"I Piccoli Danzatori del Teatro Massimo leggono"
"I Piccoli Danzatori del Teatro Massimo leggono" è
un progetto redatto da Gloria Chiappani Rodichevski, fondatrice del portale
d'arte e di cultura Morfoedro (http://www.morfoedro.it/),
in collaborazione con Lilli Alù, responsabile degli Affari Generali del Teatro
Massimo di Palermo.
Tale progetto ha coinvolto i bambini appartenenti ai Piccoli
Danzatori del Teatro Massimo, prevedendo la lettura di un testo letterario sulla
danza (Il segreto di Cosima tratto dal volume di Celeste
Chiappani Loda Dall'altra
parte (favole e fiabe forse solo per adulti), Torino, 2003), e la
produzione ‑ da parte loro ‑ di scritti e di disegni attraverso i
quali sono emerse le loro impressioni di lettura.
Erika Lo Bianco, undicenne
Erika
Lo Bianco
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La storia “Il segreto di Cosima” mi ispira gioia nel momento
in cui Cosima viene presa come cigno e tristezza nella parte finale quando
Cosima cade.
Erika Lo Bianco ha
voluto cimentarsi con il computer per rendere omaggio alla sua coetanea
Cosima
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La danza non è solo tecnica ma è fatta di volontà,
sacrifici, passione però, soprattutto, bisogna divertirsi. Come Cosima io sento
spesso questo fuoco in me: è una sensazione che mi fa venire sempre più voglia
di ballare.
È indispensabile rendere la danza accessibile a tutti.
Bisognerebbe costruire delle sale per danzare all’interno delle scuole
elementari in modo che possano emergere talenti che, magari, potrebbero
rimanere nascosti per sempre e ciò sarebbe un vero peccato.
Io la storia di Cosima la vorrei continuare così:
Mentre l’autolettiga portava Cosima all’ospedale, nel
cervello della poverina, che quasi non sentiva il dolore della gamba
fratturata, per la disperazione, ronzava na sola frase: “Guarì ma non poté più
danzare”. Dopo l’operazione alla gamba, Cosima si riprese velocemente e, uscita
dall’ospedale, andò al Magnum per scusarsi con il coreografo Bilroit e il suo
amico coreografo, ma per lei ci fu una meravigliosa sorpresa: la “prima” era
saltata perché mancava un cigno ed era stata riandata. Cosima fu molto felice.
La sera dello spettacolo che era stato rimandato, Cosima ballò soavemente
mentre i suoi genitori la guardavano dal loggione. Mentre ballava in una parte
del cervello di Cosima ronzava una sola frase: “Guarì ma non poté più danzare”,
mentre dall’altra parte, per la felicità, ronzava un’altra frase: “Guarì e
continuò a danzare”.
Gloria Tarantino, dodicenne
Gloria
Tarantino
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Ho letto questo racconto, “Il segreto di Cosima”, tutto d’un
fiato perché, essendo anch’io una ballerina, mi sono sentita molto coinvolta
nella storia. Cosima, come me, ama molto la danza e mi immedesimo molto in lei,
che sente dentro di sé il “fuoco” della danza, che la porta a superare tutte le
difficoltà che le si presentano nella sua vita per realizzare il suo sogno. A
questo scopo penso che la tecnica sia molto importante per diventare una brava
ballerina, ma non è sufficiente perché ciò che fa la differenza è l’entusiasmo
e la gioia che nascono da dentro, dal cuore una grande passione per la danza
che fanno di questa una importante ragione di vita per costruire il proprio
futuro di ballerini perché la danza è una grande emozione.
Mi è capitato tantissime volte, tornando a casa da una
lezione di danza, spesso anche molto dura e faticosa, di non fermarmi, ma di
continuare nella mia stanza, davanti allo specchio, servendomi della sbarra del
letto come sbarra, a provare e riprovare gli esercizi ed i passi per cercare di
perfezionarli e renderli più armonici.
Per un bambino o una bambina che vuole fare danza è molto
importante l’appoggio della famiglia (mi viene in mente il film Billy Elliot che io adoro). Io in questo
senso sono stata fortunatissima. I miei genitori sono sempre stati fieri di me,
aiutandomi di fronte a tutte le difficoltà, sia quando sono un po’ stanca
spronandomi e dandomi buoni consigli, ma
anche dal punto di vista economico, pagando le lezioni a scuola di
danza, pagando gli stages, comprandomi tutto il necessario (body, calze, tutu,
mezze punte, punte e salvapunte).
