Isadora Duncan, Pina Bausch. Danza dell'anima, liberazione del corpo

Skira Editore, 2006

Isadora Duncan (1877-1927) e Pina Bausch (1940-): due rivoluzionarie del loro tempo; due danzatrici-coreografe che hanno dato via libera al corpo perché potesse esprimersi in maniera nient'affatto stereotipata.

Due artiste che Skira Editore ha voluto unire idealmente in un volume pubblicato come catalogo della mostra che porta lo stesso titolo, promossa dalla Provincia di Milano e organizzata dall'Associazione Culturale Dioniso a Milano, presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline.

Il volume (ricco di preziosi disegni e fotografie) si apre con un'introduzione di Daniela Benelli, assessore alla Cultura della Provincia di Milano, che lamenta la situazione in cui versa la danza oggi ("Dopo essere stata al vertice mondiale per un lungo periodo aureo e ormai lontano, la danza italiana si affaccia al XXI secolo in uno scenario talora sconfortante, con strutture che latitano e finanziamenti insufficienti.") La volontà, da parte della Provincia di Milano, di promuovere una mostra incentrata su due figure carismatiche come quelle della statunitense Isadora Duncan e della tedesca Pina Bausch, è dunque quella di contribuire a "riportare l'attenzione sulla nobiltà di un'arte antica, eppure così moderna." Tanto più che, per quanto concerne la parte dedicata alla Duncan, la mostra si presenta come la prima di rilievo in Europa negli ultimi decenni.

La parte del volume dedicata alla Duncan vede ‑ tra gli altri ‑ gli interventi di Agnes De Mille e di E. Gordon Craig. È inoltre presente uno scritto della Duncan stessa: "La grande sorgente", tratto da Lettere dalla danza, Firenze, La Casa Usher, 1980.

Per la parte dedicata alla Bausch, invece, segnaliamo l'intervista rilasciata a Norbert Servos e uno scritto di Elisa Guzzo Vaccarino, oltre alla "Laudatio" di Eugenia Casini Ropa e alla "Lectio magistralis" della stessa Bausch, pronunciate in occasione del conferimento alla coreografa tedesca della laurea honoris causa in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo, Università di Bologna, facoltà di Lettere e Filosofia, 25 novembre 1999.


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