Carmen

30 giugno 2005

 

Il cast 1

Carmen versione "classica" 1

La Carmen di Amedeo Amodio. 1

Amedeo Amodio. 2

Divagazioni 2

Le tournée del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala. 2

 

Il cast

Raffaella Benaglia (Michaela) e Marta Romagna (Carmen)

Al Teatro degli Arcimboldi, dal 22 al 30 giugno, è di scena Carmen, nella coreografia e ideazione di Amedeo Amodio e su musica di Georges Bizet con adattamento ed interventi musicali originali di Giuseppe Calì.

Nella recita del 30 giugno, insieme con tutto il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala, in scena sono stati Marta Romagna (Carmen), Roberto Bolle (Don José), Fabio Saglibene (Escamillo), Raffaella Benaglia (Micaela), Flavia Vallone (Carmen tradizionale), Gianni Ghisleni (Don José tradizionale).

David Garforth è stato alla testa dell'Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala. L'Orchestra è formata da un gruppo di allievi e di ex allievi e rientra nella collaborazione fra il Teatro alla Scala e i giovani della Accademia, collaborazione che si è già verificata con la partecipazione di allievi della Scuola di Ballo a diverse produzioni della Compagnia.

Carmen versione "classica"

Il balletto venne dato in prima rappresentazione al Prince’s Theatre di Londra, il 21 febbraio 1949 con il Ballet de l’Opéra de Paris. Gli interpreti furono Zizi Jeanmaire, Roland Petit, Gordon Hamilton, Serge Perault. Si tratta di cinque quadri su musica di Georges Bizet, libretto e coreografia di Roland Petit.

L'opera comincia da una fabbrica di sigarette dove scoppia una lite fra Carmen e un'altra donna. Per porre fine alla rissa viene chiamato il brigadiere Don José che Carmen fa innamorare di sé. Carmen convince Don José ad unirsi a lei e ai suoi complici per compiere un crimine. Completamente soggiogato dalla passione, il brigadiere uccide un uomo che reca una borsa piena di preziosi, mentre la donna fugge con complici e bottino. Abbandonato da Carmen, che nel frattempo ha conquistato un torero, Don José trova la donna di cui è ancora innamorato fuori dall’arena dove si sta svolgendo la corrida e, in preda alla disperazione, la uccide.

La Carmen di Amedeo Amodio

Parlando di Carmen, il pensiero non può che correre al capolavoro di Roland Petit (1949), la cui prima interprete fu l'insuperabile Zizi Jeanmarie.

Il lavoro di Petit ‑ fortemente spagnolo ‑ trasponendo in danza il racconto di Prosper Mérimée, costituisce la versione "classica" della storia, con una Carmen spregiudicata e carica di vincente sessualità e un Don José che, in quanto a potere seduttivo, ha qualcosa da insegnare.

Non troppo accentuata, invece, l'atmosfera spagnoleggiante del balletto di Amodio (tanto che si è parlato di una "Spagna virtuale") poiché il coreografo ha voluto sfrondare l'opera da folklorismi ridondanti.

Ma non solo in questo, il lavoro creato nel 1995 per Aterballetto è diverso da quello di Petit. Ci troviamo infatti di fronte ad una storia che comincia dalla fine di un'altra storia, vale a dire dalla chiusura del sipario, con le ultime note dell’opera Carmen. È dietro le quinte, all'atto dello smontaggio delle scene, che il dramma porta casualmente la gente del teatro ad immedesimarsi nei personaggi di Mérimée, resuscitandone la storia fino al drammatico epilogo. Carmen, infatti, spogliandosi dei propri quotidiani abiti di seduttrice, si riscatterà in un certo senso, attraverso una tragica metaforica purificazione: indossando cioè un abito bianco, simbolo della purezza e delle nozze, la donna indosserà il proprio destino che la farà sposa della Morte.

Roberto Bolle e Raffaella Benaglia.