Ricordo la felicità quando per Natale, sotto l’albero, ho
trovato le mie prime punte! Le ho subito indossate ed ho provato un’emozione
grandissima: del resto, come sempre, quando ballo le mie gambe sono ali di
farfalla, le mie braccia sono vento, il mio corpo è armonia.
Come Cosima ci sono, purtroppo, tanti altri bambini non così
fortunati come me e quindi penso che le audizioni dovrebbero essere aperte a
tutti e aiutare con delle borse di studio chi è talentuoso e non si può
permettere di pagare le lezioni.
La storia di Cosima, in un primo momento, mi ha rattristato
parecchio quando ho letto il finale perché, proprio quando il suo sogno stava
per realizzarsi, lo ha visto infrangere e quindi subito ho voluto immaginare un
finale diverso. In ospedale i medici si accorgono che la gamba di Cosima non è
fratturata, così le fanno una puntura di antidolorifico e le praticano una
leggera fasciatura che le consente di tornare a teatro e di esibirsi durante il
tanto atteso spettacolo. Dopo un breve periodo di riposo Cosima potrà riprendere
le prove e continuare ad esibirsi.
La danza è slancio e amore, poesia e arte. Se ci lasciamo
condurre per mano da tutto ciò, lungo la dura scala in salita della danza,
riusciremo ad arrivare in cima e ad essere applauditi!!!
Emanuela Giglio, decenne
Emanuela
Giglio
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Questa storia mi ispira un sentimento di grandissima
tenerezza e nello stesso tempo di tristezza perché penso che Cosima, dopo aver
superato diversi ostacoli e proprio nel momento in cui aveva potuto realizzare
il sogno della sua vita, cioè quello di poter danzare, a causa di una
banalissima caduta, tutto in quel momento le è svanito.
Cosima durante l'audizione, in un disegno di Emanuela
Giglio
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Per me per diventare un’artista nel campo della danza non ci
vuole soltanto la tecnica (è chiaro che quest’ultima è molto importante), ma ci
vuole dell’altro, come il talento, la musicalità e, soprattutto, una forte
passione e una grandissima volontà. Io sono certissima che dentro di me ho un
grandissimo fuoco, una passione per la danza che mi permette di rinunciare a
molte cose. Mi è capitato, infatti, spesso di ripassare gli esercizi svolti a
lezione di danza a casa in quanto tengo moltissimo ad essere preparata e
precisa alla lezione successiva.
Purtroppo, però, ci sono tantissimi bambini che vorrebbero
fare danza ma che non possono permetterselo per le condizioni economiche
precarie dei genitori. Però penso che a tutto ciò potrebbe esserci una
soluzione cioè quella di istituire un’accademia statale per ogni città in modo
tale da poter dare la possibilità a tutti coloro che hanno le doti e il talento di poter realizzare il proprio
sogno.
Cosima, nel momento in cui si stava recando in ospedale,
pensò immediatamente a ciò che era successo alla grande ballerina Irella,
perché era convinta che anche lei, essendosi fatta male alla gamba, non poteva
più danzare. Secondo me, invece, in realtà non fu così perché, non appena
dimessa dall’ospedale, riprese a ballare diventando una delle ballerine più
famose.
Naomi Dorato, dodicenne
Naomi
Dorato
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I sentimenti che mi ispira la storia di Cosima sono di
felicità e, allo stesso tempo, di tristezza.
Ritengo che non ci sia solo bisogno di tecnica per poter
diventare un’artista in questo campo, ma bisogna avere la volontà e il
sentimento di fare qualcosa che ti piace e ami col cuore. Anche io sento questo
fuoco della danza e voglio realizzare il mio sogno da quando avevo cinque anni.
Si dovrebbero creare delle scuole pubbliche in ogni città
(specialmente qui al Sud) dove ogni bambino/a possa realizzare il suo sogno sia
nel campo della danza, della musica, del canto ecc.
Nel disegno di Naomi Dorato, Cosima si esibisce sul
palcoscenico del Teatro Magnum
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Per me la storia non finisce così perché con la cura dei
medici e la forza di volontà, Cosima riuscirà a continuare il suo sogno, guarire
presto e salire sul palcoscenico.
