[Senza titolo]

da Lucianna Argentino, In canto a te, Fanna, Samuele editore, 2019, p. 56

 

Di spalle mi affido al suo abbraccio

mi fido del suo corpo contro il mio corpo

nel sonno che porta a compimento

l’opera della materia e fonda l’invisibile.

Lui mio settimo giorno, mia terra promessa,

altare consacrato dal canto che dalla mia bocca

riverso nella sua bocca – tabernacolo

di baci e di parole a custodia delle braci

per le ceneri da cui siamo risorti.