Consuntivo danza: il palmarès del "Piccolo concorso Giosuè Carducci"

A Castagneto Carducci, nel livornese, il 27 aprile 2019 sono salite sul palco danza, musica, poesia e recitazione

E Giorgia Di Marco si è aggiudicata il premio della critica

Il cerchio finalmente si è chiuso.

Giorgia Di Marco.

Giosuè Carducci e Tersicore hanno finalmente potuto abbracciare il terzo anello nell'immaginifica cornice del borgo di Castagneto, borgo assai amato dal poeta. Un ideale abbraccio con l'interpretazione coreutica che ha suggellato la qualità al servizio della musica e della poesia. Esattamente come si aspettava la nostra direttrice Gloria Chiappani Rodichevski che ha scelto per il premio della critica del "Piccolo concorso Giosuè Carducci" la giovane Giorgia Di Marco, protagonista in scena della poesia danzata "Ho sceso dandoti il braccio" di Eugenio Montale.

Come Montale rivolge la propria parola poetica alla moglie, mancata quattro anni prima, così Giorgia Di Marco dedica la propria danza al nonno, mancato due mesi fa.

Di lei ha voluto parlare in primis la direttrice artistica Rosita Morelli che ha notato come

la ballerina abbia ballato piangendo per tutta la musica, e piangevano anche gli spettatori che erano abbastanza vicini da poter vedere il suo volto. L'immenso silenzio e l'attenzione in sala si poteva tagliare con il coltello, credo che per Giorgia Di Marco sia stato il modo per lasciarlo andare, per lasciarlo di nuovo essere in un'altra cosa. Ancora una volta ho la percezione che la musica e la danza possono divenire terapia e quando le emozioni travolgono tutto l'onda d'urto sbaraglia qualsiasi tecnica, qualsiasi linea, qualsiasi virtù.

Emozioni che la stessa Giorgia Di Marco ha provato prima, durante e dopo la sua interpretazione di "Ho sceso dandoti il braccio", ricordando:

Era quasi un anno che non calcavo un palco di persona, perciò ho scelto il "Giosuè Carducci" per rimettermi in gioco, soprattutto per mettermi alla prova affrontando musiche e temi non conformi di norma allo stile della danza hip hop. Ascoltando le varie tracce proposte dalla direzione, mi sono immediatamente innamorata della poesia "Ho sceso dandoti il braccio" di Eugenio Montale. Non ho nemmeno avuto bisogno di ascoltare le altre, lei era quella giusta, purtroppo. Dico purtroppo perché l'ho voluta dedicare alla perdita di mio nonno, avvenuta solo due mesi fa, per la prima volta nella mia vita ho provato l'immenso dolore della perdita di una persona cara, un dolore che ancora non riesco a scrollarmi di dosso. Ho scelto di ballare con i suoi occhiali, vecchi e rigati, dai quali non si separava mai. Quegli occhiali sono stati proprio come "le sole vere pupille" del testo poetico che mi hanno guidato in tutti quei momenti vissuti con lui e, proprio così, ho deciso di farmi guidare da mio nonno anche durante la coreografia scegliendo di improvvisarla tutta, seguendo il sentimento ed i ricordi. Eravamo solo io e lui. Lui che ha deciso di guardarmi e di guidarmi, forse, per l'ultima volta.

Speriamo che non si debba aspettare un altro anno ancora per sfilare gli occhiali e rimettersi in scena, perché Giorgia Di Marco ha saputo appassionarsi ed appassionare il pubblico e la stessa direzione artistica.

Gloria Chiappani Rodichevski ha dichiarato:

La cosa che mi ha messo "in allerta" è stata il primo gesto di Giorgia: porgere il braccio a qualcuno che idealmente le era accanto, in stile hip hop. Non per il gesto in sé, ma per il contrasto fra il genere di danza scelto e il testo montaliano. Un'allerta durata pochi secondi, perché subito si è compreso il valore artistico di ciò cui stavamo assistendo. La coreografia e l'interpretazione non sono state mai banali, mai sopra le righe e mai s'è avvertito un cedimento. Giorgia ha saputo convincere ed emozionare. Se dovessi usare un solo aggettivo per definire questa performance, sceglierei sentitissima.

L'impegno portato a termine da Rosita Morelli ed Ivano Serni rappresenta oggi l'alternativa ideale e resa possibile a Castagneto Carducci con l'incredibile miscellanea in scena di musica, poesia e danza.

Per onore di cronaca ricordiamo anche gli altri giovani talenti premiati dalla commissione composta da Paola Jorio (direttrice della Scuola del Balletto di Roma), Francesca Frassinelli (Coordinamento esterno DAF - Dipartimento Danza Contemporanea) e dalla nostra Gloria Chiappani Rodichevski. Cominciando da Aurora Scarpa dell'ensemble Elba Danza, interprete del pizzicato tratto da "Harlequinade" e da Silvia Fattorini di Étoile in "Paquita" per il classico. Per quanto concerne il repertorio contemporaneo si sono messi in bella mostra Kayla Papini di Dimensione Danza con "Dove il mare luccica", Valentina Camici di ABC Danza con "Istanti", ancora Kayla Papini in coppia con Beatrice Tonelli con "Matematicamente" ed ancora anche Valentina Camici, in coppia con Sara D'Amicis con "Sfida".

Per la chicca poetica del "Giosuè Carducci" si è segnalato il titolo "L'infinito" ad opera di Underground Dance Studio mentre Giorgia Di Marco si è distinta con l'interpretazione di "Ho sceso dandoti il braccio" sempre sotto l'egida di Underground Dance Studio.

Per quanto concerne invece la sezione autoriale del "Giosuè Carducci" si è imposto ben due volte l'ensemble SiDanza con "Viaggiate noi" ed "Après le café" nelle coreografie di Allyne Veraz.

La migliore coreografia tirata fuori dal cilindro della commissione 2019 è "L'attesa in attesa" a quattro mani di Laura Carassale e Marina Setti dell'ensemble Dimensione Danza, mentre il talento più cristallino individuato tra i tanti presenti sul palcoscenico carducciano è Valentina Balderi ancora di Dimensione Danza. Oltre naturalmente all'attesissimo Premio della critica andato a Giorgia Di Marco.