Alla scoperta del Giappone: mostra fotografica a Milano

27 aprile - 30 giugno 2016

Tutto il fascino dell'ultima fase della società feudale della dinastia Tokugawa e della nuova società del periodo Meiji

110 stampe all'albumina, colorate a mano, di Felice Beato e della scuola fotografica di Yokohama (1860-1910)

 

La mostra. 1

Comunicato stampa. 2

Dove, quando e come. 3

Pubblicazioni disponibili 3

Informazioni e ufficio stampa. 3

Gli eventi collaterali alla mostra. 4

 

La mostra

© Archivi Alinari

Felice Beato, Due attori del teatro tradizionale giapponese, 1865 ca.

© Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA) - collezione Favrod, Firenze

Tenuità di colori, delicatezza d'incarnati, pose raffinate, vedute paesaggistiche e cittadine, ritratti in studio, attori del teatro tradizionale giapponese, geishe, samurai, lottatori di sumo. Ecco alcuni fra i soggetti degli scatti di Felice Beato (veneziano naturalizzato inglese, attivo in Giappone per un quindicennio) e della scuola fotografica di Yokohama (1860-1910): centodieci fotografie originali colorate a mano con prodotti all’anilina e tre album-souvenir con copertine originali, in lacca, madreperla e avorio, in mostra fino al 30 giugno 2016 alla Fondazione Luciana Matalon di Milano.

Proveniente dalle collezioni del Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze, il prezioso materiale testimonia il fascino esercitato dall'Estremo Oriente sull'Europa di fine Ottocento.

Parallelamente alla mostra, ogni giovedì sera presso la Fondazione Luciana Matalon si svolge un programma di dimostrazioni di arti tradizionali e di conferenze di approfondimento sulla cultura, l’arte, la musica e la lingua giapponese.

Un'iniziativa che vale la pena seguire.

Comunicato stampa

© Archivi Alinari

Felice Beato, Samurai e ufficiali giapponesi del clan Satsuma durante la guerra Boshin, 1868.

© Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA), Firenze

La mostra presenta una documentazione fotografica, delle prime immagini scattate in Giappone, tra cui spicca il lavoro di uno dei maggiori fotografi dell’Ottocento: l’italiano Felice Beato.

Questo prezioso materiale, proveniente dalle collezioni del Museo di Storia della Fotografia Fratelli Alinari di Firenze, contribuisce ad esemplificare l’interesse e il fascino esercitato dal mondo orientale alla fine dell’Ottocento nella cultura europea.

L’esposizione raccoglie 110 fotografie originali d’epoca (vintage-prints) colorate a mano con prodotti all’anilina, che ne caratterizzano inconfondibilmente la provenienza dall’atelier di Beato, oltre a tre preziosi album-souvenir con copertine originali, in lacca, madreperla e avorio, che testimoniano la moda orientalista largamente diffusa nell’Europa del XIX secolo.

L’iniziativa, curata da Emanuela Sesti, responsabile scientifica della Fratelli Alinari Fondazione, è organizzata e prodotta da Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e Fondazione Luciana Matalon, con il patrocinio della Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Ambasciata del Giappone, del Consolato Generale del Giappone, della Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia e fa parte del programma ufficiale delle celebrazioni del 150° anniversario della firma del Trattato di amicizia e commercio tra Italia e Giappone.

© Archivi Alinari

Scuola di Yokohama, Ritratto di una giovane geisha, 1885-1895.

© Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA), Firenze

Felice Beato, di origini veneziane naturalizzato inglese, nato nel 1832 e morto a Firenze nel 1909, nei suoi primi anni di attività lavora insieme al fratello Antonio e al fotografo inglese James Robertson a Costantinopoli durante gli anni della guerra di Crimea, della quale riportano alcune straordinarie immagini di documentazione. Nel 1857, sempre accompagnato dal fratello e da Robertson, inizia il suo viaggio verso Oriente, raggiungendo l’India e nel 1860 la Cina.

Nel 1863 arriva da solo in Giappone, dove rimane per oltre 15 anni e fonda la sua attività fotografica insieme al pittore Charles Wirgman, specializzato nella caratteristica coloritura delle stampe fotografiche di Beato. La mancanza di colore nelle fotografie ottocentesche era avvertita come un limite e la policromia di queste stampe, unite alla loro raffinatezza e esoticità, hanno contribuito al grande successo commerciale con cui furono accolte, tanto che Beato e Wirgman crearono una vera e propria scuola a Yokohama, alla quale collaborarono molti artisti locali.

© Archivi Alinari

Kusakabe Kimbei, Whispering. Conversazione sussurrata tra due geishe accanto a un paravento, 1885-1895.

© Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA), Firenze

Tale scuola proseguì la produzione delle fotografie ‘alla maniera di Beato’, anche molti anni dopo la partenza del fotografo italiano, creando uno stile e una moda che perdurò fino ai primi del Novecento.

Per la colorazione di una buona fotografia occorreva quasi mezza giornata. I tempi erano così lunghi che vennero assunti sempre più artisti in un solo atelier, istituendo così una catena di montaggio che aveva una gerarchia produttiva ben precisa e che seguiva anche le inclinazioni e il grado di abilità di ciascun colorista.

La Yokohama Shashin, ovvero la fotografia in stile Yokohama, acquisì notevole importanza grazie al turismo.

