La realtà dell’irreale di Celeste Chiappani Loda

raccolta di racconti

Nacqui che mia madre scriveva già, essendosi dedicata alla scrittura in età adolescenziale. Quindi io sono cresciuta immersa nel suo tessere parole. È questa la ragione per la quale vorrei stilare una nota sui racconti che seguono.

Ci troviamo di fronte a personaggi complessi, analizzati con scrupolosa perizia. La realtà in cui essi si muovono obbedisce a ferree leggi di coerenza, ma le conseguenze delle azioni di quelli investono l’inconosciuto e l’inconoscibile, l’insondabile, l’imponderabile: in una parola, l’irreale. E tra questi protagonisti troviamo frustrati, idealisti, pseudovisionari oppure semplicemente persone ipersensibili o troppo intelligenti per accettare pedissequamente una quotidianità basata sulla regola acquisita dell’on fait. Così, ad esempio, sono Ardig, un nano che assumerà da uno specchio la forza di sentirsi gigante tra coloro che lo scherniscono crudelmente; il Vecchio, un pensionato che muore stritolato dalla logica impietosa del Sistema; Ebe Ghislam, entomologa che scopre un nuovo insetto organizzato in una comunità che è la copia esatta del consorzio umano.

In quest’opera la realtà e l’irreale viaggiano sempre in modo parallelo, ma a volte sembra che prevalga l’una a volte l’altro. Tuttavia in fondo al cammino (tracciato nel buio, scavato tra le rocce, concluso nella solitudine d’una stanza maleodorante in fondo ad un vicolo o serpeggiante accanto all’Uomo della Strada) si giunge sempre disturbati da un’inquietudine: dare un significato alla vita è cosa non possibile.

Gloria Chiappani Rodichevski, scrittrice