Rivive al Conservatorio "Vincenzo Bellini" di Palermo l’arte di
Tito Gobbi
Tito
Gobbi. Lezioni magistrali 1
Tito
Gobbi. Un uomo, cento personaggi 2
L’11 e il 12 febbraio 2006 il Conservatorio Vincenzo Bellini
di Palermo ha ospitato due interessanti e coinvolgenti conferenze multimediali
dedicate al grande baritono Tito Gobbi (1913-1984) e
rivolte, rispettivamente, agli allievi e ai docenti del Conservatorio (Tito
Gobbi. Lezioni magistrali) e agli amanti dell’opera lirica (Tito Gobbi.
Un uomo, cento personaggi). Entrambe le conferenze sono state presentate da
Cecilia Gobbi, figlia del grande artista e Presidente dell’Associazione
Musicale a lui intestata, con la collaborazione di Amelia Imbarrato, membro
della medesima Associazione Musicale.
L’Associazione Musicale Tito Gobbi, fondata nel 2003 a Roma
nel ventennale della scomparsa di Gobbi, è nata grazie all’appassionata,
all’amorevole dedizione ed al paziente lavoro di raccolta di manoscritti,
fotografie, filmati da parte della figlia del grande baritono che ha voluto
così onorare e continuare a tener viva la memoria
dell’arte del padre. Le finalità dell’Associazione sono, infatti, quelle di
diffondere l’eredità artistica di Gobbi e contribuire alla conoscenza ed alla
diffusione della cultura operistica con molteplicità di iniziative, che vanno
dai progetti didattici, a corsi di formazione, concorsi, eventi culturali,
mostre, pubblicazioni e conferenze, fino a coinvolgere importanti istituzioni
culturali internazionali in modo da raggiungere così la gente in ogni parte del
mondo. Il catalogo multimediale e cartaceo
dell’Associazione, a tre anni dalla sua nascita, oltre a tramandare la preziosa
eredità artistica di Gobbi, può essere considerato un sorta di archivio storico
degli anni d’oro della lirica italiana e internazionale. Tito
Gobbi, infatti, nei suoi oltre 40 anni di teatro, ha cantato con tutti i
maggiori artisti della lirica mondiale ed è stato interprete di memorabili
incisioni discografiche che ancora oggi sono da considerasi punti di
riferimento straordinari a livello interpretativo per artisti e studenti di
canto.
Tito Gobbi inoltre amava insegnare
e lui stesso sognò che il suo sapere non rimanesse limitato alla sua vita ma
che ne restasse traccia per il futuro. “È mio dovere trasferire alle giovani
generazioni quello che ho avuto la grande fortuna di apprendere in quarant’anni
di carriera. Non penso che il tesoro di esperienze che ho accumulato debba
sparire con me.” Questo messaggio di speranza è stato
raccolto dall’Associazione Musicale, che si riconosce nel suo nome, e l’eredità
artistica di Gobbi, come interprete e docente, vive significativamente ancora
oggi.
Tito Gobbi.
Lezioni magistrali
La conferenza dell’11 febbraio, dedicata alla sua opera di
docente, ha presentato i concetti del pensiero del grande artista attraverso
tre distinte fasi, esplicitate nel programma della conferenza stessa, con la
seguente successione.
1. Ad ogni parola il suo giusto valore
L’opera come vocazione il
trasferimento della propria esperienza ai giovani cantati come impegno morale.
La concezione del recitar cantando in adesione al pensiero
verdiano, il metodo per affrontare un nuovo personaggio: dallo studio del
libretto, del contesto e dei personaggi… arrivare alla musica attraverso la
parola.
1980. Lezione su Tosca con Mani Mekler
1964. Tosca con Maria Callas. Londra
2. Lo studio del personaggio
La visualizzazione immaginaria del personaggio nei suoi
connotati fisici e psicologici come mezzo per calarcisi e viverlo.
L’importanza del trucco e della postura.
