Arriva in Italia il primo libro dedicato al giornalismo costruttivo

Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo

New York Times, Huffington Post e The Guardian hanno adottato un approccio costruttivo, recuperando l’audience persa in decenni di cattiva informazione.

Il giornalismo costruttivo apre nuovi scenari nella professione, sempre più complessa e criticata.

 

Il libro. 1

L'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo. 2

Gli autori 3

Silvio Malvolti 3

Martina Fragale. 3

Alessia Marsigalia. 3

 

 

Il libro di Martina Fragale, Silvio Malvolti e Alessia Marsigalia.

Milano, 22 gennaio 2020

Il libro

Giornalisti costruttivi si diventa. A porre le basi di questo giornalismo orientato alle soluzioni in Italia sono stati tre professionisti del settore, l’editore Silvio Malvolti, fondatore dell’Associazione Giornalismo Costruttivo, e le giornaliste Martina Fragale e Alessia Marsigalia che, dopo anni di studi e di esperienza all’estero, hanno deciso di raccoglierne origini, finalità e tecniche all’interno del primo libro in Italia dedicato all’argomento: Giornalismo Costruttivo. Cos’è, come funziona e perché è necessario.

Con la rivoluzione digitale degli anni duemila, il giornalismo, settore già in forte crisi, ha iniziato un pericoloso declino verso l’involuzione della qualità delle notizie. Per non perdere utenti e pubblico, o cercare di competere in un mercato sempre più vasto di informazioni e canali di comunicazione (blog, social network in primis), editori e giornalisti hanno deciso, o sono stati obbligati, a ricorrere a eccessive semplificazioni, come quella di non verificare le fonti, o trucchetti, come il click-baiting, all’uso di titoli sensazionali, a racconti macabri che generano paura e ansia. Da qui, il peggioramento della qualità delle notizie fino a non corrispondere più alla realtà, cosa che ha creato un profondo scollamento tra giornalismo e lettori, i quali ritengono i primi poco affidabili (secondo un sondaggio dell'Università degli Studi dell'Insubria) e hanno smesso di leggere i giornali perché considerati inutili, falsi e ansiogeni.

Da qui la nascita del giornalismo costruttivo, già ampiamente conosciuto, diffuso e insegnato nel Nord Europa e negli Stati Uniti, che vuole ristabilire quello che il giornalismo avrebbe dovuto sempre fare: informare correttamente e in modo completo i lettori, aggiungendo qualcosa in più, la capacità di far vedere ciò che può essere fatto per modificare lo status quo.

“Abbiamo bisogno di giornalisti consapevoli." – spiega Silvio Malvolti – "Attraverso un articolo o un servizio, se non si è attenti e scrupolosi, si possono fare dei danni sociali enormi, scadendo nelle semplificazioni e alimentando delle credenze. Siamo sommersi" – continua – "da notizie negative, spesso false e contraddittorie. Molte persone cedono ancora agli slogan, all’aggressività, senza comprendere realmente il contesto di cui si parla. Ecco perché occorre comunicare bene e informare meglio”.

Silvio Malvolti.

© Foto Jaime Londono.

Già se ne sono accorti testate come il New York Times, Huffington Post e The Guardian, e broadcaster televisivi come la BBC e le tv di stato danese e scandinave che hanno adottato un approccio costruttivo creando i loro contenuti, recuperando l’audience persa in decenni di cattiva informazione. Non si tratta infatti di far vedere il lato positivo della realtà, ma di tornare a mostrare una realtà completa.

"Il giornalismo costruttivo" – sottolinea una delle autrici, Martina Fragale – "non è il giornalismo delle buone notizie. A essere moltiplicate, infatti, non sono tanto le notizie positive quanto le narrazioni, i punti di vista e le angolature attraverso cui si guarda all'informazione. Il giornalismo costruttivo non semplifica la visione del mondo: ne racconta la complessità creando connessioni e dandole un senso utile".

Il libro, edito dall’Associazione Giornalismo Costruttivo, è diviso in tre parti: la prima vuole raccontare lo scenario attuale, come le notizie impattano sulle persone e come i media siano cambiati nel modo di raccontarle con casi reali di informazioni distorte e spettacolarizzate, come la trattazione della tragedia delle Torri Gemelle con il numero di morti che furono decuplicati, o ancora l’influenza aviaria, raccontata in modo ansiogeno e allarmista. La seconda parte invece traccia una panoramica sulle varie modalità di fare giornalismo, ripercorrendo nascita e origini del giornalismo costruttivo. La terza, infine, entra più nel pratico e delinea alcune tecniche di scrittura, spiegando come integrarle nel proprio lavoro, partendo dal presupposto che “giornalisti costruttivi si diventa”.

Martina Fragale.

© Foto Denis Vullo.

A beneficiare di una informazione più completa, corretta, e orientata alle soluzioni non sarà soltanto il pubblico, ma gli stessi giornalisti: il giornalismo costruttivo infatti apre nuovi possibili scenari nella professione, sempre più complessa e criticata, per tornare ad avere il ruolo che merita e il compito per il quale è nata.

“Da giornalisti, chi vogliamo essere?" – si domanda Alessia Marsigalia – "Cani da guardia, esploratori, archeologi, bollettini, megafoni, specchi? Oggi molto spesso urliamo, spaventiamo, omettiamo per poter emergere. Oppure, quando va bene raccontiamo i fatti così come sono. Ma non basta più: il passo ulteriore è dare vita a un giornalismo che smuove, che costruisce, che crea azione, che offre scenari risolutivi. Solo così" – conclude – "riusciremo, da giornalisti, a ritrovare un rapporto con i nostri lettori: rendendoli informati, consapevoli e attori della realtà”.

