rivista stessa. E ancora: "Questi numeri, a disposizione di collezionisti, bibliofili e cultori del bello, intendono promuovere la Cultura artistica e la Cultura editoriale, fondendo insieme pittura, scultura, grafica e la polisemia propria dell’espressività polimaterica."

L'intervento di Granaroli, che ha reso speciale la copertina del n. 32, è consistito nel dipingere direttamente su di essa, che raffigura un particolare del suo trittico Petrolio, oggi esposto nel "Cortile del lucernario" della Facoltà di Lettere dell’Università di Siviglia e di firmare la quarta di copertina.

Comunicato stampa

Per scaricare il comunicato stampa (114 KB) fare clic qui.

Intervista a Claudio Granaroli

Il maestro, milanese di nascita e artista di fama internazionale, mi intrattiene in una chiacchierata dove protagonista non è l’ego ma la sua assenza. Lo comunica bene Sebastiano Vassalli, del resto, quando afferma che per Granaroli non conta “produrre clamore e denaro” sibbene “vivere, in silenzio, un'emozione di bellezza senza mettersi in posa per l'eternità, senza apparire e senza trafficare”.

Con uno sguardo velato da un leggero stupore, che sembra prendere le distanze dalla gazzarra del mondo, Granaroli è quieto nell’ascoltare e parco nel rispondere. Di questo si compone la sua cifra umana che sostanzia quella stilistica.

Esposta nello spazio ISAL, oltre a manifesti, cataloghi e plaquette, è una serie di tele e acrilici che rappresentano - come l’artista mi spiegherà - massi rotolanti: dipinti informali su grande scala in cui colori freddi e caldi parlano fra loro in un dialogo sbalzato da uno sfondo bianco. Della ragione di queste scelte domando al mio interlocutore.

Lei privilegia il grande formato. Come mai?

È una mia caratteristica. Non ricuso le dimensioni molto ridotte, ma è su grande scala che mi esprimo sulla libertà. Libertà significa anche lasciar agire il colore facendolo cadere dall’alto e non potrei se disponessi la tela in verticale anziché adagiarla sul pavimento.

Entriamo nel significato delle opere esposte.

Si tratta di massi rotolanti, ma l’interpretazione è pure un’altra: il nostro pianeta che, con tutti i suoi contenuti, rotola nello spazio. E, nella sua corsa, incontra ostacoli e contrapposizioni rappresentati da quei segni laterali.

Il suo messaggio si collega al tema dell’ambiente, dei cambiamenti climatici?

Sì, anche a questo drammatico tema. Il pianeta che rotola è la nostra stessa vita che rotola: perché c’è connessione fra macrocosmo e microcosmo.

Una cosa mi colpisce. Ponendo mente all’immagine di massi rovinanti (a maggior ragione se uno di essi è la terra), potremmo essere rimandati a una visione a tinte cupe, mentre il suo messaggio coloristico è ben diverso. Forse esso ha a che fare con la libertà di cui parlava prima?

Be’, la gioiosità del segno e dei colori è innegabile perché appartiene alla mia natura. C’è sempre un fondo ottimistico, un messaggio che rappresenta una sferza. Quindi, sì, libertà e ottimismo sono due tratti leggibili nei miei quadri.

Nelle sue opere i temi sono spesso reiterati. Non parlo solo di quelle esposte qui: penso ad esempio alle serie I grandi alberi e Big fish.

Sì, per poterli analizzare da diversi punti di vista e nelle loro varianti.

Spesso mi sono trovata di fronte a pittori (non del suo calibro) in cui la reiterazione dei temi è fine a se stessa. Scovano un'idea interessante, la realizzano con una buona tecnica e continuano a dipingere la medesima cosa con varianti minime. Come si suol dire, visto un quadro, visti tutti. Ho l'impressione che si adagino nel bel risultato e non svolgano ricerca alcuna.

Sa, possono esserci anche ragioni di mercato. Se il gallerista chiede una certa cosa, il pittore è costretto a stare in quello schema.

Però questo uccide l'arte.

Ma per molti è questione di sopravvivenza. E per una scelta del genere spesso si opta non a cuor leggero: può essere assai faticosa, dal punto di vista psicologico.

Nel campo dell'editoria lei è stato l'ideatore di collane di plaquette che uniscono la poesia e la pittura.

La mia prima esperienza nel campo dell'editoria è stata Pianura, una rivista letteraria novarese degli anni '70, fondata da Sebastiano Vassalli e attorno a cui gravitavano nomi come Giorgio Bàrberi Squarotti, Roberto Mussapi… Io facevo parte della redazione e, fra le altre cose, ho creato un fumetto. Quando la rivista ha chiuso, ho deciso di produrre da me, con una Gestetner offset da tavolo a cui avevo collegato alcune cucitrici. È così che è nata la casa editrice El Bagatt di Bergamo. Pubblicavo libretti con opere di poeti e di pittori. Data la mia amicizia con Vassalli (ci siamo conosciuti da studenti pendolari: lui era iscritto alla facoltà di Lettere a Milano e io all'Accademia delle Belle Arti di Brera), Sebastiano mi faceva conoscere i poeti e io trovavo i pittori. Ho creato così 50 libretti. Poi mi sono avvalso di tipografi e insieme ne abbiamo realizzata un’ottantina. Tra i nomi pubblicati c'è chi è diventato famoso, come Tommaso Di Francesco, che è stato anche direttore de Il manifesto.

