Il fotografo romano Simone Ghera approda in
Svizzera con la mostra “Dancer inside Geneva”
La
mostra. 1
Info. 1
Il
progetto “Dancer inside” nelle parole di Simone Ghera. 1
Intervista. 2
Una
foto di "Dancer inside Geneva" di Simone Ghera.
©
Foto Simone Ghera
|
Simone Ghera, architetto e
fotografo romano, approda a Ginevra con "Dancer
inside Geneva". La nuova mostra si inserisce in un più ampio progetto che,
negli ultimi undici anni, ha fatto conoscere il suo lavoro in Europa.
L'idea di "Dancer
inside" è nata per caso nel 2008. Durante un corso di fotografia Simone poté
osservare e ritrarre alcune ballerine durante le sessioni di studio. Affascinato
dal soggetto, decise che esso sarebbe diventato il centro della sua arte
fotografica. In seguito decise di ritrarre le danzatrici al di fuori delle sale
prova e scegliendo i luoghi in modo esclusivamente istintivo. Il suo scopo era
di integrare il linguaggio universale della danza con il "genius loci", vale a dire le strutture architettoniche
e materiali tipiche delle specifiche identità territoriali. Gi scatti di Simone
mostrano un assoluto spaziale dove orizzonti, gravità, punti di vista e le
superfici stesse sulle quali si muovono le ballerine sono puramente arbitrari.
Una volta nato, il progetto "Dancer
inside" ha preso il volo ed è stato esposto in mostre in tutto il mondo.
"Dancer inside Geneva "
sarà inaugurata al Palais des
Nations di Ginevra il 26 febbraio 2020. Durante
l'evento si svolgeranno le performance dello Staatlische
Ballettschule Berlin e del
Balletto di Roma e quelle di un violoncellista.
La mostra resterà aperta fino al 13 marzo 2020.
Simone Ghera
Via Pieve di Cadore, 9, 00135 Roma
Erich-Weinrt Strasse
141, 10409 Berlin
+39 349.7638.685 cellulare Italia
+49 – 162 5196 374 cellulare Germania
foto.portrait@gmail.com
Il progetto “Dancer inside” nelle parole di Simone Ghera
Il progetto "Dancer inside"
rappresenta un mio lavoro personale e contiene immagini di ballerini
provenienti da diversi paesi, da compagnie e accademie, scattate nell'arco di
diversi anni (dal 2008) durante le prove degli spettacoli e le classi,
backstage, luoghi all'aperto focalizzati in contesti architettonici e storici.
Sono un architetto con base a Roma, Italia (nato nel 1959) e
mi occupo di fotografia fin da ragazzo, seguendo mio padre nelle sue escursioni
fotografiche. Subito dopo ho iniziato a scattare durante i miei frequenti
viaggi in tutto il mondo, ed a sviluppare le foto nella mia camera oscura in
cantina. Da allora, le immagini che appaiono magicamente sul foglio bianco, è
una cosa che trovo assolutamente affascinante. Ultimamente sono tornato alla
fotografia esplorando il mondo digitale e migliorare le mie capacità tecniche,
concentrando la mia attenzione sull'uso dell’illuminazione, che considero uno
degli aspetti più creativi della fotografia. In questo senso è stato molto
utile un corso fatto a Roma, presso la Scuola Romana di Fotografia. In tale
occasione ho sviluppato questo lavoro incentrato sul mondo della danza. Questo
tema mi ha attratto fin da allora. Ho deciso recentemente di dedicare un sito
web a questo tema per condividere il mio lavoro con tutti coloro che sono
interessati alla danza e all’architettura. Anche se il movimento è considerato
come l'essenza della danza, quello che trovo più interessante sono gli angoli e
le linee dei ballerini "statici". Li vedo molto vicini ai dettagli
architettonici e alle linee. Dedico molta attenzione agli elementi grafici e di
prospettiva, importanti non solo per un effetto di sfondo, ma anche per il
soggetto principale.
Il mio interesse è focalizzato sulla ballerina vista come
"persona", catturando il duro lavoro alla sbarra, il sudore,
l'espressione degli occhi esausti, esplorando linee e particolari durante l'esercizio
e i momenti di relax. In sintesi sono molto più interessato alla formazione
quotidiana di una ballerina piuttosto che alla performance sul palcoscenico. Di
solito mi piace posizionare i miei soggetti su un lato piuttosto che nel centro
del fotogramma, dando grande importanza allo sfondo, anche quando appare in
forma astratta; istintivamente metto anche il soggetto su un orizzonte
inclinato che offre più opzioni di guardare la scena.
Poi c'è il lato compositivo, gemellato con l'architettura,
che porta il ballerino ad integrarsi con contesti strutturali e architettonici
(scale, edifici, strutture, luoghi abbandonati, ecc.), che rappresentano gli
elementi di contrasto e armonia allo stesso tempo e in sintonia con un
determinato paesaggio del luogo. Uno degli strumenti di questo lavoro
compositivo è l'ampio uso di lenti grandangolari, che danno una forte
deformazione del soggetto e dello sfondo, le mani, i piedi, i dettagli
architettonici, a volte fino a inclinare gli angoli e perdere l'orientamento visivo.
Le linee verticali e orizzontali e gli orizzonti sono ruotati in base a criteri
assolutamente istintivi.
Questo è un altro elemento che genera le mie fotografie, il
puro istinto di composizione, in cui una fotografia può essere letta sia in
orizzontale che in verticale, secondo il punto di vista soggettivo di chi
guarda e non dettata dalla conoscenza tecnica della danza. È importante
sottolineare questo istinto che mi guida nell'interpretazione delle linee
generate da una danzatrice, anche se non ho nozioni sulla danza e la sua
storia.
Ho fotografato ballerini in giro per Europa (principalmente
a Madrid, Londra, Roma, Berlino, Parigi, Firenze, ecc.), Stati Uniti (New York,
Albany) e Federazione Russa (San Pietroburgo).
Per leggere l'intervista che Simone Ghera
ha rilasciato a Morfoedro, fare clic qui.
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