"La scuola va al Massimo": Viva Verdi

Visita guidata al Teatro Massimo. Il cicerone? Giuseppe Verdi

I bambini al Massimo per "Viva Verdi".

Foto Studio Camera Palermo

"La scuola va al Massimo" è il progetto didattico che il teatro lirico di Palermo dedica agli studenti di ogni ordine e grado, università compresa. Dal dicembre 2005 sono state infatti decine di migliaia i giovani ed i giovanissimi che hanno avuto il loro primo felice incontro con il Teatro Massimo. È un progetto questo che prevede vari itinerari formativi mirati e imperniati su un percorso educativo intitolato Viva Verdi, unito alle visite al palcoscenico ed ai laboratori di scenotecnica, alla partecipazione alle prove degli spettacoli e ad un ciclo di educazione all’ascolto, denominato Tutti insieme appassionatamente, che porta gli studenti a contatto diretto con gli artisti del Teatro (orchestra, coro e corpo di ballo) in una proposta variata che spazia dal ‘700 ai giorni nostri ed in cui il pubblico giovanile diventa parte viva e vitale diventando protagonista anch’esso della manifestazione.

In tale percorso educativo, Viva Verdi assume una valenza particolare in quanto è espressamente dedicato alle scuole elementari e medie inferiori e, pertanto, ha quale obiettivo primario quello di offrire ai più piccoli la possibilità di conoscere ed amare il teatro, l’opera e i suoi protagonisti, in un’atmosfera a loro adatta e capace di stimolare una partecipazione viva e gioiosa. Il bambino, tramite questa esperienza, impara ad approfondire, ad incuriosirsi e ad accostarsi alla musica in armonia con il suo sviluppo e in modo che la stessa possa diventare parte del bagaglio di quelle esperienze liete, felici e formative a cui potrà attingere positivamente per tutta la sua vita.

Allora immergiamoci in questa visita magica del nostro teatro attraverso gli occhi dei più piccoli. Con gli zainetti sulle spalle, una scolaresca di seconda elementare, proveniente da Misilmeri, un paese in provincia di Palermo, percorre in fila indiana, incuriosita e un po’ chiassosa, il corridoio che conduce alla Sala Pompeiana: una spaziosa sala rotonda tutta affrescata e decorata, situata al piano nobile della seconda fila dei palchi ed un tempo luogo prediletto di ritrovo del pubblico. Qui avviene il primo incontro straordinario. Al centro della sala c’è lo Spettro dell’eco, tutto coperto di un velo bianco e trasparente, che chiama i bambini ad uno ad uno per nome e fa scoprire loro la caratteristica acustica della grande sala, non senza un attimo di panico quando lo Spettro, che si è nel frattempo trasformato in Ambrogio, il maggiordomo del Massimo, comincia ad aprire le porte intorno alla sala che rivelano come dietro ad esse ci sia un muro invalicabile che impedisce qualsiasi possibilità di fuga. I prigionieri dello Spettro dell’eco però sono scaltri ed insieme con Ambrogio riescono comunque a ritrovare la strada per uscire.

Eccoci adesso nella Sala del Sovrano del Palco Reale. L’atmosfera sa di antico, di sacro. Ambrogio, con l’aiuto di uno dei piccoli spettatori, si trucca in diretta. Una pennellata di colla sul mento, sul labbro, sugli zigomi, un aiutino per applicare barba, baffi e basette ed, all’improvviso, ci si trova di fronte ad un nuovo personaggio. È il vecchio Giuseppe Verdi che, attraverso la sua vita e gli aneddoti della sua carriera, racconta come sono nate le sue opere facendoci respirare l’aria del Risorgimento e sono proprio i bambini, chiamati un po' a caso, che l’accompagnano durante il suo racconto impersonando i vari personaggi. Ecco apparire l’organista di Roncole, Pietro Baistrocchi, il suo protettore Barezzi e la di lui figlia Margherita, che diverrà la sua sfortunata moglie morta prematuramente, e poi tanti altri, sino all’inseparabile e fedele Giuseppina Strepponi, grande soprano protagonista delle sue opere. Arriva anche il momento del “Va pensiero” del Nabucco che viene diretto dal Maestro Verdi in persona ed interpretato mimicamente dai bambini suddivisi in gruppi nelle varie famiglie di strumenti orchestrali. Infine fa la sua apparizione zu Pietro, il capomastro che ha visto nascere il teatro sin dalla posa della prima pietra, e la visita così continua alla scoperta del magnifico monumento del Basile.

La scoperta della magia del teatro mostrata attraverso il gioco ha incontrato il favore di questi bambini. Si poteva intuire dai loro sguardi divertiti e, a volte, stupiti, dai loro interventi sempre appropriati, dalla curiosità e dalla disinibizione mostrata nel partecipare come protagonisti alla storia senza alcuna timidezza o ritrosia. Si sentivano in famiglia, in casa propria, nella loro classe, stavano vivendo una loro rappresentazione magica, sospesa tra realtà e sogno.

Lo Spettro dell’eco, Ambrogio, zu Pietro e Giuseppe Verdi erano interpretati in modo delizioso, divertito e divertente da Pietro Massaro, accompagnato garbatamente dall’ammiccante Francesca Picone, un po’ dalla parte dei bambini e un po’ con fare misterioso come spalla ai vari protagonisti della storia che man mano si andavano incontrando. I testi e la regia erano del geniale Fabrizio Lupo.

L’esperienza che il Teatro sta dando ai tanti giovanissimi che in questi mesi hanno potuto partecipare al suo progetto educativo, e quest’iniziativa in particolare che si prefigge di far conoscere attraverso fantasia e gioco il teatro, la sua storia e i suoi artefici, sono la riprova che la musica e l’arte non devono essere viste come una cosa lontana, astratta, ma occorre viverla sempre a stretto contatto con se stessi e con il mondo circostante. In questo modo viene offerta ai ragazzi anche l'opportunità di impostare precocemente le basi di un processo di conoscenza artistica che, soprattutto a questa età, consiste nel vivere di persona l’esperienza, provando ad esserne protagonisti, facendo volare la fantasia, immergendosi nel passato in una sorta di gioco-trasformazione di se stessi e del quotidiano che alla fine fa apprezzare e amare il bene artistico donato da coloro che non ci sono più, sicché anche i piccoli cittadini d’oggi possono raccoglierne l’eredità e provare a inventare, creare, produrre e comunicare con gli altri e un giorno tramandare agli altri.