Intervista a Gabriele Gandini, direttore
artistico della Teatri S.p.A.
Archivio Teatri S.p.A.
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Mi sono intrattenuta con il M°
Gabriele Gandini, direttore artistico della Teatri
S.p.A., per un'intervista rilasciatami in occasione dello spettacolo Carolyn Carlson, Susanne Linke. Le
due donne del teatro-danza e i loro uomini,
andato in scena l'11 gennaio 2006 presso il Teatro Comunale di Treviso.
"Carolyn Carlson,
Susanne Linke. Le due donne del teatro-danza e i loro uomini", lo spettacolo
esclusivo per Treviso andato in scena l'11 gennaio 2006 al Teatro Comunale.
Le chiedo un consuntivo: il gradimento del pubblico e quello del direttore
artistico.
Be', pubblico e direttore artistico sono due elementi
diversi. Personalmente sono assai soddisfatto dello spettacolo, che da molto
tempo cercavo di portare a Treviso: sono finalmente riuscito nell'intento
grazie anche ad Arteven e ad altri contatti.
Sicuramente il teatro-danza non rappresenta un genere di facile approccio,
quindi il pubblico trevigiano si è diviso tra chi ha profondamente apprezzato
l’offerta e chi è rimasto perplesso di fronte alla medesima: del resto nel
grande pubblico ci sono sempre consensi e dissensi sul medesimo evento. Direi
quindi che la serata è riuscita (se potessi ridarei lo
spettacolo già domani!) e, soprattutto, ha concretato l’opportunità di avere
quattro grandi artisti che si sono esibiti in quattro splendidi assolo sullo
stesso palcoscenico, cosa non facile, visto che i quattro balletti sono stati
rappresentati un po’ ovunque, ma mai insieme.
Quanto è importante nutrire il pubblico anche della danza
moderna e contemporanea, oltre che dei classici?
È necessario proporre, confrontarsi, lanciare delle sfide.
Anche se indubbiamente i ballettomani sono più
attaccati ai grandi balletti classici, per il pubblico ritengo sia interessante
vedere altro. A conferma di questa mia convinzione le anticipo che proporrò
nuovamente, nel settembre 2006, uno spettacolo di teatro-danza.
Restiamo in tema dello spettacolo dell'11 gennaio. Come lo
possiamo definire? Due donne a confronto o due artiste a confronto?
Si può parlare di due grandi artiste, ma non a confronto,
perché sono molto diverse tra loro: hanno caratteristiche differenti che
derivano dal loro stile di danza e dal loro percorso artistico nell'ambito
della storia della danza. Il piacere che lo spettacolo ha dato è stato quello
di averle potute vedere, una dopo l'altra, sullo stesso palcoscenico.
Susanne Linke:
in che modo pensa che il pubblico abbia decodificato
il simbolo della vasca da bagno?
Be', Nella vasca da bagno è un classico! Credo che,
tra i quattro assolo presentati, quello maggiormente recepito
sia stato Giotto della Carlson perché
l'immagine fotografica era più aderente alla tradizione.
Ed ora parliamo del Suo impegno come
direttore artistico di Teatri S.p.A. (incarico che ricopre dall'anno 2000). L'incipit lo affiderei a questa domanda: di che cosa si
compone necessariamente il carisma di un direttore artistico?
Io sono un caso anomalo perché lavoro in un'istituzione
privata, la Teatri S.p.A., che è un unicum in Italia: si tratta di una
società strumentale senza scopo di lucro della Fondazione Cassamarca
di Treviso e che svolge un'attività di programmazione e di produzione di iniziative culturali e di spettacolo nei teatri di
Treviso (Teatro Comunale, Teatro Eden) e della provincia (Teatro Da Ponte a
Vittorio Veneto). Inoltre, in collaborazione con Asolo
Musica, la Teatri S.p.A. organizza corsi dedicati a musica, teatro e danza, che
si tengono a Villa Ca' Zenobio, a nord di Treviso.
Insomma, sono un direttore artistico che non ha a che fare con le masse
artistiche. Le caratteristiche che un direttore deve avere sono la capacità di
rapportarsi con chi produce spettacolo e la capacità organizzativa.