1973-78. Estratti di lezioni su Rigoletto
1966. Rigoletto con Renata Scotto
1975. Lezione su Don Giovanni con Paulette Barman e
Bjorn Asker
3. L’interpretazione vocale
Colore ed emozione nella voce per esprimere i sentimenti.
L’intensità e non la forza per rendere la drammaticità.
La musica che suggerisce il sentimento e orienta
l’interpretazione.
1980. Lezione su Simon Boccanegra con Wolfgang Lenz e Baldo Podic
1958. Finale di Simon Boccanegra con Leila Gencer
Attraverso filmati proiettati durante la conferenza, che
mostravano alcune interpretazioni di Tito Gobbi, i suoi studi sui personaggi e
la sua attività di maestro e regista, è stato messo in
evidenza tutto il suo percorso di grande artista e formatore. Egli,
infatti, ha contribuito a modellare lo stile e la concezione stessa
dell’interpretazione operistica, in cui canto e recitazione diventano elementi
inseparabili per rendere il personaggio vivo e reale sicché in scena l’artista
si immedesima nella parte sino ad assumerne l’identità fisica e psicologica.
Tito Gobbi.
Un uomo, cento personaggi
La conferenza del 12 febbraio ricostruiva, invece, la carriera artistica di Tito Gobbi attraverso una selezione
di filmati, alcuni inediti, tratti da film e da riprese dal vivo e in studio,
evidenziando la sua grande versatilità di interprete, capace di cimentarsi in
ruoli tra i più differenti, dal tragico al brillante, ma sempre donando ai suoi
personaggi umanità, vitalità, espressività.
In tre sequenze, come evidenziato nel programma della
conferenza, si svolge il percorso artistico di Tito Gobbi.
1. Gli esordi della carriera
Le prime interpretazioni in ruoli poco noti e in ruoli
destinati a diventare tra i suoi più celebri: Il Barbiere di Siviglia, Rigoletto
e altri, in una vivace alternanza tra il cinema e i palcoscenici dei teatri
d’’opera al fianco di attrici emergenti del grande schermo e primedonne della
lirica.
1937. I condottieri
1946. Barbiere di Siviglia con Nelly Corradi
1947. Rigoletto
1948. Pagliacci con Gina Lollobrigida (voce di O.
Fineschi)
2. La grande carriera
internazionale
I ruoli più emblematici in performance memorabili:Tosca con Maria Callas e Otello con Mario Del Monaco, e gli
altri grandi personaggi che evidenziano una versatilità che spazia da
un’intensa drammaticità ad un’arguta comicità: Falstaff, Schicchi, Simone, Don
Giovanni, Michele.
1952. Don Giovanni
1958 Falstaff
1959. Otello con Mario Del Monaco
1964. Tosca con Maria Callas
1966. Tabarro con Marie Collier
1966. Gianni Schicchi con Elisabeth Robson
3. L’evoluzione della
carriera
Il naturale passaggio alla regia, prima come regista e
interprete, in Simon Boccanegra, Tosca, Gianni Schicchi e
altre opere – tra cui Falstaff e Don Giovanni – di cui disegna
anche le scene – e poi solo come regista. L’impegno nell’insegnamento, le master class centrate sull’attenzione alla parola e al
suo significato, sulla musica come guida interpretativa, sul contesto storico
del libretto, sulla psicologia dei personaggi.
1977. Gobbi. Regista di Madama Butterfly con Davide Waite
1975. Masterclass su Don Giovanni con Paulette Barman
e Bjorn Asker
Arrivederci: Gondoliera Veneziana
I contenuti di questa seconda conferenza rendono con
chiarezza la stupefacente sensibilità artistica di cantante-attore del celebre
baritono che segnò indimenticabilmente l’epoca del belcanto italiano e
trasformò con modernità ed intelligenza lo stile interpretativo dei ruoli del
melodramma.
Per saperne di più su Tito Gobbi e
la sua arte, invito tutti a visitare il bel sito dell’Associazione Musicale che
onora la sua memoria con l’intento di diffondere la sua eredità artistica e
contribuire alla crescita dell’amore verso il teatro lirico: www.associazionetitogobbi.com.