I viaggiatori compravano,  come souvenir, gli album con una cinquantina di immagini circa, affascinati dal Giappone e dalle sue più antiche tradizioni di vita sociale e di costume, ma anche dalle atmosfere e dagli irripetibili paesaggi ricchi di fascino e spiritualità, cercando fotografie che confermassero l’immagine esotica che avevano del Giappone, in antitesi alla cultura del mondo occidentale.

© Archivi Alinari

Scuola di Yokohama, Imbarcazioni a vela a Tagonoura, sullo sfondo il monte Fuji, 1890 ca.

© Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA), Firenze

Attraverso le fotografie del XIX secolo realizzate in Giappone, si possono leggere i costumi, i paesaggi, la vita quotidiana giapponese: le geishe, i samurai, i lottatori, i monaci buddisti, i piccoli artigiani, i paesani, ma anche i paesaggi, i fiori e le scene di strada. Ogni immagine è una finestra aperta sul mondo orientale, su un lontano e sconosciuto Giappone che grazie alla fotografia si offriva alla curiosità del pubblico europeo del secolo scorso.

Dove, quando e come

Fondazione Luciana Matalon, Foro Buonaparte 67, Milano

27 aprile – 30 giugno 2016

Orari di apertura al pubblico: dal martedì alla domenica, ore 10-19. La biglietteria chiude 45 minuti prima.

Sabato 14 maggio la biglietteria chiude alle 14.

Sabato 18 giugno la biglietteria chiude alle 17.

Biglietti:

- intero: € 6,00 + € 2,00 di tessera associativa Amici della Fondazione Luciana Matalon;

- ridotto (over 65, bambini 7 - 12 anni, gruppi e scolaresche minimo 15 persone): € 4,00 + € 2,00 di tessera associativa Amici della Fondazione Luciana Matalon;

- gratuito: under 6;

- visite guidate su prenotazione (tel. 02 878781; fineart@fondazionematalon.org): € 2,00 + costo del biglietto d’ingresso.

Pubblicazioni disponibili

- Verso Oriente – Fotografie di Antonio e Felice Beato, Edizioni Alinari, Firenze

- La leggenda di un impero, Edizioni Alinari, Firenze

Informazioni e ufficio stampa

Informazioni:

Fondazione Luciana Matalon: tel. 02 878781; fineart@fondazionematalon.org, www.fondazionematalon.org.

 

Ufficio stampa:

Fondazione Luciana Matalon: Chiara Belli e Irene Brustia, tel. 02 878781, fineart@fondazionematalon.org.

Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia, tel. 055 2395204, press@alinari.it.

Gli eventi collaterali alla mostra

© Archivi Alinari

Felice Beato, Lottatori di Sumo durante il combattimento, 1863-1868.

© Raccolte Museali Fratelli Alinari (RMFA) - collezione Malandrini, Firenze

La quota di partecipazione agli eventi collaterali è di euro 3,00+ costo del biglietto d’ingresso.

Programma

Giovedì 28 aprile, ore 20

La vestizione del kimono da sposa

Mamiko Ikeda, Wa Jaku kimono service

 

Giovedì 5 maggio, ore 19.30

Ikebana: storia e significato.

Conferenza e dimostrazione a cura di Lucia Circo e Roberta Santagostino, Garden Club Milano

 

Giovedì 12 maggio, ore 20

Concerto per canto e koto

con Mimi Ijyusho Machiya, koto e Kaori Okanda, soprano. A cura di Notturno, Associazione Culturale Musicale di Milano

 

Giovedì 19 maggio, ore 19.30

Il kimono scopre se stesso: l'occidentalizzazione dell'abbigliamento giapponese nel periodo Meiji (1868-1912)

con la prof.ssa Susanna Marino, docente di lingua e cultura giapponese presso l’Università Bicocca di Milano e vice presidente del Centro di Cultura Italia Asia "G. Scalise"

 

Giovedì 26 maggio, ore 19.30

Ai jutsu - Via dell’armonia

Dimostrazione di Ai-Jutsu, arte marziale praticata con la katana, a cura di Hajime, Centro Culturale Discipline Orientali

 

Giovedì 9 giugno, ore 19.30

La pittura tradizionale giapponese

con la maestra Shoko Okumura

 

Giovedì 16 giugno, ore 20

Tradizione e modernità nell'Ikebana Ohara.

Conferenza e dimostrazione a cura di Maria Teresa Guglielmetti e Anna Massari, Garden Club Milano

 

Giovedì 23 giugno, ore 19.15

Lingua Giapponese, oltre il segno la comprensione di un mondo: laboratorio di introduzione allo studio della lingua e dei livelli di comunicazione nella società giapponese contemporanea

Orient'Asia Project: Focus Japan - Studiare e lavorare in Giappone

Dott. Paolo Cacciato, Managing Director Asian Studies Group

 

Giovedì 30 giugno, ore 19.30

Introduzione alla calligrafia giapponese

con Yumi Ouchi

La fonte ufficiale cui rivolgersi per qualsiasi informazione o per verificare eventuali cambiamenti di programma è la Fondazione Luciana Matalon (Ufficio stampa: Chiara Belli e Irene Brustia, tel. 02 878781, fineart@fondazionematalon.org)

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