I demoni

Nuvole corrono imbizzarrite,
s’addensano nubi;
la luna invisibile
annuncia la neve volteggiante;
torbido è il cielo,
fosca è la notte.
Io vado,
viaggio in campo aperto;
il campanello risuona il suo din din din.
Fa paura!
Senza volerlo, si prova sgomento,
avvolti in ciò che non si conosce!

"Ehi, cocchiere, più veloce!"
– "Impossibile Signore,
i cavalli fanno fatica;
la tormenta m’acceca;
ogni strada è celata;
non si scorge una traccia, neanche a morire;
ci siamo persi.
Che possiamo fare!
Evidentemente, un demone ci trascina per i campi
E ci fa girare a vuoto, da parte a parte.

Guarda: eccolo che gioca,
soffia, mi sputa addosso;
ecco:
ora sospinge verso il precipizio
il cavallo imbizzarrito;
là, come versta inesistente
spuntava innanzi a me;
là è apparso fugace come debole scintilla
ed è scomparso nella vuota oscurità."

Corrono le nuvole come cavalli imbizzarriti,
s’addensano nubi;
la luna invisibile,
illumina la neve volteggiante;
torbido è il cielo,
fosca è la notte.
Non abbiamo forze per girare ancora,
Il campanello tace all’improvviso;
i cavalli si sono fermati… "Cosa c’è nel campo?"
"Chi lo sa?
Un tronco o un lupo?"

La tormenta infuria,
la bufera urla;
i cavalli sensibili sbuffano.
Eccolo che saltella già lontano;
solo gli occhi
bruciano come brace nell’oscurità.
I cavalli riprendono la corsa impazzita,
il campanello il suo din din din…
Vedo: gli spiriti si sono riuniti
nella pianura biancheggiante.

Infiniti, orribili,
nel torbido gioco lunare,
turbinano demoni diversi
come foglie in Novembre…
Quanti sono!
Dove vanno?
Perché cantano così lamentosamente?
Seppelliscono un folletto domestico
o sposano una strega?

Corrono le nuvole imbizzarrite,
le nubi s’addensano,
la luna invisibile
illumina la neve volteggiante;
torbido è il cielo
fosca è la notte.

Come impazziti corrono i demoni a sciami,
uno dietro l’altro
ad altezze sconfinate,
emettendo sibili lamentosi e urla piagnucolose
che mi schiantano il cuore.

1830

Traduzione di Maria Vittoria Morokovski