La sua esperienza editoriale non si ferma al Bagatt.

No. Dopo El Bagatt ho diretto le Edizioni d'arte Signum con la tipografia di Elio Pogliani di Bollate (Milano). Ho proposto la creazione di libretti con poeti e pittori e ho ricevuto un sì. Ho ideato La collana dei numeri che conta 230 titoli.

Poi anche l'esperienza "Signum" si è conclusa…

… ed è nata Alla pasticceria del pesce, che consta di una settantina di opere e che continuerà grazie a una nascente fondazione svizzera, alla quale ho donato 3000 miei quadri, oltre a quelli datimi dagli artisti che hanno partecipato alle pubblicazioni.

A che cosa si deve il titolo della sua ultima esperienza editoriale?

Gli scaffali della pasticceria sono ricchi di prelibatezze che non mancheranno finché pescheremo nuovi poeti e artisti, provenienti da tutto il mondo.

Per questi prodotti editoriali lei opta per una giustapposizione consapevole di due arti o per la sinergia fra linguaggi artistici?

Per la giustapposizione. È infatti molto difficile cercare un pittore che illustri una certa poesia: in genere escono aborti. Ecco perché non lavoro sulla sinergia. Lei ha parlato di giustapposizione consapevole. Ha detto bene: il fondamento dell'operazione è che i due diversi generi siano accostati in modo opportuno.

Che cosa spinge pittori e poeti ad aderire a questa operazione?

Il desiderio di essere fruiti.

Fra gli oltre 500 artisti con i quali ha collaborato, cito un nome fra tutti: il poeta Franco Loi, scomparso quest'anno.

Loi… Una persona molto semplice, un grande conoscitore della letteratura e del dialetto milanese. Ci legava una certa amicizia. L’ho pubblicato nella collana Lavoro dopo, realizzata in una quindicina di numeri in collaborazione con la CGIL di Bergamo. Fra le collaborazioni, Sebastiano Vassalli è stato il pilastro dei miei inizi. Mi piace anche ricordare il poeta napoletano Franco Capasso, il poeta potentino Vito Riviello, la poetessa Giulia Niccolai… Potrei continuare: sono davvero tantissimi!

Ci lasciamo con un aneddoto o una curiosità?

Durante il periodo della rivista Pianura, di cui ho parlato prima, ci fu un convegno ad Angera. Si svolse nella casa di Aldo Gabrielli, che di mestiere faceva il trasportatore. Se però c’era di mezzo un artista, che si era rivolto a lui per trasferire le proprie opere, Gabrielli lavorava gratuitamente, ma chiedeva in cambio un quadro. Fu così che divenne un collezionista.

Visitare la mostra La "svolta"

Dove: ISAL, Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda, Palazzo Arese Jacini, piazza Arese, 12, 20811 Cesano Maderno (MB).

Quando: dal 25 settembre al 17 ottobre 2021, il sabato e la domenica ore 10-18; gli altri giorni su appuntamento, previa disponibilità.

Accesso: libero con green pass.

Info: segreteria dell'Associazione Amici del Parco e del Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno (MB), cell. 3358360818.

Galleria fotografica

La mostra di Claudio Granaroli con veduta sul cortile d'onore di Palazzo Arese Jacini.

© Foto Ferdinando Zanzottera.

Un'opera di Claudio Granaroli al piano terra dello spazio espositivo ISAL.

© Foto Ferdinando Zanzottera.

Un'opera di Claudio Granaroli al primo piano dello spazio espositivo ISAL.

© Foto Ferdinando Zanzottera.

Opere di Claudio Granaroli.

© Foto Ferdinando Zanzottera.

Un'opera di Claudio Granaroli. In bacheca alcuni libretti de La collana dei numeri.

© Foto Ferdinando Zanzottera.

La mostra: in bacheca è visibile il numero 32 della Rivista dell'Istituto per la storia dell'ARTE LOMBARDA con la copertina dedicata a Petrolio di Claudio Granaroli.

© Foto Ferdinando Zanzottera.

Un particolare del trittico Petrolio di Claudio Granaroli.

Foto © Archivio Università di Siviglia

La locandina della personale di Claudio Granaroli.

La locandina della mostra di Andrea Pogliani.

La fonte ufficiale cui rivolgersi per qualsiasi informazione o per verificare eventuali cambiamenti di programma è la segreteria sopra indicata.

Il portale http://www.morfoedro.it/ non è da ritenersi responsabile per cambiamenti di programma, per errori di stampa od omissioni di qualsiasi tipo e per il contenuto dei siti esterni accessibili tramite collegamenti forniti come semplice servizio agli utenti della rete.


Documenti correlati