Personalmente posso avvalermi di ottimi collaboratori.
Lei è musicista ma si occupa anche dell'organizzazione della
stagione di prosa. Che cosa mi dice in proposito?
Sì, la mia formazione è in campo musicale, essendo diplomato
in pianoforte, composizione e direzione d'orchestra ed
avendo svolto attività direttoriale, didattica e musicologia. Non mi ero mai
occupato di prosa e l'ho "scoperta" programmando le stagioni.
L'incontro con i grandi del teatro italiano è affascinante. Sono i grandi che
tramandano la tradizione teatrale. Pochi giorni fa ero con Mario Scaccia che mi
raccontava di aver lavorato con Gandusio, Benassi, che nominava la Duse…
I mostri sacri del teatro di prosa, insomma.
Sì, i grandi che raccontano la storia del teatro. Questo
corrispettivo non c'è in campo musicale perché i grandi pianisti sono morti.
Invece abbiamo ancora la possibilità di godere l'arte di attori sopra i
settant'anni.
Apriamo una breve parentesi nel campo della musica. La figura
del musicista, cammin facendo, è cambiata. Mi vien
fatto di credere che i musicisti di oggi siano tecnicamente ineccepibili, ma
forse qualcosa - rispetto a ieri - è venuto a mancare.
Oggi esistono scuole strumentali straordinarie e i giovani
sono ferratissimi, ma forse, sì, si è persa un po' di poesia.
Lei è stato tra i fondatori del
Festival Vivaldi a Venezia, direttore artistico della Sagra Malatestiana di
Rimini per un triennio, del Teatro Verdi di Trieste e dell’Ente Lirico Arena di
Verona, dell’Orchestra Sinfonica di San Remo, membro della Direzione Nazionale
delle orchestre italiane e per quasi cinque lustri responsabile Festival delle
Nazioni di Città di Castello.
Al Festival delle Nazioni cominciai nel 1979. Lì sì che ho
visto passare molti grandi della musica: da Yehudi Menuhin al Quartetto italiano al Quartetto Amadeus.
Quest'ultimo teneva corsi negli anni Ottanta. È stata un'esperienza
straordinaria.
La stagione concertistica 2005/2006 di Teatri S.p.A. si è
inaugurata ad ottobre con il concerto di Julia Fischer
presso il Teatro Comunale di Treviso. Sempre al Comunale, e sempre ad ottobre, la stagione lirica è stata inaugurata con il Don
Pasquale di Donizetti. Quali sono le altre novità che ritiene
particolarmente degne di essere evidenziate?
La formula coniata cinque anni fa s'è dimostrata vincente e
quindi viene mantenuta, pur innestandovi – via via – alcune novità. Le faccio un'anticipazione: nel
settembre 2006 avremo Don Giovanni con la regia di Eugenio Colla. Egli
fa parte della compagnia di marionette Colla e si cimenterà per la prima volta
come regista d'opera: il colore del mondo delle marionette verrà
portato nell'opera. Si tratta di una novità nella tradizione. Mi piacerebbe,
andando avanti, accogliere altre novità. Sarei felice, ad esempio, che la
Teatri S.p.A. portasse Sciarrino. La formula di cui
le accennavo, prevede, per la stagione musicale e per quella di danza,
spettacoli di alto livello con grandi nomi, che si inquadrano
nella tradizione internazionale; per la stagione di prosa, invece, ci si
colloca nella tradizione dei teatri stabili come quelli di Padova, Venezia,
Bologna…
Qualche altra anticipazione per la stagione prossima?
Oltre al Don Giovanni di settembre, ad ottobre avremo l'Orchestra Nazionale russa, poi il Falstaff
e alcune prime di danza.
Della stagione 2005/2006 quali eventi
proporrebbe come "chicche"?
I concerti di Grigory
Sokolov questo stesso mese; dell'Orpheus
Chamber Orchestra di New York a febbraio; di Radu Lupu a marzo; il Requiem
in re min. K. 626 di Mozart con il Collegium
Cartusianum Kölner Kammerchor ad aprile; ed il
concerto dell'Orchestre des Champs Élysées a maggio.