Les Patineurs: prova aperta dei Piccoli Danzatori

Nell’eterna speranza della nascita della Scuola di Ballo del Teatro Massimo

Perché scegliere di danzare? Cosa spinge un bambino o una bambina a stare ore ed ore in sala ballo accanto ad una sbarra per provare infinite volte sempre lo stesso esercizio? La danza, da principio, può non essere una scelta ma è lei che, a un certo punto, ti sceglie, che ti entra nella mente e nel cuore, che si impossessa di te, che ti fa soffrire ma che ti da tanta gioia, che ti fa accettare i sacrifici, che ti manca se ne sei lontano, che ti da forza davanti alle difficoltà, che ti da entusiasmo quando puoi esprimerti, che ti fa sognare, che ti da stimoli per fare sempre meglio. Ed è questa la bella sensazione di ricchezza interiore che si percepisce quando si assiste alle prove di giovanissimi ballerini.

L’attuale esistenza dei Piccoli Danzatori, malgrado tutte le difficoltà incontrate e le vicissitudini trascorse dal 1998 (anno della loro nascita) ad oggi, è la testimonianza vera che al Teatro Massimo la danza vuole continuare a vivere ed il futuro, l’interesse, l’entusiasmo verso di essa non può prescindere dai suoi piccoli artisti in erba qualsiasi sia l’esito del percorso artistico di ciascuno di essi in quanto si è creato un rapporto d’amore importante con la musica e la danza.

Peccato, tuttavia, che malgrado i dieci anni trascorsi, le direzioni che si sono succedute abbiamo saputo solo marginalmente comprendere quanta fame di danza (quella vera e d’eccellenza) esiste a Palermo come, d’altronde, avviene altrove in molte altre parti d’Italia meno lungimiranti e meno impegnate degli unici tre teatri lirici in cui ancora oggi sopravvive una compagnia ed una scuola di ballo. Eppure basterebbe solo crederci, avere la volontà di costruire e di adempiere così realmente ad una delle finalità (la formazione professionale dei propri quadri artistici) prescritta da quella legge, a cui tutte le Fondazioni liriche, nessuna esclusa, sono deputate. Invece, si continua ad ignorare, a far finta di non vedere con il risultato che tante potenzialità di talenti o rimangono inespresse ovvero sono costrette ad abbandonare la propria terra per poter acquisire presso una scuola abilitata quella impostazione accademica che ne caratterizza la professionalità e la serietà idonee a formare un ballerino completo.

Un teatro rinomato, come il Massimo di Palermo, non è riuscito in dieci anni a costruire intorno alle sue giovani speranze nemmeno uno straccio di futuro o, almeno, un percorso didattico accademico consono alle necessità di una giusta formazione che serva ad affrontare al meglio la carriera professionale. Sarebbe bastato capire che, investendo per qualcosa di più alto e costruttivo, come può essere la scuola di ballo di un teatro importante come è quello di Palermo che rappresenta tutta la Sicilia, quale grande risultato in termini di immagine, di utile investimento per il futuro e di significativa propulsione verso l’arte si sarebbe potuto ottenere anche per dare lustro maggiore alla propria compagnia di balletto. Si è andati avanti invece con inutili contentini che a poco servono o sono serviti se non a creare soltanto effimere illusioni. Fatto sta che i migliori elementi siciliani fuggono via per ottenere altrove quello che qui non possono avere e cioè per frequentare le scuole di ballo dei teatri di Milano, Roma e Napoli o delle maggiori accademie europee.

Basta scorrere i nomi delle centinaia di allievi che in questi anni si sono succeduti nell’organico dei Piccoli Danzatori del Teatro Massimo per rendersi conto che l’esperienza vissuta sia servita unicamente ad avvicinare ancora di più molti giovani al teatro ma, in termini di professionalità, non è riuscita e produrre nulla di validamente artistico. Del gruppo primario, nato nel 1998, cinque di questi fanno parte da alcuni anni degli scritturati storici del Massimo e vivono nella triste precarietà di scritture a tempo determinato mentre il resto della maggior parte degli allievi del passato si è completamente disperso. I più determinati sono emigrati, ancora giovanissimi, lasciando la propria città, famiglia e amicizie per altre realtà didattiche più importanti come Alessandra Vassallo, neo diplomata alla Scuola di ballo del Teatro alla Scala, Vittoria Valerio, diplomatasi all’Accademia di Monaco di Baviera ed adesso solista presso il Balletto di Dortmund, o Pamela Monreale, anch’essa appena diplomata presso la Contemporary Academy di Rotterdam e con in tasca un contratto della compagnia di Kathy Sharp a Berna. Come loro, in questi dieci anni, molti altri hanno con determinazione cercato di affrancarsi nella danza e sono partiti con il loro bagaglio pieno di speranza e di sogni. Alcuni, però, pur avendo talento e doti per poter emergere, sono rientrati vinti dalla nostalgia e dalla difficoltà di stare lontani dai propri affetti. D’altronde è estremamente difficile, soprattutto quando si è così piccoli riuscire a resistere, al richiamo protettivo della propria casa e della propria famiglia.

