I Fekete tre generazioni di scultori europei a
confronto. Dall’Ungheria alla terra briantea. Una mostra di scultura in occasione di
Ville aperte 2022
La
mostra. 1
Info. 2
L'intervista. 2
Iniziative
correlate. 2
Quadreria
storica. 2
Visite
guidate. 2
Presentazione
di un volume sui Fekete. 2
I
protagonisti 3
Galántai
Fekete Géza (1906-1976) 3
Fekete
Géza Dezső (1939-2021) 3
Fekete
Gabriel David (1972) 3
Ferdinando
Zanzottera. 3
Galleria
fotografica. 5
La
locandina della mostra.
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La mostra “I FEKETE TRE GENERAZIONI DI
SCULTORI EUROPEI A CONFRONTO. Dall’Ungheria alla terra briantea”,
a cura di Ferdinando Zanzottera, racconta
figurativamente la significativa epopea di questa famiglia di scultori che, per
eterogenee ragioni, nella seconda metà del XX secolo è giunta in Italia,
malgrado i due capostipite abbiano continuato a vivere e a operare in Ungheria.
In mostra, dunque, numerose opere degli scultori Galántai
Fekete Géza (1906-1976), Fekete Géza Dezső
(1939-2021) e Fekete Gabriel David (1972), che
offrono una panoramica della loro produzione, estremamente differente per
epoche, tecniche esecutive e soggetti raffigurati.
Famiglia di artisti e di scultori, i Fekete
hanno attraversato la storia d’Europa del Novecento, testimoniando, attraverso
il loro operare, i cambiamenti sociali e politici del continente, fortemente
segnato dall’ultimo periodo della magiarizzazione del
Regno di Ungheria, dalle due guerre mondiali, dalla deportazione degli ebrei,
dalla rivoluzione russa, dalla nascita della Repubblica Popolare d'Ungheria
(1949), dalla Rivoluzione Ungherese (1956), dalla caduta del muro di Berlino e
lo scioglimento del Patto di Varsavia (1989) e dalla conseguente entrata
dell’Ungheria nell’Unione Europea (2004).
Sebbene non sia sempre possibile rintracciare puntuali
collegamenti figurativi tra i soggetti plasmati o scolpiti dai rappresentanti
della famiglia e gli eventi storici accaduti, è evidente che la loro arte sia
lo specchio del contesto socio-politico nel quale i suoi rappresentanti hanno
operato e si sono formati come uomini e come artisti, assistendo al radicale
cambiamento della propria nazione d’origine e dell’Europa.
Un contesto nazionale influenzato, più che in altri paesi,
dal mutamento del modo di concepire gli scultori e di intendere l’arte, oltre
che dalla promozione di inediti modelli di educazione scolastica e
dall’esaltazione dei risultati agonistico-sportivi
della nazione. Se alcune opere monumentali progettate da Galántai
Fekete Géza per essere
realizzate nelle piazze e nei parchi urbani di Budapest, presenti in mostra
attraverso fotografie d’epoca, furono la risposta al desiderio di una
committenza sempre più proiettata verso la comunicazione del sogno e degli
ideali dei paesi afferenti al blocco sovietico, altre sculture di più piccole
dimensioni e a soggetto sportivo, sono il segnale della grande passione di Fekete Géza Dezső
per il calcio, la boxe e le olimpiadi e rappresentano l’orgogliosa risposta
ungherese all’Occidente e all’Unione Sovietica che nel 1956 soffocò la rivolta
dell’Ungheria con l’impiego dei carrarmati.
Le sue sculture rappresentano, infatti, la rivisitazione del
modello già in auge durante gli anni della guerra fredda, nel quale lo sport
venne impiegato quale strumento di politica interna ed estera. Le prestazioni
sportive erano infatti occasioni per sostenere e propagandare una nuova
immagine della nazione e attestare, attraverso ricercate vittorie e
l’organizzazione di eventi, la supremazia del proprio sistema politico-sociale.
