L'histoire de Manon

24 ottobre 2005

Con Manon il balletto torna alla Scala e poi va in tournée. 1

La Manon di MacMillan. 1

La recita scaligera. 1

 

Con Manon il balletto torna alla Scala e poi va in tournée

Sylvie Guillem e Massimo Murru.

Foto Tamoni - Teatro alla Scala

Il balletto è tornato nel teatro del Piermarini con L'histoire de Manon, nella coreografia di Kenneth MacMillan (ripresa da Monica Parker), su musiche di Jules Massenet, arrangiate e riorchestrate da Leighton Lucas. L'orchestra della Scala è stata diretta da Ermanno Florio.

Lo splendido lavoro di MacMillan è stato in scena dal 10 al 24 ottobre e ha visto alternarsi tre étoiles e quattro primi ballerini scaligeri, nei ruoli principali di Manon e di Des Grieux: Alessandra Ferri, Sylvie Guillem, Gilda Gelati, Marta Romagna, Roberto Bolle, Massimo Murru, Andrea Volpintesta.

Ecco i protagonisti della recita del 24 ottobre: Sylvie Guillem (Manon), Massimo Murru (Des Grieux), Andrea Volpintesta (Lescaut), Gianni Ghisleni (Monsieur G. M.), Deborah Gismondi (l’amante di Lescaut), Simona Chiesa (Madame), Francesco Ventriglia (il carceriere), Maurizio Licitra (il capo dei mendicanti), Chiara Fiandra, Raffaella Benaglia, Sophie Sarrote, Lorella Ferraro, Isabel Brusson (le cortigiane), Riccardo Massimi, Massimo Garon, Massimo Dalla Mora (tre gentiluomini), Antonella Albano, Lara Montanaro Daniela Cavalieri, Monica Vaglietti, Isabel Brusson (cinque ragazze) e il Corpo di Ballo.

L'histoire de Manon chiude la stagione scaligera 2004-2005 (la stagione 2005-2006 si aprirà, a dicembre, con La Sylphide di Pierre Lacotte), ma sarà protagonista di due tournée italiane: al Teatro Regio di Parma e al Teatro Regio di Torino. A Parma, per la terza edizione del Festival Parma Danza, il ruolo di Manon sarà interpretato dalle prime ballerine Gilda Gelati e Marta Romagna: si avrà inoltre la presenza di Roberto Bolle. A Torino alcune recite vedranno in scena Roberto Bolle accanto all’ospite Darcey Bussell.

La Manon di MacMillan

Deborah Gismondi nel ruolo dell’amante di Lescaut

L’histoire de Manon, uno dei grandi lavori di MacMillan, fu realizzato nel 1974 per il Royal Ballet e rappresenta un esempio eccellente della capacità del coreografo scozzese di fondere tradizione e innovazione. MacMillan giunse infatti a mettere in discussione le potenzialità della danza accademica, decidendo che occorreva estendere ed immettere nuova linfa nel linguaggio accademico. Subendo egli il fascino della psicologia umana, si trovò ben presto a lavorare su figure storiche quali Anastasia, Mayerling e Isadora, che scandagliò fino a giungere a sbalzarle come esseri privati oltre che pubblici. E i protagonisti delle sue creazioni sono spesso esseri malati, depravati che si trovano a sostenere lotte interiori o che non riescono a controllare le loro peggiori passioni.

Manon non si è sottratta a questo tipo di lavoro ri-creativo di MacMillan, che ce la mostra in tutte le sue contraddizioni squisitamente umane: profondamente sessuale, leggera, impulsiva, civettuola, titubante quando scopre il fascino dell'amore vero, infantile, inconsapevole.

La recita scaligera

Una scena

Che dire sulla recita scaligera? Semplicemente divine, le due étoiles. E ottime le performance di tutti gli altri, nessuno escluso. Insomma, nella recita del 24 ottobre 2005 è stata regalata una Manon di altissimo livello al pubblico milanese, che ha potuto così emozionarsi e gioire profondamente.

Ottimo, ad esempio, Andrea Volpintesta che ha avuto accanto una validissima Deborah Gismondi. Piuttosto breve, nell'economia de L'histoire, la parte del carceriere, interpretata in modo soddisfacentissimo da Francesco Ventriglia.

Apprezzato anche Gianni Ghisleni nei panni di Monsieur G. M., e soprattutto, Maurizio Licitra che in questo balletto ha dato spessore agli interventi del capo dei mendicanti.

Da Sylvie Guillem non ci poteva aspettare meno di ciò che ha dato. Ella ha ritratto Manon con una levità ed una drammaticità miscelate nella giusta misura. Ha cioè saputo rendere i tratti caratteristici della protagonista de L'histoire che (lo si è detto sopra) MacMillan ‑ da Prévost ‑ ha ricreato: una Manon non solo oggetto di piacere e soggetto di adescamento, ma soprattutto essere umano e vittima della proprio sentire e del proprio agire.

Massimo Murru, che proprio interpretando des Grieux ottenne la nomina a primo ballerino, è stato la stella accanto alla stella. Il suo Des Grieux si è mostrato agli spettatori costituito di tutte le sfumature di cui MacMillan ha voluto ricco il suo protagonista maschile. Nel finale del balletto, poi, Murru ha toccato l'apice dell'espressività e della drammaticità: un finale che non può essere dimenticato.


Documenti correlati