Berto-coscienza di Celeste Chiappani Loda
romanzo
[…]
Ho letto questo libro con molto interesse e con un senso di
amarezza crescente […] perché mi accorgevo, mano mano
che le pagine passavano, che l'autore ci portava inesorabilmente verso un
corridoio senza sbocco […] Era vedere come rotolasse questo Piero protagonista,
che poi è protagonista fino a un certo punto. Se si dovesse dire chi è
veramente protagonista di questo libro, chi muove le fila di questo libro, la
discussione potrebbe diventare lunga. […] Piero è sempre in scena, però senza
Berto che cosa sarebbe stato della coscienza di Piero; senza il figlio con il
suo rotolare in una zona tutt'altro che sublime, quale sarebbe stata la
reazione di Piero? […] Io proprio vedevo questo rotolare, questo andare, questo
procedere […]
Le pagine della Chiappani mi hanno dato, mi hanno trasmesso,
insensibilmente dapprima, ma sempre con maggiore consapevolezza poi, questo
senso di severità.
[…]
Non dimentichiamo che per scrivere un libro bisogna anche
saper fare buon uso della lingua italiana […] e la nostra autrice sa fare buon
uso della nostra […]. La scrittura della Chiappani è illuminata veramente da
una forza che io non potrei chiamare diversamente se non con la parola arte.
Mino Milani, scrittore
[…]
Il libro […] si fa propugnatore di una propria filosofia
esistenziale. La realtà infatti è tale per cui la si accetta globalmente (e
coerentemente) e allora si vive come una Maddalena; oppure si cerca di capirla,
di interpretarla e si resta così atterriti che altro non c'è che rifugiarsi
nella propria solitudine, nel proprio individualismo e dolorosamente scivolare
sempre più giù per un progressivo logoramento di se stessi. […] Ed una terza
via d'uscita, quella ad esempio della solidarietà umana, certamente difficile
da reinventare in questo tessuto umano così disgregato, dove sembra dominare il
buio della disperazione, ma dove si intravvede anche qualche piccola luce
(l'amicizia fra Berto e Piero, la freschezza dei rapporti fra Laura e il
fratello) […]
Per qualcuno, anche un po' per chi legge queste righe, vale
l'imperativo della speranza contro ogni speranza umana. Per Celeste, troppe
volte nella vita toccata da strazianti vicissitudini, vale la rassegnazione
alla sconfitta, e dunque la storia di questo vinto.
Noi, partecipi della storia personale della scrittrice, e
non ignari del suo travaglio interiore, accogliamo (e proponiamo a voi) il suo
libro con tanta cordialità e anche un poco di commozione.
Luigi Guardamagna, medico
Un libro severo e impegnativo, non certo da leggere sotto
l'ombrellone. Questo il giudizio che lo scrittore pavese Mino Milani ha espresso presentando il romanzo Berto-coscienza
della scrittrice Celeste Chiappani Loda.
Parlando nella sala del consiglio del palazzo comunale di
Mede, Milani, dopo aver richiamato alcune espressioni
usate da Giuseppe Masinari nell'introduzione, ha
analizzato il contenuto dell'opera: un'interpretazione del momento storico
italiano visto con occhi che non hanno nulla dell'azzurro della speranza. La
scrittrice - ha detto Milani - chiude ogni
possibilità di redenzione, ed ha aggiunto: è un libro disperato, ma con esempi
di scrittura godibile, artistica.
La visione pessimistica della vita, dell'uomo, della
società, della storia che la Chiappani manifesta in Berto-coscienza è stata al centro
dell'intervento del dottor Luigi Guardamagna. Oltre
all'intensa espressione drammatica, Guardamagna ha
messo in evidenza il linguaggio svelto e colorito, la tenue ironia che sono
serviti alla Chiappani per plasmare il suo "affresco della società
industriale".
L'informatore lomellino
Berto-coscienza
è uno scavo psicologico che dà il senso di un racconto tendenzialmente
autobiografico. Di fatto è un quadro della brutale realtà sociale del nostro
tempo. In esso la sua autrice, Celeste Chiappani Loda, con sentimento morale si
muove e narra come dal centro del mondo, e nell'assemblaggio e nella
trattazione delle tematiche - quelle di tutti i giorni - usa il linguaggio
crudo della realtà, qua e là indugiando alla saggistica, non foss'altro perché
convinta che scrivere - Manzoni insegna - è non solo comunicare, ma anche e
soprattutto edificare. Un libro dunque meritevole d'attenzione, e una
scrittrice degna di plauso.
Francesco Boneschi, Vice
presidente Associazione Stampa romana
Chi non l'ha conosciuta in precedenti lavori può considerare
Celeste Chiappani Loda una scrittrice invasa da un accentuato pessimismo.
Si tratta invero di una scrittrice profondamente umana che
trascina dalla fanciullezza, e forse dall'infanzia, una profonda malinconia ed
un'accorata tristezza.
La lettura di Berto-coscienza e la scelta dei suoi personaggi possono dare
la misura del profondo sentimento che ispira la penna della gentile scrittrice
e della delicatezza legata a tutte le vicende del romanzo non scevre di immagini
di dura realtà che incombono sulla vita moderna di ogni giorno.
Questo libro è uno specchio dell'ambiente in cui dobbiamo
vivere; delle sventure o avventure che possono frangere o magnificare i nostri
sentimenti e le nostre passioni.
È un libro quindi che può rendersi utile per migliorare noi
stessi, aiutandoci a comprendere i nostri simili e per prepararci ad affrontare
le più amare avversità della vita.