Come noto in Ungheria e nei paesi dell’est Europa lo sport ebbe una funzione
diplomatica per rinforzare le relazioni all’interno del proprio sistema di
alleanze e per cercare di essere più attrattivi nei confronti dei paesi del
cosiddetto Terzo mondo’ o, persino, per evidenziare
un avvenuto miglioramento delle relazioni con il blocco rivale nei momenti di
distensione.
Oltre alle sculture di questi due grandi artisti, padre e
figlio, in mostra ceramiche, gessi, disegni, bronzi e opere metalliche di Fekete Gabriel David (nipote di Galántai),
le cui opere costituiscono un inno al ritratto psicologico e alla bellezza
femminile perché in esse, come ha affermato il vescovo di Pinerolo Derio Olivero, “quasi se ne vede
l’anima”. Le sue sculture sono infatti “molto carnali, eppure pervase di
spirito, di vento, di leggerezza”.
In mostra, dunque, un excursus della produzione artistica di
questa famiglia, che ha realizzato anche medaglie commemorative, oggetti
ceramici, copertine scultoree per pregiate edizioni d’arte, nella quale,
parafrasando ciò che ha dichiarato Carlo Franza, vi
si può leggere “malinconia ed ebbrezza, nostalgia e desiderio, natura e storia,
libertà e necessità, emozione e pathos, carnalità e spiritualità, e
quell’umanità tutta vera e certa che ne svela i moti”.
L’esposizione, organizzata nell'ambito della manifestazione
Ville Aperte 2022, è stata accompagnata dall’uscita di un volume-catalogo a
tiratura limitata scritto dal prof. Ferdinando Zanzottera
intitolato “LE MANI CHE PLASMANO ASCOLTANDO L’ANIMA: I FEKETE. La scultura
urbana, pubblica e privata di tre generazioni di scultori europei a confronto”,
che sarà presentato in mostra domenica 25 settembre alle ore 17. Ogni domenica,
inoltre, una visita guidata accompagnerà visitatori e curiosi alla scoperta
dell’architettura e della quadreria storica di Palazzo Arese Jacini e, a seguire, Gabriel David Fekete
illustrerà la mostra rimanendo a disposizione dei visitatori e delle persone
convenute anche solo per una semplice amichevole chiacchierata.
Mostra organizzata dall’Istituto per la Storia dell’Arte
Lombarda in collaborazione con la l’Associazione Amici del Palazzo e Parco
Borromeo Arese nell’ambito della manifestazione “Ville aperte in Brianza” 2022
e con il patrocinio della Provincia di Monza e Brianza e del Comune di Cesano Maderno.
Spazio mostre ISAL presso Palazzo Arese Jacini,
piazza Arese, 12, 20811 Cesano Maderno (MB)
17 settembre – 2 ottobre 2022
sabati ore 15-18, domeniche ore 10-12 e 15-18
aperture straordinarie durante la settimana a richiesta
(previa disponibilità)
ingresso libero
Per leggere
l'intervista a Fekete Gabriel, fare clic qui.
Visita guidata alla Quadreria storica di Palazzo Arese Jacini con il prof. Ferdinando Zanzottera
Tutte le domeniche alle ore 15.30.
Visita guidata alla mostra con Gabriel David Fekete
Tutte le domeniche alle ore 16.30.
Presentazione del volume LE
MANI CHE PLASMANO ASCOLTANDO L’ANIMA: I FEKETE. La scultura urbana, pubblica e
privata di tre generazioni di scultori europei a confronto.
domenica 25 settembre alle ore 17.
Segreteria operativa: Associazione Amici del Palazzo e Parco
Borromeo Arese tel. 3358360818.
Galántai Fekete Géza (1906-1976)
Nato a Budapest il 27 febbraio 1906, Géza
Fekete Galántai si è formato
al College of Fine Arts,
nel quale si diplomò nel 1932, divenendo allievo di István
Szentgyörgyi ed Ede Telcs.
Interessato al mondo figurativo, realizzò numerose sculture
e ritratti di piccolo e medio formato, scolpendo e modellando circa duecento
opere, alcune delle quali sfociate nel “mondo” delle arti applicate. Numerose
sue sculture sono infatti divenute modelli per riproduzioni in ceramica.
