"La scuola va al Massimo": Viva Verdi
I bambini al Massimo per "Viva
Verdi".
Foto Studio Camera Palermo
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"La scuola va al Massimo" è il
progetto didattico che il teatro lirico di Palermo dedica agli studenti di ogni
ordine e grado, università compresa. Dal dicembre 2005 sono state infatti
decine di migliaia i giovani ed i giovanissimi che hanno avuto il loro primo
felice incontro con il Teatro Massimo. È un progetto questo che prevede vari
itinerari formativi mirati e imperniati su un percorso educativo intitolato Viva Verdi, unito alle visite al
palcoscenico ed ai laboratori di scenotecnica, alla partecipazione alle prove
degli spettacoli e ad un ciclo di educazione all’ascolto, denominato Tutti insieme appassionatamente, che
porta gli studenti a contatto diretto con gli artisti del Teatro (orchestra,
coro e corpo di ballo) in una proposta variata che spazia dal 700 ai giorni
nostri ed in cui il pubblico giovanile diventa parte viva e vitale diventando
protagonista anch’esso della manifestazione.
In tale percorso
educativo, Viva Verdi assume una
valenza particolare in quanto è espressamente dedicato alle scuole elementari e
medie inferiori e, pertanto, ha quale obiettivo primario quello di offrire ai
più piccoli la possibilità di conoscere ed amare il teatro, l’opera e i suoi
protagonisti, in un’atmosfera a loro adatta e capace di stimolare una
partecipazione viva e gioiosa. Il bambino, tramite questa esperienza, impara ad
approfondire, ad incuriosirsi e ad accostarsi alla musica in armonia con il suo
sviluppo e in modo che la stessa possa diventare parte del bagaglio di quelle
esperienze liete, felici e formative a cui potrà attingere positivamente per
tutta la sua vita.
Allora immergiamoci
in questa visita magica del nostro teatro attraverso gli occhi dei più piccoli.
Con gli zainetti sulle spalle, una scolaresca di seconda elementare,
proveniente da Misilmeri, un paese in provincia di Palermo, percorre in fila
indiana, incuriosita e un po’ chiassosa, il corridoio che conduce alla Sala
Pompeiana: una spaziosa sala rotonda tutta affrescata e decorata, situata al
piano nobile della seconda fila dei palchi ed un tempo luogo prediletto di ritrovo
del pubblico. Qui avviene il primo incontro straordinario. Al centro della sala
c’è lo Spettro dell’eco, tutto coperto di un velo bianco e trasparente, che
chiama i bambini ad uno ad uno per nome e fa scoprire loro la caratteristica
acustica della grande sala, non senza un attimo di panico quando lo Spettro,
che si è nel frattempo trasformato in Ambrogio, il maggiordomo del Massimo,
comincia ad aprire le porte intorno alla sala che rivelano come dietro ad esse
ci sia un muro invalicabile che impedisce qualsiasi possibilità di fuga. I
prigionieri dello Spettro dell’eco però sono scaltri ed insieme con Ambrogio
riescono comunque a ritrovare la strada per uscire.
Eccoci adesso nella
Sala del Sovrano del Palco Reale. L’atmosfera sa di antico, di sacro. Ambrogio,
con l’aiuto di uno dei piccoli spettatori, si trucca in diretta. Una pennellata
di colla sul mento, sul labbro, sugli zigomi, un aiutino per applicare barba,
baffi e basette ed, all’improvviso, ci si trova di fronte ad un nuovo
personaggio. È il vecchio Giuseppe Verdi che, attraverso la sua vita e gli
aneddoti della sua carriera, racconta come sono nate le sue opere facendoci
respirare l’aria del Risorgimento e sono proprio i bambini, chiamati un po' a
caso, che l’accompagnano durante il suo racconto impersonando i vari
personaggi. Ecco apparire l’organista di Roncole, Pietro Baistrocchi, il suo
protettore Barezzi e la di lui figlia Margherita, che diverrà la sua sfortunata
moglie morta prematuramente, e poi tanti altri, sino all’inseparabile e fedele
Giuseppina Strepponi, grande soprano protagonista delle sue opere. Arriva anche
il momento del “Va pensiero” del Nabucco che viene diretto dal Maestro
Verdi in persona ed interpretato mimicamente dai bambini suddivisi in gruppi
nelle varie famiglie di strumenti orchestrali. Infine fa la sua apparizione zu
Pietro, il capomastro che ha visto nascere il teatro sin dalla posa della prima
pietra, e la visita così continua alla scoperta del magnifico monumento del
Basile.
La scoperta della
magia del teatro mostrata attraverso il gioco ha incontrato il favore di questi
bambini. Si poteva intuire dai loro sguardi divertiti e, a volte, stupiti, dai
loro interventi sempre appropriati, dalla curiosità e dalla disinibizione
mostrata nel partecipare come protagonisti alla storia senza alcuna timidezza o
ritrosia. Si sentivano in famiglia, in casa propria, nella loro classe, stavano
vivendo una loro rappresentazione magica, sospesa tra realtà e sogno.
Lo Spettro
dell’eco, Ambrogio, zu Pietro e Giuseppe Verdi erano interpretati in modo
delizioso, divertito e divertente da Pietro Massaro, accompagnato garbatamente
dall’ammiccante Francesca Picone, un po’ dalla parte dei bambini e un po’ con
fare misterioso come spalla ai vari protagonisti della storia che man mano si
andavano incontrando. I testi e la regia erano del geniale Fabrizio Lupo.
L’esperienza che il
Teatro sta dando ai tanti giovanissimi che in questi mesi hanno potuto
partecipare al suo progetto educativo, e quest’iniziativa in particolare che si
prefigge di far conoscere attraverso fantasia e gioco il teatro, la sua storia
e i suoi artefici, sono la riprova che la musica e l’arte non devono essere viste
come una cosa lontana, astratta, ma occorre viverla sempre a stretto contatto
con se stessi e con il mondo circostante. In questo modo viene offerta ai
ragazzi anche l'opportunità di impostare precocemente le basi di un processo di
conoscenza artistica che, soprattutto a questa età, consiste nel vivere di
persona l’esperienza, provando ad esserne protagonisti, facendo volare la
fantasia, immergendosi nel passato in una sorta di gioco-trasformazione di se
stessi e del quotidiano che alla fine fa apprezzare e amare il bene artistico
donato da coloro che non ci sono più, sicché anche i piccoli cittadini d’oggi
possono raccoglierne l’eredità e provare a inventare, creare, produrre e
comunicare con gli altri e un giorno tramandare agli altri.