Aristide Meschia, industriale,
fondatore e direttore del quadrimestrale Pro Natura
Berto-coscienza
è un libro coraggioso ed impietoso in cui la scrittrice affronta il grave
problema odierno della famiglia. Il libro di Celeste Chiappani Loda affronta
nelle sue pagine dure questa realtà. Sono pagine che possono stupire il lettore
benpensante ma sono vere. Sono la radiografia di una delle tante famiglie del
nostro tempo che inevitabilmente vanno verso la catastrofe. Questo libro forse
a molti non potrà piacere per la sua crudezza, qualcuno lo troverà scomodo, ma
nessuno potrà negare che queste pagine, forse sofferte, non siano terribilmente
vere.
Carlo Arzani, Gruppo Italiano
Scrittori di Montagna
"Inchiesta sulla realtà odierna" avrebbe potuto
essere il titolo di questo libro che in effetti presenta la realtà che noi
viviamo.
Oppure "Romanzo di un uomo sullo scorcio del XX
secolo", perché quello di Celeste Chiappani Loda è un bel romanzo avendone
tutti gli elementi caratteristici in quanto storia che si incarna in personaggi
oggettivi e che si snoda in un determinato tempo.
Un romanzo, del resto, è sempre un veicolo di idee, di
passioni, lo specchio della quotidianità; e soprattutto in Berto-coscienza il lettore è
portato a vivere lo stato conflittuale di un operaio che, per gradi, secondo un
filone continuo che, senza interruzioni va dal principio alla fine, prende
coscienza di sé.
[…]
Se Berto, che dà il nome al titolo pur non essendone il
protagonista, è un personaggio inventato ma vero, reali sono le inchieste che
l'autrice ha fatto con gran scrupolo e indubbia capacità.
Così ha avvicinato i drogati, è entrata in fabbrica, ha
studiato acutamente la psiche dell'uomo del nostro tempo.
Usa il linguaggio forte del mondo operaio, ha la forza
sufficiente per creare ambienti vivi e reali, fa conversare i personaggi perché
sa che con la conversazione "si entra nelle spirali di una dialettica che
avvicina alla realtà".
Vi sono in questo romanzo incorporati elementi politici,
economici e sociali, non manca neppure quella materialità che ci condiziona.
È insomma una storia vera e umana e possiede quello che i
francesi chiamano "l'affabulation", cioè
l'intrecciare insieme una storia e una morale.
[…]
Possiamo affermare quindi che Berto-coscienza è un libro
importante che fa pensare, e che, per la giusta dose di semplicità e di
candore, riuscirà certamente ad anche mobilitare nel pubblico quelle riserve di
sentimento alle quali una fredda inchiesta non riuscirebbe ad attingere.
Giuseppe Masinari, saggista
Berto-coscienza
[…] di piacevolissima lettura. Al di là delle considerazioni sui contenuti e
sulla profondità di certe argomentazioni sociali trattate con conoscenza,
coscienza e […] passione, mi ha interessato soprattutto il suo stile, così
pulito e ampio, privo di qualunque banalità; trovo il suo linguaggio molto
giovane e nello stesso tempo classico, a volte persino pervaso da un sottile
umorismo godibilissimo. Con questo linguaggio lieve eppure solido riesce a dire
cose importanti e a comunicare la malinconia della vita.
Elisabetta Pierallini,
scrittrice
Celeste Chiappani Loda è la moderna autrice dell'avvincente romanzo
Berto-coscienza,
nel quale germoglia una malinconia serrata, un senso di impotenza che
accompagna l'uomo come ombra inesorabile. Altrettanto viva è la presenza
palpitante della scrittrice, sempre più intensa ad ogni riga; una
partecipazione profonda che sembra mitigare lo scoramento.
Celeste Chiappani Loda si staglia come ponte tra le nostre
solitudini, come ancora tra la nostra finitezza, vissuta con lacerante tormento
da Piero Mazza, il protagonista del romanzo, e la speranza della tenerezza,
incarnata nella sua sensibile compagna Laura Spiatti.
Dalla prima all'ultima pagina attraverso i personaggi,
viventi di vita propria senza fili né manipolazioni, l'autrice intesse un
dialogo sempre più denso con il lettore giungendo a sviscerare le sensazioni inconfessate
e le riposte pieghe di solitarie sofferenze.
Toccante è il linguaggio sereno usato dalla scrittrice e la
tensione che di contrasto sottende a ciascun pensiero, un'ansia sentita come
condizione ineliminabile di ogni umana coscienza. Un conversare essenziale,
reale, come reale è lo scrutare nel mondo della fabbrica e delle sue
alienazioni. Da "Berto-coscienza" emerge
una panoramica lucida della società contemporanea, e per questo sconcertante.
Prostituzione, droga, solitudine, il tutto vissuto senza alternative, senza
possibilità di scampo o riscatto, ma con un alone di amara dolcezza.
Rossella Fusco, psicoterapeuta e poetessa
Berto-coscienza.
Il pessimismo di Celeste Chiappani Loda sulla condizione e sul destino
dell'umanità che pervade le pagine del romanzo, rimane comunque, al di là di
tutto, un grido d'amore ed un messaggio di comprensione reciproca diretto a
chiunque voglia fermarsi a valutare come migliorare se stesso e aiutare gli
altri. Sviluppato all'interno della realtà dell'hinterland milanese, la trama
seppur correlata al dramma vissuto dai protagonisti, sviluppa un contesto
piacevole, ricco di motivazioni personali, capace di suscitare riflessioni di
intensa umanità e di spessore psicologico ed introspettivo senza mai scadere
nel qualunquismo, bensì con un forte accento ed una precisa volontà di aprirsi
alla speranza.
Patrizia Zafferami, giornalista