Isadora e Pina: un binomio d'eccezione

"Isadora Duncan, Pina Bausch. Danza dell'anima, liberazione del corpo"

Milano, Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline ‑ Dal 17 maggio al 22 luglio 2006

 

Un binomio d'eccezione. 1

L'invito di Isadora. 1

La mostra. 1

Poesia per due "adorables" 2

 

Un binomio d'eccezione

Isadora Duncan nel Teatro di Dioniso.

Foto Raymond Duncan, Grecia, 1903

Isadora Duncan (1877-1927) e Pina Bausch (1940-).

Colei che liberò il corpo dalle vesti e lo consacrò alla spontaneità e alla naturalezza. E colei che ha rivoluzionato il linguaggio del corpo portando alla ribalta un'espressività tutta nuova.

Colei che sognava di realizzare la "danza del futuro", considerata una sorta di manifesto della danza moderna. E colei che viene considerata la capofila del teatrodanza (Tanztheater).

Isadora e Pina: un binomio d'eccezione, dunque, raccontato in una mostra presso la Galleria Gruppo Credito Valtellinese, Refettorio delle Stelline di Milano.

La mostra è promossa dalla Provincia di Milano, curata da Pier Giorgio Carizzoni e organizzata dall'Associazione Culturale Dioniso, con la collaborazione di Credito Artigiano, Goethe-Institut Mailand, Centre Culturel Français de Milan, Istituto Svizzero di Roma-Centro Culturale Svizzero di Milano.

Aperta dal 17 maggio al 22 luglio 2006, la mostra osserva i seguenti orari: da lunedì a sabato dalle ore 10.30 alle ore 19; giovedì e venerdì chiusura ore 20. Domenica chiusa.

L'invito di Isadora

"Vieni qui e fermati per un'ora. Vieni qui perché c'è per te lo specchio della tua vita, non uno specchio della superficie, né rosa, né bianco, ma l'anima riflessa della vita."

È l'invito di Isadora Duncan, affisso accanto alla porta che immette il visitatore nelle sale espositive.

L'ho accolto, quell'invito, ma la mia visita ha ecceduto abbondantemente l'ora: mi sono infatti lasciata ospitare dalla mostra molto a lungo, persa nell'atmosfera evocata da fotografie e disegni, video e cartoline, programmi di sala, appunti, testimonianze. È questo, d'altronde, il mio modo d'essere, al quale non riesco a rinunciare. Non m'importa, cioè, la ragione per la quale mi avvicino ad un evento culturale ed artistico: infatti, anche se  il mio fine è recensirlo, non voglio ‑ guidata dal mio senso della sintesi ‑ setacciare esclusivamente ciò che mi serve per la recensione. Voglio far assurgere l'evento ad esperienza e, congiuntamente, lasciare che il flusso delle emozioni non s'arresti. Che i ricordi si destino, dunque, che gli occhi si illuminino, che il cuore sia libero di manifestarsi, senza alcuna necessità di inibire i propri battiti.

La mostra

Ruth Amarante, Pascal Merighi, Michael Strecker in Rough cut di Pina Bausch.

Fotocopyright Ulli Weiss

I cultori della danza troveranno particolarmente ricca la zona Duncan: fotografie che ritraggono la danzatrice statunitense e le sue allieve, le "Isadorables", cartoline, libri, dediche, manifesti e locandine, programmi di sala, i pallidi disegni di Auguste Rodin (grafite su carta color crema) e quella sorta di nervosi appunti su un fragile supporto cartaceo che sono i disegni a penna nera e inchiostro viola su carta velina di Antoine Bourdelle. Ancora: antichi vasi greci "commentati" da una citazione dell'Ode to a Grecian Urn di John Keats, statuette criselefantine (apparse nel decennio 1920-1930) e il mantello in velluto di Mariano Fortuny, indossato dalla Duncan e ispirato nella linea ai "bournus" arabi e nei motivi ai velluti toscani dei secoli XV-XVI.

Preziosissime sono, poi, le testimonianze filmate riprese nel video La danse libre realizzato da Elisabeth Schwartz e da Cinémathèque de la Danse, selezione e montaggio di Pier G. Canizzoni e Mario Piavoli. Nel video vengono infatti riproposte alcune protagoniste della danza del primo Novecento (tra esse Mary Wigman e Anna Pavlova) ma soprattutto viene riprodotto l’unico documento filmato conservato di una breve danza di Isadora Duncan.

La zona Bausch si presenta indubbiamente meno ricca, ma non per questo insapore.

Alle pareti della sala dedicata alla coreografa tedesca è gioiosamente appesa una serie di splendide immagini dai colori squillanti, tratte da alcuni suoi lavori, e firmate Francesco Carbone e Ulli Weiss (due ‑ italiano il primo, tedesca la seconda ‑ tra i fotografi più legati alla Bausch).

Una parte della sala è dedicata al tappeto di garofani finti che richiama il suggestivo Nelken, balletto del 1983. Un'altra parte della sala è invasa da una gigantografia in bianco e nero che offre una scena di Café Müller (1978) allo spettatore che dovrebbe ‑ nell'intenzione dei curatori della mostra ‑ sentirsi immerso nel balletto per via delle sedie abbandonate in disordine sul pavimento che fronteggia l'area video. Area nella quale viene proiettato il reperto più suggestivo della zona Bausch: il film di Lee Yanor Coffee with Pina (2004), che si apre con le mani della coreografa tedesca a danzare sommessamente davanti alla cinepresa, sconvolgenti nel loro eburneo lucore, nel loro discreto e sottile gioco di metafore.

Poesia per due "adorables"

Quando un'esperienza o una presenza umana mi toccano, molto spesso rispondo con la poesia.

Ecco: durante il prezioso tempo in cui ‑ lontana dagli affanni quotidiani e dalle corse vertiginose che l'essere umano intraprende alla ricerca dell'insoluto ‑ mi sono concessa di smemorarmi nella fruizione dell'arte delle due grandi donne della danza, è scaturita la poesia.

La prima lirica l'ho scritta guardando per la quarta volta il video La danse libre. La seconda bevendo un Caffè con Pina.

 

Water study

Elisabeth Schwartz su una coreografia di Isadora Duncan

 

Voce liquida.

Attenuo il chiarore d'acque pensate e non espresse.

Sguardo in alto

per rimandare senza fragore

le onde dietro le rive.

Voglio convincere piano

le onde ad accucciarsi

quando la riva non richiede.

 

Pina compendium

 

I

Mani di statua morta

che fingono un'ebrezza.

II

Le mistral offre un caffè

a Pina-ritmo

Pina-disfacimento

Pina-morte

Pina-ilbrutto

Pina-Wuppertal

Pina-tacchialti di donne che vendono i sensi per 5 secondi di piacere

Pina-rumore

Pina-dolore

Pina-grida

Pina-acqua

Pina-fango

Pina-colore

Pina-b/n

Pina-infanziarammentata.

III

Cammina nell'aria,

l'altra,

con quattro uomini.

IV

Pina-fumo

Pina-manieburnee

Pina-mani che spuntano esangui da maniche nere.