Andrea Melluso, dodicenne
Questa storia io trovo che sia un “mix” di sentimenti: un
po’ di gioia, un po’ di amore, un po’ di tristezza e un po’ di dolore…. È una
storia che potrebbe sembrare molto fantastica ma che aiuta a capire. Ti fa
capire l’amore di una ragazzina nei confronti della danza. La cosa che mi è
piaciuta di più del comportamento di questa ragazza è la determinazione… lei
vuole imparare a danzare e farà di tutto per riuscirci.
Andrea
Melluso
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Ritengo che per aspirare a diventare un ballerino non ci
voglia solo tecnica o fisico (certo queste sono due importantissime qualità dei
ballerini), ma anche la volontà e la determinazione. Bisogna capire che se si
vuole veramente diventare qualcuno bisogna metterci l’animo. Il racconto
afferma che Cosima è posseduta dal “fuoco”… io quando ballo non sento il
“fuoco” ma un’energia, una forte energia che mi aiuta a ballare.
Per cercare di rendere la danza accessibile a tutti e non
solo alle persone più benestanti bisognerebbe cercare di iscrivere il proprio
figlio in una scuola di danza e magari vedere che cosa è in grado di fare in
modo che lo Stato aiuti questi ragazzi a diventare dei veri talenti.
Non voglio cercare di cambiare il finale della storia perché
trovo che se la cambiassi non sarebbe più la stessa… A me piace così.
Agnese Guglielmini, tredicenne
Agnese Guglielmini
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Leggendo il racconto di Cosima ho provato tenerezza nei
confronti di questa famiglia povera e della bambina.
Come Cosima sento anche in me questo “fuoco” e penso che non
serva solo la tecnica per danzare.
Per consentire ai bambini delle famiglie povere di poter
accedere alla danza, le scuole dovrebbero non essere a pagamento.
Secondo me la storia non può finire così perché chi ha fede
va avanti e Cosima è molto volenterosa.
Marco Corrao, undicenne
Marco
Corrao
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Secondo me questa storia è molto bella e realistica perché
anche a me succede quello che prova la protagonista Cosima. Infatti, quando
ascolto le musiche, mi sento pervadere da un fuoco che mi agita il corpo e lo
spinge ad assecondare il suono. È una sensazione stupenda che mi dà un senso di
libertà e mi appaga lo spirito. Ma so che ciò non basta ed i miei movimenti
devono essere ben gestiti e coordinati per cui bisogna affinare la tecnica,
avere molta volontà e sacrificarsi. Questa consapevolezza mi porta a lavorare
con impegno a scuola di danza, ma anche a continuare a ripassare gli esercizi a
casa pure quando sono molto stanco.
Voglio ottenere il meglio e so che la sola tecnica non basta. Bisogna curare il
proprio corpo, allenare la memoria e sbizzarrirsi con la fantasia per
realizzare le coreografie proposte.
Fare danza, oltre ai sacrifici che ho sopraelencato,
comporta anche affrontare spese economiche non indifferenti per cui spesso vi
sono ragazzi che, pur avendo molto talento, devono rinunciare. Ritengo che ciò
sia ingiusto e proporrei alle autorità competenti di inserire nelle scuole
corsi di danza gratuiti come avviene per tante altre discipline sportive.
Sono un ragazzo positivo e penso che nella vita prima o poi
le situazioni negative si trasformino in positive se si ha forza di volontà e
tenacia e, quindi, anche Cosima alla fine riuscirà nel suo intento dimostrando
che, anche se si è fatta male, il bene avrà il sopravvento.
La lettera di Celeste Chiappani Loda ai Piccoli Danzatori che hanno
partecipato al progetto
21 luglio 2006
Carissimi Piccoli Danzatori,
con profonda emozione ho letto i vostri commenti al mio Il
segreto di Cosima. Certo, è molto triste pensare che tutto l'impegno, il
talento, l'amore per la danza della poveretta e i sacrifici dei suoi genitori
siano finiti tanto miseramente. Ma dovete sapere che io ho tanti anni sulle
spalle e ho visto sgretolarsi moltissime illusioni, sbriciolarsi tanti sogni
irrealizzati, inoltre sono assai pessimista per natura. Sono però convinta che
a nessuno di voi capiterà ciò che capitò alla povera Cosima. La volontà è una
molla portentosa che fa fare passi da gigante e mi pare di capire che, unita al
talento, a nessuno di voi manchi. Quindi auguro a tutti che il
"fuoco" sentito nell'intimo non venga mai meno e porti i suoi frutti
dorati.
Tanti in bocca al lupo, dunque, da trasmettere anche ai
vostri genitori e ai vostri insegnanti.
Celeste Chiappani Loda