Il libro è stato pensato per tutti coloro che si occupano di comunicazione, dal giornalista al comunicatore, dal blogger allo studente di giornalismo, ma anche al lettore più curioso e attento, per introdurre finalmente anche in Italia un approccio costruttivo alle notizie.

L'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo

Alessia Marsigalia.

© Foto Alessio Guitti.

 L’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo (Italian Constructive Media Association) nasce con lo scopo di divulgare il giornalismo costruttivo in Italia, attraverso attività editoriali, culturali e formative. L’associazione organizza corsi per giornalisti, aspiranti pubblicisti, studenti di giornalismo e addetti ai media sulle potenzialità offerte da questo nuovo modello di informazione, mettendo nella "cassetta degli attrezzi" gli strumenti indispensabili per ripensare il modo di fare informazione e fornire una visione migliore del mondo. Si occupa anche dell’organizzazione di piccoli e grandi eventi nazionali e internazionali, e di appuntamenti di divulgazione per il pubblico. Eroga inoltre consulenze a enti, redazioni ed editori aiutandoli a riconquistare i loro lettori adottando un nuovo approccio alla costruzione delle notizie, grazie al giornalismo costruttivo.

http://www.giornalismocostruttivo.com/

Gli autori

Silvio Malvolti

Fondatore di BuoneNotizie.it e dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, che presiede, dal 2001 è l’ispiratore del progetto che è stato declinato in questi anni in molti modi diversi. Da ex-informatico, si è avvicinato al mondo dei media da semplice curioso, sperimentando un approccio positivo al modo di fare informazione, prima come editore tradizionale e poi digitale. Nel corso degli anni ha trasformato la sua passione in lavoro collaborando per RCS e il gruppo 24ORE per circa cinque anni prima di dare uno slancio definitivo alla sua idea: nel 2011 il progetto BuoneNotizie.it è stato premiato come migliore idea di innovazione sociale dalle più importanti università lombarde (StartCup Lombardia) e a Working Capital insieme a PNI Cube, da cui è nata la sua startup. Nel 2012 ha ricevuto dalla Presidenza della Repubblica il Premio Nazionale per l’Innovazione. Tra i progetti editoriali della startup, la rivista digitale Buone Notizie Magazine ha ottenuto il riconoscimento “AppStore Best of 2012” dal team editoriale di Apple come una delle sei migliori app digitali italiane insieme a La Stampa, La Repubblica, L’Espresso, National Geographic e Glamour, e ha vinto il PremioWWW de IlSole24ORE. Ha partecipato insieme a Martina Fragale alla prima Conferenza Globale sul Giornalismo Costruttivo tenutasi presso l’Università di Aarhus (Danimarca) nel 2017 (unici italiani su 470 partecipanti da tutto il mondo) e, insieme ad Alessia Marsigalia, alla successiva edizione presso l’EBU (European Broadcasting Union) di Ginevra nel 2019. È tra i relatori del Constructive Journalism Forum organizzato dalla CASS (Chinese Academy of Social Sciences) di Pechino. Oggi organizza eventi e corsi di formazione sul giornalismo costruttivo per l’Ordine dei Giornalisti e per il pubblico in generale.

Martina Fragale

 Giornalista e autrice. Come giornalista ha collaborato con diverse testate, tra cui BuoneNotizie.it, approfondendo il ramo del giornalismo costruttivo a Londra, nell’ambito del progetto transnazionale Transformational News Initiative per conto di Buone Notizie e poi a Parigi, in Olanda, in Danimarca e in Svizzera. Con l’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo ha tenuto una lezione all’Università IULM di Milano per l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia. Parallelamente, in Italia, ha approfondito il tema delle fake news e del debunking sviluppandolo in base alle chiavi di lettura e di azione fornite dal giornalismo costruttivo. In quest’ottica, ha tenuto lezioni e conferenze insieme a Giorgio Testanera in diversi contesti – didattici e non – sviluppando anche una collaborazione con Manifatture Teatrali Milanesi che l’ha portata sul palco del Teatro Litta di Milano con la conferenza-spettacolo Dentro la fake news.

Alessia Marsigalia

Giornalista professionista, scrive e naviga, nel mondo della comunicazione da oltre 11 anni. Partendo dalla carta stampata locale e nazionale, rivestendo il ruolo di redattore e di caporedattore, si è poi orientata alla comunicazione digitale, coordinando portali e magazine digitali. È stata responsabile di redazione per la rivista digitale Buone Notizie e content curator del sito web e dei canali social. Nel 2014 ha partecipato insieme a Silvio Malvolti e Martina Fragale al progetto Transformational Media Initiative a Londra. Curiosa e appassionata di temi sociali ama scovare e raccontare storie di persone: chi vuole cambiare le cose o chi le ha già cambiate. Con il giornalismo costruttivo ha cambiato la sua prospettiva e le sue tecniche di scrittura, dopo averne approfondito i princìpi frequentando corsi specializzanti in Gran Bretagna e collaborando con testate internazionali a Londra e a Barcellona. Docente di comunicazione all’Accademia Santa Giulia di Brescia, oggi collabora con agenzie e aziende come consulente di comunicazione strategica, ufficio stampa e media relation.