La situazione di quest’ultimo periodo non è certamente meno preoccupante stante la fuga ormai costante dalla propria città che continua imperterrita. Tra i più piccoli abbiamo Gaia Andreanò alla scuola della Scala di Milano, Emanuela Giglio in quella del Teatro dell’Opera di Roma dove sono stati, recentemente, ammessi al corso di ingresso Martina Basile e Federica Sampognaro insieme con Giacomo Castellana, nei mesi scorsi vincitore, tra l’altro, di una borsa di studio per il corso estivo della prestigiosa Royal Ballet School di Londra. Tutto ciò è sintomatico delle potenzialità insite nella gran parte dei ragazzi che compongono il gruppo dei Piccoli Danzatori ma è anche il segno evidente del disagio vissuto in una città dove veramente poco viene dedicato alla formazione coreutica di livello accademico.

È giusto che bambini di 10/12 anni debbano allontanarsi dal proprio nucleo familiare (che in ogni caso deve essere anche in grado di sostentarli fuori) quando esiste un’importante Istituzione artistica nella propria città e nella propria regione che potrebbe dar loro quello che, lontano da casa, possono, invece, avere?

Cosa ha Palermo di diverso da Milano, Napoli e Roma? Anche il teatro di Palermo è una fondazione lirica che riceve i finanziamenti statali, regionali, comunali ed è anche un teatro in cui la danza ha un grande seguito di pubblico. Qui esiste ancora un corpo di ballo che non è stato smantellato rispetto ad altre realtà ma che è sottoccupato e per niente rinnovato come organico ufficiale (piuttosto si va riducendo di effettivi di anno in anno senza alcun ricambio generazionale tranne che per un utilizzo smodato di scritture a tempo unicamente necessarie per mettere in scena le tre o quattro produzioni previste nell’anno artistico).

Queste premesse sono indispensabili quando si assiste agli sforzi ed ai sacrifici a cui si sottopongono quotidianamente i circa quaranta piccoli artisti in erba dei Piccoli Danzatori che sembrano, purtroppo, non avere futuro nella propria città ed ai quali realmente non rimane che una motivazione: quella, cioè, di dimostrare unicamente la loro passione infinita per la danza. Ed è, pertanto, con una certa nostalgia che si scorre la lista di tutti i Piccoli Danzatori che in questi dieci anni hanno calpestato la sala Ballo del Politeama e ritornano vivi nella memoria spettacoli come, tra gli altri, A Ceremony of Carols, Omaggio a Stravinskij o Shalom, attraverso i quali l’allora direzione del Massimo ha dato, in ogni caso, dimostrazione di credere sul ruolo importante da sostenere per la crescita artistica e promozionale dei suoi ragazzi consentendo, quantomeno, agli stessi di maturare in palcoscenico: cosa che ormai, tra l’altro, non avviene più da parecchio tempo. Ora come allora, chi vive il mondo della danza è, però, ben conscio che tutto ciò non basta e per molti giunge, di conseguenza, il momento di capire se restare nella propria città o andare via. Cosa fare di questa realtà artistica, quale prospettive per il futuro, quale qualità di formazione offrire, come porre fine alla fuga dei talenti? Queste sono solo alcune delle tante risposte che deve dare il Teatro Massimo ai suoi giovani allievi.

La prova aperta dei Piccoli Danzatori

Ci è sembrato giusto e doveroso iniziare con la superiore premessa (prima di raccontare dell’esibizione dei Piccoli Danzatori, sotto forma di prova aperta, svoltasi nella Sala Ballo del Politeama Garibaldi il 10 luglio 2008) per dare voce e spazio alle tante istanze inascoltate di tutti quei genitori e di tutti quei ragazzi che hanno frequentato in passato e frequentano attualmente il gruppo dei Piccoli Danzatori e che sperano ancora nella nascita presso il Teatro Massimo di una scuola di Ballo come quella che esiste nei teatri di Milano, Napoli e Roma e che esisteva anche al Massimo di Palermo, grazie ai finanziamenti regionali, un trentennio fa’ sotto la prestigiosa direzione di Ugo Dell’Ara.