Foto Marco Brescia

 

È stato detto che Amodio, con la sua Carmen, rende danzabili anche le parti normalmente relegate al pantomimico (il gioco delle carte, la vita dei contrabbandieri). È stato inoltre definito interessante quell'approccio al racconto di Mérimée (inteso come una storia che si forma dietro le quinte alla chiusura del sipario) che ha permesso di reinterpretare un classico.

E questa reinterpretazione il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e i sei ballerini principali l'hanno fatta stupendamente propria.

Tutti hanno raggiunto un livello interpretativo di grande spessore, in particolare Marta Romagna e Roberto Bolle.

La Romagna non si è risparmiata, calandosi nel ruolo del personaggio principale e sentendovisi perfettamente a proprio agio. La prima ballerina scaligera ha, così, regalato al pubblico milanese una Carmen sprezzante e sicura nella e della propria carica sessuale. Tanto che, a volte, par quasi di sentirla cantare, Marta Romagna-Carmen, in risposta a quei giovanotti che, nell'opera di Bizet, le domandano quando lei vorrà amarli: "Quand je vous aimerai? ma foi, je ne sais pas. / Peut-être jamais, peut-être demain!"[1]

Molto belli sia la scena della camera da letto, nella quale i due protagonisti si sono fusi nel gioco amoroso, sia il tormentato assolo di Don José in prigione.

Nel ruolo di Micaela, Raffaella Benaglia ha reso assai bene il contrasto tra la propria personalità e quella di Carmen e ha soffuso di un lirismo tra il doloroso e il rassegnato i suoi supplici interventi accanto agli altri personaggi.

Amedeo Amodio

Marta Romagna e Roberto Bolle

Amedeo Amodio si forma alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano ed entra a far parte del Corpo di Ballo dello stesso Teatro. Ben presto gli vengono affidati ruoli da interprete in balletti di Massine, Balanchine e Petit.

All’età di 22 anni lascia il Teatro alla Scala per iniziare da libero professionista la carriera di coreografo e di ballerino, collaborando così con i Teatri e i Festival più importanti in Italia.

È nel 1979 che assume la Direzione Artistica di Aterballetto dove resterà fino al 1996. Dal 1997, invece, e fino al 2000, è alla Direzione del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma.

Proprio ad Amodio Aterballetto deve il riconoscimento avuto per anni come la prima Compagnia di balletto italiana. Il coreografo, infatti, ha portato la compagnia all'acquisizione di un vastissimo repertorio, puntando sulla scelta di un gruppo di 20 ballerini che fossero in grado di affrontare tecniche e stili differenti: da Tudor a Petit, da Forsythe a Balanchine, da Kyliàn, a Tetley; e ancora: van Manen, Ailey, Bournonville, Stevenson, Massine, Béjart, Parsons, Scholz, Child e Byrd.

Alcune tra le molteplici creazioni per Aterballetto hanno visto la partecipazione di grandi interpreti quali Elisabetta Terabust, Alessandra Ferri, Monique Laudière, Vladimir Derevjanko, Julio Bocca, Viviana Durante, Alessandro Molin, George Iancu, Roberto Bolle e Massimo Murru.

Divagazioni

La critica americana Karen Webb ha acconsentito a rilasciarmi un'intervista nell'ambito della quale abbiamo parlato della Carmen di Amodio, che lei seguì negli Stati Uniti con la compagnia del Ballet West.

Per leggere l'intera intervista, fare clic qui.

Le tournée del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala

E dopo Carmen i ballerini scaligeri si vedono impegnati nelle tournée estiva ed autunnale. A luglio la Compagnia sarà con il Sogno di una notte di mezza estate di George Balanchine a Cipro e a Ravenna, mentre a settembre porterà in Spagna un trittico contemporaneo che prevede Theme and Variations di George Balanchine, The Cage di Jerome Robbins e Le sacre du printemps di Maurice Béjart.

A ottobre la Compagnia tornerà agli Arcimboldi con L'histoire de Manon di Kenneth MacMillan. Il 15 dicembre, invece, si aprirà la stagione 2005-2006 con La Sylphide di Pierre Lacotte.



[1] Atto I, scena III.