Nel corso della sua intensa attività si è interessato anche
della scultura monumentale di grandi dimensioni, realizzando numerose opere
collocate su imponenti edifici ungheresi o al centro delle grandi piazze di
Budapest.
Géza Fekete
Galántai è morto a Budapest il 7 aprile 1976.
Fekete Géza Dezső (1939-2021)
Nato a Budapest il 3 gennaio 1938, Géza
Dezső Fekete è stato
iniziato all’arte e ai rudimenti della scultura dal padre (Géza
Fekete Galántai), da cui ha
appreso anche le differenti tecniche plastico-scultoree e l’amore per l’impiego
di eterogenei materiali.
Nel 1960 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Budapest,
nella quale si diploma nel 1965 entrando in contatto e rimanendo fortemente
influenzato dai maestri Pál Pátzay
e Iván Szabó. Nel medesimo
anno, comincia ad insegnare al Circolo di Belle Arti Ferenczy
István, dove svolgerà la sua attività di docente sino
al 1973, instaurando proficui rapporti culturali con numerosi suoi studenti.
Giovane promessa della scultura, ben presto consolida il suo
prestigio vincendo ripetutamente l’autorevole Premio di Belle Arti Ezüstgerely (1970, 1972, 1973, 1974, 1978, 1986 e 1988).
Sempre fedele alla cultura figurativa, nel corso della sua
carriera Géza Dezső Fekete si è specializzato nella ritrattistica sportiva,
ricevendo importanti commissioni per monumenti pubblici e “sculture urbane”.
Géza Dezső
Fekete è morto a Budapest il 20 dicembre 2021.
Fekete
Gabriel David (1972)
Nato a Milano il 6 luglio 1972, nel 1996 si diploma in
scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera, diventando allievo di Lydia Silvestri, Giancarlo Marchese e Silverio Riva.
Giovane promessa e consolidata realtà della scultura
italiana, l’artista milanese ha origini ungheresi ed appartiene a una famiglia
di scultori di ataviche reminiscenze.
Attivo scultore figurativo ha partecipato a numerose
significative esposizioni internazionali (es. Biennale di Venezia del 2011 e ha
consegnato le proprie sculture direttamente nelle mani dei pontefici Giovanni
Paolo II (2003) e Papa Francesco (2012).
Professore di Storia dell’Architettura presso il Politecnico
di Milano, è Direttore del Dipartimento di Valorizzazione dei Beni Culturali e
Conservatore degli Archivi e della Fototeca ISAL.
Coordina progetti di ricerca e catalogazione dei Beni
Culturali per Regione Lombardia. Ambiti principali dei suoi studi e delle
pubblicazioni sono la tutela e il recupero dei beni storici ed ambientali, il
legame esistente tra materia, architettura ed arte, gli insediamenti monastico-religiosi nel loro sviluppo dal medioevo alla
contemporaneità e la valorizzazione dei Beni Culturali.
Curatore scientifico di un centinaio di mostre di arte,
architettura e fotografia, in Italia e all’estero, insieme alla prof. Maria
Antonietta Crippa ha curato la realizzazione della mostra “Ville aperte in
Brianza”, ospitata negli spazi interni della Villa Reale di Monza sino al 2
ottobre 2022.
Le fonti ufficiali cui
rivolgersi per qualsiasi informazione, prenotazione e per verificare eventuali
cambiamenti di programma sono ISAL e Associazione Amici del Palazzo e Parco
Borromeo Arese tel. 3358360818.
Il portale https://www.morfoedro.it/ non è da
ritenersi responsabile per cambiamenti di programma, per errori di stampa od
omissioni di qualsiasi tipo e per il contenuto dei siti esterni accessibili
tramite collegamenti, forniti come semplice servizio agli utenti della rete.
Un particolare della
statua del tenente Colombo con il suo cane, di Fekete
Géza Dezső, collocata
in una via di Budapest.
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Educande di Fekete Gabriel David.
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Le Grazie di Fekete Gabriel David.
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Statua del pittore Gyula
Benczúr a Nyiregyháza, di
Galántai Fekete Géza, collocata in Ungheria.
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Galántai Fekete Géza.
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Fekete Géza Dezső.
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Fekete Gabriel David.
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