Appendice fotografica al libro di memorie Ognuno è solo
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L'autrice con i genitori nel 1937
Zia Giuseppa
(dagherrotipo)
Poiché la modestia e l'umiltà non erano le sue virtù
precipue aggiunse subito, così convinta di farsi perdonare la sua presunzione:
– Caso mai sono più intelligente e più fine di tutti loro, perché ho preso da
mio padre garibaldino; e sono anche più distinta perché mio padre era figlio
della contessa Giacoma Galeazzi. – (Pag. 30)
Zia Maria
In famiglia si diceva che, da giovani, le tre sorelle – [la
zia Giuseppa], mia nonna Celesta e la zia Maria – di
tanto in tanto andassero a dare un po' d'aiuto a un loro zio ortolano, zio
Giuggiola, il quale in pagamento offriva i biglietti per il loggione del Teatro
Grande. (Pag. 27)
Il nonno garibaldino
Sulle attività guerresche del nonno, quasi di sicuro si sa
che combatté a Bezzecca come Cacciatore delle Alpi,
circolando un documento semiufficiale che l'attesta. Inoltre la via in paese,
dove ancora sorge quella che fu la sua casa, rimane intitolata a Garibaldi,
proprio in suo onore, si dice. (Pag.
32)
Nonna Cristina
La nonna […] vedeva di buon occhio questa mia passione per i
libri. Forse si realizzava attraverso di me. (Pag.
222)
Zio Giovanni
Nessuno, nemmeno l'irriducibile zio Giovanni, avrebbe potuto
sopportare di peccare d'ingratitudine. (Pag.
138)
A Petrignano
d'Assisi
Ma ecco […] un grosso diamante, anche se con qualche
imperfezione nella sua acqua. Mi riferisco al nostro soggiorno, durato circa un
anno, a Petrignano d'Assisi. (Pag. 13)