Guidati dal M° Antoniy Uzunov, responsabile ormai da quattro anni dei Piccoli Danzatori, i giovani allievi si sono esibiti nella suite Les Patineurs su musica di Giacomo Meyerbeer: una composizione originale di sette movimenti, coreografata da Stefan Hystrov, a cui lo stesso autore della coreografia aveva tolto il quarto movimento e, pertanto, rimaneggiata in sei movimenti. Si tratta di una coreografia complessa, come ci ha detto il M° Uzunov, che dovrà essere ancora perfezionata per superare le notevoli difficoltà tecniche e stilistiche insite nella stessa e per amalgamare al meglio l’insieme dei singoli gruppi. Tuttavia, l’esito della prova è stato molto produttivo consentendo di constatare quanto impegno hanno messo sia il Maestro sia i suoi allievi e di dimostrare come, lavorando con entusiasmo e dedizione, si possa rendere molto piacevole la visione di un lavoro, tra l’altro eseguito in una non confortevole sala Ballo e senza i costumi di scena, malgrado tutto il complesso della coreografia sia ancora da riprendere e perfezionare nei dettagli.

Sono tutti da lodare i Piccoli Danzatori (dai nuovi arrivati a quelli più grandi) ed è piacevole notare come sia cresciuto numericamente il gruppo dei maschi giunto ormai a nove elementi di cui sette giovanissimi. Dopo l’Entreé a cui hanno partecipato tutti i Piccoli Danzatori, si è assistito ad un delicato ed armonioso Pas de deux ben eseguito da Valentina Chiappara e Giacomo Castellana con il contorno di dodici ragazze; vivace ed animato l’Ensemble con le quattro soliste Gessica La Mattina, Alice Vattano, Chiara Lo Piparo ed Agnese Guglielmini insieme con un gruppo di sette maschietti, seguito dal Pas de quatre dove si sono piacevolmente cimentate Federica Viviano, Valentina Chiappara, Martina Basile e Martina Gioe' mentre nel Pas de Patineurs, pezzo forte della coreografia, si sono distinti Giacomo Castellana e Flavio Gambino insieme con un folto gruppo di ragazze. Ancora da preparare e studiare il Finale che per questa prova aperta non è stato mostrato ma che, alla ripresa delle lezioni, dopo la sosta estiva, il M° Uzunov conta di mettere in repertorio con la speranza di poter così festeggiare degnamente (sempre che la direzione del Teatro lo renda possibile) il decennale della nascita dei Piccoli Danzatori in uno spettacolo con il Coro di Voci Bianche da produrre stavolta sul palcoscenico del Massimo.

Conclusa la prova aperta è stato emozionante assistere all’abbraccio degli allievi con il M° Uzunov, anche lui piuttosto commosso. Sono queste, tra l’altro, manifestazioni di affetto e di stima che dimostrano come, pur tra mille difficoltà per mancanza di spazi, poco tempo a disposizione, scarsa visibilità e sensazione di indifferenza da parte di chi dirige il teatro, si possa ugualmente costruire qualcosa di importante ed, alla fine, anche se confortati dalla presenza di pochi intimi, considerata la precarietà del luogo, questi ragazzi hanno dimostrato la loro professionalità evidenziando tutto l’impegno e la grinta che hanno in corpo quale premio di riconoscenza, anche e soprattutto, nei confronti del loro Maestro che li ha seguiti e curati con amore e dedizione.

Il cast

Politeama Garibaldi – Sala Ballo – 10 luglio 2008, ore 15

Prova aperta: Les Patineurs

Balletto in sei movimenti di Stefan Hrystov

Coreografia ripresa da Antoniy Uzunov

Musica di Giacomo Meyerbeer

 

Entrée

Tutti

Pas de deux

Valentina Chiappara e Giacomo Castellana Silvia Binenti, Alessia Cali' Cerri, Silvia Cassata, Luana Correro, Claudia Dellutri, Carla Farina, Erica Lo Bianco, Rita Padalino, Zahirah Renzi, Federica Sampognaro, Gloria Tarantino, Maria Terzo

Ensemble

Gessica La Mattina, Alice Vattano, Chiara Lo Piparo, Agnese Guglielmini

Marzio Affaticato, Sergio Chinnici, Daniele Griffo, Andrea Melluso, Alessio Pirrone, Francesco Sala, Simone Tribuna

Pas de quatre

Federica Viviano, Valentina Chiappara, Martina Basile, Martina Gioe'

Pas de Patineurs

Giacomo Castellana e Flavio Gambino

Giorgia Alessandria, Francesca Cicala, Cristina Di Piazza, Naomi Dorato, Federica Fiorellino, Costanza Gattuso, Maria Concetta Giunta, Palma Giuliana, Giuliana Restivo, Clara Zizzo

 

Finale

Tutti

 

Piccoli Danzatori del Teatro Massimo di Palermo

Direttore responsabile: M° Antoniy Uzunov