Perché la danza non muoia nelle Fondazioni liriche italiane
Premessa
I gusti degli italiani cambiano.
Solo questi dati dovrebbero fare
riflettere le nostre Istituzioni. La Siae ha
recentemente misurato la spesa culturale italiana nel 2003 con il termometro
più oggettivo e cioè l'acquisto dei biglietti. Ne è scaturito un risultato
sorprendente riguardo il consumo culturale:
contrazione nella spesa di acquisto per lirica e sinfonica (rispettivamente -
10,3% e - 2,7%) e crescita del balletto (+ 23%), ma significative sono altresì
le prospettive di crescita della danza riguardo al numero delle produzioni
proposte dai tre compartimenti, al numero delle presenze oltre che alla spesa
sostenuta dal pubblico. Il balletto ha incrementato il numero degli spettacoli
del 6% ed il numero degli spettatori del 2,2% mentre l'opera lirica, pur avendo
aumentato l'offerta di spettacolo dello 0,2%, ha subito una diminuzione di
pubblico del 15,9% ed i concerti di musica classica hanno avuto un ribasso
rispettivamente dell'1,7% e del 2%.
La passione per la danza va crescendo di giorno in giorno.
Il "linguaggio del corpo" è diventato sempre più popolare, la gente
va volentieri a vedere spettacoli di balletto soprattutto
quanto l'offerta è di alto livello.
I mass media hanno fatto il resto: pur se non si può
considerate alla stessa stregua lo spettacolo offerto dalla nostra TV con i
programmi di Maria De Filippi, che mettono in
competizione giovani danzatori, con un grande balletto messo in scena dai
nostri maggiori teatri, questi programmi d'evasione, hanno, tuttavia,
contribuito ad interessare folle di giovani ed adulti avvicinando sempre più la
gente verso la fruizione della danza.
Così le nostre scuole di danza, tantissime in tutta la
penisola, si sono popolate per l'ambizione ed il desiderio di uguagliare Kledi Kadiu o per il sogno più
nobile di diventare grandi étoiles
come Alessandra Ferri e Roberto Bolle. A ciò si aggiungono i numerosi concorsi
che fioriscono un po' dovunque, gli stages
di perfezionamento organizzati nelle varie scuole con professionisti di
livello, il grande contributo dato dall'ingresso di internet in quasi tutte le
famiglie, il tentativo di piccole e coraggiose compagnie di esprimere nuovi
linguaggi di danza: un successo tale che ha portato come immediata conseguenza
la crescita di un pubblico partecipe ed entusiasta per la danza ed i suoi
interpreti. Riflessione fondamentale questa che non può non essere da monito a
chi governa la cultura in Italia e per comprendere che è giunto ormai il
momento giusto per cambiare rotta mettendo da parte acquisite predominanze di
prospettiva, indicazione e scelta artistica che impediscono
di fatto la possibilità di esprimere a livello alto le tante
potenzialità insite nella progettualità della danza.
Le nostre Fondazioni liriche restano vincolate a vecchi
stereotipi
Le nostre Fondazioni liriche rimangono trincerate nella loro
scelta di privilegiare l'opera in quanto supportate dalle leggi attuali che
favoriscono quest'ultima rispetto alla danza, nonché confortate da un esercito
di esperti professionisti ben inseriti nel campo della produzione lirica e da
agenzie che sanno ben sponsorizzare i propri artisti. Quando un teatro prepara
la propria attività artistica annuale sa che l'opera gli frutterà maggiori
contributi pubblici e, pertanto, alla richiesta di danza risponde che si potrà
programmare soltanto se basteranno i soldi. Dunque, per il balletto rimangono
sempre e soltanto le briciole. Basterebbe, invece, vincolare il programma fin
dall'inizio con una parte dei finanziamenti da destinare unicamente alla
produzione di balletto con la conseguenza che ciò consentirebbe, oltre che a
mettere in scena spettacoli di danza, di acquisire nuovo pubblico, di dare
nuova giovane linfa alle scritture per il Corpo di ballo, di acquisire nuovo
personale e servizi collaterali diversi rispetto agli usuali senza con ciò
togliere nulla alle giuste esigenze degli altri settori. Si tratta solo di una
questione di scelta finalizzata allo sviluppo della danza che non alberga,
purtroppo, per cultura, conoscenza e pratica ormai inveterata, nella mente dei
responsabili delle Fondazioni liriche che così facendo non permettono di
riconoscere pari valore alle diversificate professionalità artistiche che
devono poter coesistere in un teatro. A nulla valgono per costoro la gloriosa e
antica tradizione della danza italiana, il grande successo che sta avendo tra i
giovani, l'arricchimento culturale della società, la possibilità di creare
nuovi posti di lavoro: la danza non è capita, non fa parte della loro professionalità,
non è competenza loro, costa troppo e non rende abbastanza.
Voglia di cambiamento
È arrivato il momento, dunque, di fare qualcosa e di non
rimanere inermi di fronte alle decisioni altrui. Già i movimenti a favore della
danza cominciano a crescere: non ultima la protesta dei ballerini della Scala e
di tanti esponenti della danza e della carta stampata sul problema dell'età
pensionabile elevata con un provvedimento pazzo, che rivela l'ignoranza e la
sprovvedutezza dei nostri governanti, a 60-65 anni con la conseguenza che
presto la sala ballo dei teatri italiani diventerà un deserto oppure un
ricovero dove giocare a briscola.
