"Arte a porte aperte": una mostra sui generis al liceo Boccioni-Palizzi di
Napoli
Giovani allievi che invitano alla sinergia
La preside Paola Guma: Sto
benissimo nell'atmosfera che si respira in ogni metro quadrato
Sezione
moda.
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Quando la scuola e l'arte s'incontrano, si manifesta il
talento a tutto tondo delle ragazze e dei ragazzi. Soprattutto quelli che
lavorano ogni giorno nei laboratori, nelle sale e nelle aule dei più svariati
dipartimenti ed indirizzi di un liceo trasversale a tutte le arti, come quel
"Boccioni-Palizzi" di Napoli sempre più
fucina di talenti.
Due nomi, Umberto Boccioni e Filippo Palizzi,
che hanno segnato la storia dell'arte italiana e quella stessa di
un'istituzione scolastica che ha fondato le sue radici nel tardo Ottocento
proprio alle spalle di Piazza del Plebiscito. Che poi ha incrociato il destino
artistico con l'allora istituto d'arte dedicato a Boccioni, sorto nel bel mezzo
della Mostra d'Oltremare e da ottobre scorso trasferito nell'avveniristica sede
di via Terracina.
Due nomi di artisti, dunque, che hanno ispirato generazioni
di "prof" e di giovani talenti fino ai giorni nostri, fino, cioè,
alla Dirigente Scolastica Paola Guma che in questi
mesi ha più volte dichiarato di trovarsi meravigliosamente bene a tu per tu con
gli artisti e con l'arte che si respira in ogni metro quadrato. Esattamente
come è successo qualche giorno fa nell'antica sede intitolata a Filippo Palizzi, nel centro storico della città, cuore pulsante
delle arti dell'Ottocento, del Novecento e del futuro prossimo e remoto
affidato proprio ai baldi giovani della preside Paola Guma,
del vicario professor Giacomo D'Alterio e dello staff
delle due sedi. Un evento, intitolato inequivocabilmente "Arte a porte
aperte", allestito dai professori Clorinda Irace
e Carlo Manguso, per la valorizzazione e la
promozione dell'intero patrimonio artistico e culturale conservato nelle sale,
nei laboratori, nelle biblioteche e negli archivi del liceo "Boccioni-Palizzi".
Sezione danza.
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Un progetto che durerà ancora per molto tempo, soprattutto
perché dovrà ridare vita alle ricchezze nascoste del MAI, il Museo Artistico
Industriale sorto proprio nel sito originario e che è stato riaperto in
quest'ultima edizione del "Maggio dei Monumenti" partenopeo. Un museo
nel quale saranno conservati anche i nuovi manufatti di ceramica, oreficeria e
metalli realizzati dai giovani talenti che, con uno spot, hanno decantato
proprio la ricchezza del loro stesso museo da difendere strenuamente. Un evento
che è stato una vera e propria matrioska di emozioni musicali, coreutiche ed
artistiche nell'accezione più vasta del termine. Basti pensare all'esecuzione
dal vivo degli spartiti "Carmina Burana" di Carl Horff, oltre
al "Tango mediterraneo" e "Se te credesse" di Domenico Maglionico, ad opera dell'orchestra dell'indirizzo musicale
del liceo. Così come si è sfoggiata l'intera produzione artistica con la mostra
dei più significativi lavori realizzati da allievi delle sezioni linguaggi
visivi, oreficeria e metalli, design del legno, ceramica, design del libro e
grafica con l’esibizione dei ragazzi del liceo musicale e coreutico e
dell'indirizzo moda che hanno realizzato costumi ispirati agli anni Venti ed
altri alle figure geometriche in un'allegorica guerra contro il femminicidio.
A seguire, nell’ambito della valorizzazione del MAI,
presente nella scuola e chiuso al pubblico da molti anni, si è tenuta anche una
conferenza sul tema cui hanno preso parte l’artista Gerardo Di Fiore e il
soprano Sabrina Messina introdotti ed intervistati da studentesse del liceo. La
manifestazione è stata altresì l’occasione per presentare al pubblico la
quadreria di arte contemporanea ospitata nell’Aula Magna del liceo per la quale
gli allievi hanno elaborato una proposta di riallestimento e valorizzazione da
attuarsi nel prossimo anno scolastico. Tutto incorniciato dalla danza e dalla
musica con la rappresentazione dal vivo di "Artemisia", con le
coreografie di Francesca Romana Sestili sull' "Aria di Venere" di Giovanni
Maria Trabaci, per voce ed ensemble strumentale.
Infine l'allestimento de "Lu Cardillo" di
Pietro Labriola, versione per pianoforte a quattro mani, mandolino, flauto ed
oboe ed un duetto tratto da "Le Perle" di Marius
Petipa, del 1896, con lo spartito di Riccardo Drigo e le riprese coreografiche ad opera di Annamaria Di Maio.
Sezione
musica.
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Nomi, titoli ed emozioni appannaggio del futuro artistico di
una città affidato ai baldi giovani di Paola Guma.
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