Intervista a Clara Rocco dell'associazione "Musica d'Arpa"
maggio 2005
Il mio incontro con Clara Rocco, direttore editoriale
della rivista "Musica d'arpa notizie", è stato del tutto casuale. Ero
infatti ospite della Libreria Odradek di Milano dove stavo per presentare il
mio ultimo libro, A Vera che ha. Chiacchieravo con il mio editore -
reduci, entrambe noi, dal Salone del Libro di Torino dove avevo partecipato ad
un incontro sulla donna nella letteratura, incontro durante il quale venne
presentato A Vera che ha. In Libreria la mia attenzione fu attratta da
due magnifiche arpe da concerto esposte in una sala e chiesi ad Anna Rocco,
gerente della Libreria stessa, la ragione della loro presenza. La signora mi
spiegò che la Odradek è anche sede dell'Associazione "Musica d'arpa"
e mi presentò sua sorella Clara. Occupandomi io di musica a vario titolo,
entrammo subito in sintonia.
Da quanti anni esiste la Sua associazione e come è nata?
La mia attività è nata nel 1992, come ricerca della musica
originale d'arpa ("Musica d'Arpa") in collaborazione con una cara
amica arpista, che già da tanti anni lavorava in questo settore, pubblicando
libri sul repertorio e le origine dello strumento. Da questa attività
(apprezzata dagli arpisti per ampliare il loro repertorio musicale) è nata una
rete di comunicazione e collaborazione con i musicisti di questo strumento. Nel
2003 è nata l'Associazione Amici dell'Arpa per promuovere iniziative che
facciano conoscere l'arpa e la sua musica in collaborazione con Enti Pubblici e
Privati.
Tra le manifestazioni organizzate dall'Associazione ne vuole
ricordare qualcuna in particolare?
Le più importanti sono “Rieti città dell’Arpa”, nel Teatro
Flavio Vespasiano per due anni consecutivi (2002 e 2003); “L’Arpa dei Celti” a
Viterbo nel bellissimo Palazzo Doria Pamphjli a San Martino (sempre nello
stesso biennio); “Un incontro con l’Arpa” nel Monastero Colonna di Trani nel
2004; “L’Arpa, rinascita di una cultura” nel 2004 al Centro Culturale Argentino
Sumampa di Milano; “Musica in libreria” dal 2003 ad oggi a Milano, Pavia,
Parma, Verona, Como, La Spezia; “Festival dell’Arpa” al Teatro Titano di San
Marino quest'anno.
Tra gli eventi che mi ha citato, qual è quello per Lei più
significativo?
“L’Arpa, rinascita di una cultura”. Si è trattato di due
pomeriggi dedicati a parole e musica, con la partecipazione di compositori,
musicisti, insegnanti, editori, liutai.
Perché Lei ha deciso di dedicarsi proprio all'arpa e non ad un
altro strumento?
Non ho deciso, è venuto da sé: la mia vicina suonava l'arpa
e proprio il suono di questo strumento forava i muri ed arrivava fino a casa
mia.
Vi sono molte associazioni, in Italia, attive per la
diffusione della cultura musicale legata all'arpa?
No; esistono produttori d'arpa. Con l'Associazione si cerca
di diffondere, oltre all'arpa e alla sua musica, la cultura di questo strumento
abbandonato dalla musicologia, ma vivacissimo perché molto amato dagli
ascoltatori.
E all'estero?
Sì, in Francia, in Germania, in Svizzera, in Spagna, in
Inghilterra, in Irlanda, in Belgio. Ogni paese coltiva l'arpa secondo un suo
modo peculiare.
La Sua associazione pubblica anche un Notiziario.
Sì, un piccolo notiziario semestrale, al quale collaborano,
se lo desiderano, anche gli associati.
Quali sono gli artisti che collaborano con l'associazione?
In generale, gli arpisti.
David Watkins, già prima arpa al Covent Garden di Londra, ha
tenuto una masterclass organizzata congiuntamente dalla Sua associazione e
dalla scuola milanese "La Nuova Musica". Che tipo di opportunità
rappresenta un'offerta come questa per i giovani che studiano arpa?
Sicuramente l'aver suonato con un "grande"!
Si incontrano arpiste classiche che scelgono di suonare,
parallelamente, anche l’arpa celtica. Forse è il richiamo del mondo che essa
rappresenta (e non parlo solo di musica, ma anche di tradizioni) a funzionare?
Che cosa, secondo Lei, attrae così tanto?
L'arpa classica è molto più difficile dell'arpa celtica, e
gli arpisti d'arpa grande passano con poca fatica, se vogliono, all'arpa
piccola. In questi anni si è scoperta e rivalutata la musica tradizionale e
anche gli arpisti seguono le esigenze e le scoperte del momento.
Nella Sua famiglia c'è qualche arpista o musicista?
Sì, la figlia di mia sorella, anche lei vittima, in origine,
del suono della vicina. Ora Chiara, laureata e diplomata al Conservatorio,
insegna arpa e storia della musica, sta affrontando l'esame di diploma
d"'arpa doppia" seicentesca alla Scuola Civica (Accademia
Internazionale) di Milano.