Cominciamo, intanto, con l'incentivare le strutture che
potenzialmente possono fare tanto per la danza, e cioè i nostri teatri d'opera,
promuovendo proposte ed iniziative per aumentare le attività di balletto presso
le Fondazioni liriche che per legge hanno quale scopo istituzionale primario la
diffusione e la promozione delle "tre" arti (e non due come avviene
per adesso) affidate alla loro competenza: opere, concerti e balletti. Con
incentivi e regole nuove, forse, si potrà ottenere un'attenzione maggiore e
donare un eccellente servizio a favore della danza, tale da essere da traino
per una riforma generale che investa tutto il settore
con la finalità di apportare giovamento e sicurezza alle tante lodevoli
compagnie italiane che oggi si sbracciano per emergere e rimanere a galla,
regole per la formazione dei giovani, garanzia di lavoro per i futuri
ballerini, nascita di nuovi talenti, promozione per l'educazione del pubblico.
Proposte e nuove regole per lo sviluppo della danza nelle Fondazioni
liriche italiane:
Incentivi a favore delle attività di balletto nelle Fondazioni liriche
Allo scopo di favorire lo sviluppo di iniziative di rilancio
produttivo nell'ambito della danza verrà destinata
annualmente sul Fondo Unico dello Spettacolo destinato alle Fondazioni liriche
una risorsa a parte di ……………… da suddividere tra quelle Fondazioni liriche
che:
a) abbiano mantenuto o ripristinato nei loro organici il
Corpo di ballo;
b) abbiano inserito nella produzione annuale spettacoli di
balletto con una percentuale minima del 25% (non più del 5% per compagnie
ospiti) rispetto al programma generale presentato;
c) abbiano incentivato l'istituzione presso il Teatro della
scuola di ballo o di centri di formazione professionale riconosciuti e connessi
alla preparazione dei nuovi quadri artistici nel settore della danza;
d) abbiano programmato l'esecuzione di coreografie di nuova
rappresentazione o in prima rappresentazione locale da parte del proprio Corpo
di ballo;
e) abbiano privilegiato l'inserimento nel proprio Corpo di
ballo di nuove leve di danzatori;
f) abbiano assunto l'impegno di prevedere agevolazioni di
accesso al teatro per promuovere la fruizione di spettacoli di balletto da
parte del pubblico di fascia giovanile;
g) abbiano programmato iniziative collaterali tendenti alla
diffusione della cultura coreutica attraverso seminari, convegni, conferenze,
pubblicazioni, prove e classi aperte, stages o altra
attività propedeutica attinente alla danza.
Ai principi di valutazione sopraelencati verrà
assegnato un parametro in termini di punteggio da 10 ad 1 tenendo presente che
ai comma a) b) c) è per ciascun comma assegnato un parametro di 10; per il
comma d) di 5 per ciascuna coreografia in prima assoluta e di 2 per novità
locale; per il comma e) di 2 per ciascun elemento annualmente inserito nel
Corpo di Ballo; per il comma f) di 3; per il comma g) di 1 per ciascuna
iniziativa assunta.
La media risultante servirà da punteggio per la ripartizione
del contributo.
Nuovi indicatori di rilevazione del FUS
Ai fini della ripartizione del FUS l'art. 3 relativo agli
indicatori di rilevazione della produzione del Decreto 10 giugno 1999, n. 239,
andrà rivisto per incentivare le Fondazioni liriche a produrre spettacoli di
balletto e per riequilibrare il rapporto tra lirica e danza, riassegnando a quest'ultima pari dignità e valenza
considerato che una produzione di balletto di repertorio prevede oltre 100
elementi tra scena e buca orchestrale ed i costi di produzione sono pari ad uno
spettacolo di opera lirica.
I punteggi da attribuire alla produzione con riferimento a
ciascuna singola rappresentazione sono i seguenti:
Punti 10 per lirica con impiego di oltre 100 elementi
Punti 6,5 per lirica con impiego fino a 100 elementi
Punti 8 (nuovo punteggio. Era precedentemente di 5 punti:
meno cioè del punteggio destinato alla lirica con "sotto" organico)
per balletto con orchestra e proprio Corpo di Ballo (3 con orchestra e
compagnia ospite)
Punti 4 per balletto con musica registrata e proprio Corpo
di ballo (2 con musica registrata e compagnia ospite)
Rimangono invariati, infine, i punteggi destinati alle altre
categorie di manifestazioni.
Ripristino dell'età pensionabile per i tersicorei
I tersicorei delle Fondazioni
liriche dovranno essere collocati a riposo d'ufficio al compimento dell'età per
il pensionamento di vecchiaia previsto per gli uomini a 45 anni e per le donne
a 40 anni. Le lavoratrici, anche se in possesso dei requisiti per aver diritto
alla pensione di vecchiaia, potranno optare di continuare a prestare la loro
opera fino ai limiti di età previsti per gli uomini, previa comunicazione alla
Fondazione da effettuarsi almeno 3 mesi prima della data di perfezionamento del
diritto alla pensione di vecchiaia.