Una stanza a sud di Corrado Accordino: l'ossessione delle trame possibili

Milano, Teatro Libero, dal 28 novembre al 9 dicembre 2013

 

Lo spettacolo. 1

Il comunicato stampa di Teatro Libero. 2

Informazioni pratiche. 3

 

Lo spettacolo

Una stanza a sud;

Da sinistra: Pasquale di Filippo, Giancarlo Latina e Alessandro Castellucci.

© Foto Teatro Libero.

drammaturgia e regia Corrado Accordino;

con Alessandro Castellucci (nel ruolo di Denny), Pasquale di Filippo (nel ruolo di Max), Giancarlo Latina (nel ruolo di Andrew);

scene e costumi Maria Chiara Vitali;

assistente scenografa Gilda Esposito;

disegno luci Chiara Senesi;

tecnico del suono Andrea Diana;

assistente alla regia Valentina Paiano;

un ringraziamento a Luigi Bertacchi;

compagnia La Danza Immobile;

spettacolo realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo.

 

Un assassino (Max), un sedicente fotografo (Denny) e un biologo (Andrew), si trovano (per caso?) chiusi nella stessa stanza, in un villaggio della foresta pluviale. Ciò che li accomuna è la necessità di "uscire dal campo" attraverso la fuga: non farsi vedere troppo in giro (Max), riposare un po' (Denny), non essere integrato all'interno di un museo (Andrew).

Ecco Una stanza a sud, interessante lavoro teatrale di Corrado Accordino, nella sua duplice veste di drammaturgo e di regista.

La storia si apre in medias res con il biologo che aggredisce il fotografo, mentre l'assassino è in preda alla (così sembra) droga. Ma, in realtà, questa è una delle scene finali della storia e viene interrotta da Max, che annuncia che si deve ricominciare. E così la "pellicola" si riavvolge (gli attori ripetono la scena, muovendosi letteralmente all'indietro) e il "film" comincia da capo.

Accordino ha costruito una trama originale, dove alcuni colpi di scena vengono introdotti con l'espediente degli attori che si rivolgono al pubblico per mettergli una pulce nell'orecchio; pulce dalla consistenza tutta pirandelliana: qual è la verità? Quella raccontata da Max, se è a lui che avete dato credito e se da lui vi siete lasciati manipolare. O è forse una completamente diversa: quella che stiamo per proporvi?

Tre personaggi e tre possibili trame, dunque. Non c'è veramente una conclusione del racconto e, al termine dello spettacolo, ci si rende conto che la storia potrebbe ricominciare su altri binari.

Gli attori (Pasquale di Filippo, Giancarlo Latina e Alessandro Castellucci) hanno regalato una recitazione ineccepibile, con un uso del corpo perfettamente equilibrato. Latina, in particolare, ha caratterizzato in maniera efficacissima il suo personaggio, tanto che, grazie alle sue movenze "aracnidee", lo si identificava agevolmente con Rudy, il ragno da lui catturato per studiarlo presso il Museo di Vienna, che gli ha finanziato la spedizione.

Durante lo spettacolo non sono mancati sobri momenti di comicità, non fini a se stessi, ma con una funzione ben precisa: risolvere alcune situazioni, facendole uscire dal registro drammatico (tre persone chiuse in una stanza si vomitano addosso vicendevolmente le loro ossessioni, sconfinando in spazi di pericolosa follia) e dando una svolta inaspettata al racconto. È in questa direzione che vanno lette le allusioni al genere pulp e al mondo del fumetto.

Il comunicato stampa di Teatro Libero

Una pioggia, incessante, continua, senza tregua. Alberi alti sessanta metri, il rumore di animali sconosciuti, in agguato. Una natura inespugnabile, la foresta pluviale e una stanza al centro della foresta. Tre sconosciuti, tre viaggiatori, tre fuggiaschi. Per pura casualità o volere del caso si ritrovano a condividere il ristretto spazio di una stanza in un luogo estraneo e inospitale a sud del mondo. Dove tutto è differente, almeno in apparenza. Essere altrove, osservare il mondo da un altro punto di vista, i rumori, le voci, le abitudini, il senso delle cose, abituarsi a un nuovo codice di sopravvivenza, abituarsi ad avere un po’ di compagnia, in questo luogo dove è ancora possibile sparire, uscire dal “campo”.

I tre protagonisti scopriranno che i loro destini sono intrecciati più di quanto possano immaginare. Qualcosa li lega, il loro desiderio di fuga, la loro ricerca di una nuova identità. Questo viaggio verso nuove latitudini li porterà a scoprire qualcosa di sé, qualcosa di terribilmente umano.

Lo spettacolo

Un linguaggio concreto, incisivo, caustico, ma anche ironico, pulp, surreale.  I personaggi, in apertura credibili, autentici, “possibili” anche se dai tratti eccessivi, nella loro difficile convivenza vengono trascinati in un vortice di tensione, di divertimento e di delirio. Le loro relazioni di complicano, il sospetto prende forma, restare attaccati alla realtà è sempre più difficile. Ma cosa poi, è veramente reale?

Scene e costumi

La sintesi spaziale è sviluppata su un primo piano da semplici elementi di concretezza legati a una stanza di “fortuna” nel centro della foresta pluviale, mentre, verticalmente, la presenza di un tetto scomposto, capace di delimitare e ferire con squarci lo spazio, offre al pubblico il senso di costrizione e prigionia di un luogo lontano e impervio.

I costumi, ispirati alla stravaganza pulp di Kill Bill e al mondo fumettistico di Dick Tracy, amplificano la potenza dei personaggi nel loro momento di trasfigurazione.

Effetti sonori e illuminotecnica

Un attento lavoro di effettistica sonora ci permette di raccontare tutto quello che si muove intorno alle pareti della stanza: il fruscio delle  foglie, gli acquazzoni pluviali, i tuoni che squarciano il cielo, i versi di animali che si aggirano tra gli alberi. Le luci, attraverso il tetto, tagliano e amplificano lo spazio dentro e fuori la stanza, lo stato di infinita attesa di un tempo che non passa, la costrizione e il disagio di tre sconosciuti, il sospetto, i lampi di follia e la pioggia incessante che immobilizza, raggela e rompe la realtà.

Biografie

Max, l’assassino.

Max è quello che comunemente viene chiamano un cabrón, un essere malvagio, un hijo de puta, una bestia. È un vero uomo di quelli che appartengono ai fatti. Giunto nella stanza dopo settantaquattro giorni di viaggio, non sa per quanto si fermerà, non vuole farsi vedere troppo in giro. Deve riposare. Ma sente che qualcosa in lui sta cambiando. Si sente sospeso. La sensazione di solitudine che provava è svanita. Solo si basta. Ma poi ci sono alcuni segnali che non riesce a decifrare: accetta un ospite nella stanza e non ha l’istinto di soffocarlo durante la notte, nonostante questo ospite parli troppo per i suoi gusti. È ancor più sbalordito quando non caccia nemmeno il terzo ospite, nonostante avverta che c’è qualcosa che non lo convince. Cosa ci fa tutta questa gente in un luogo dimenticato da Dio?

 

Andrew, il biologo.

Andrew è un biologo in spedizione da due mesi nelle foreste pluviali del Sud America. Le sue ricerche hanno avuto una svolta decisiva quando trova Rudy, la sua ultima possibilità. Questa è la terza spedizione in due anni che gli finanziano, senza ottenere risultati. Ha il terrore di essere integrato all'interno di un museo. Di vivere chiuso in una stanza a studiare e ricercare in laboratorio. Lui invece vuole rimanere lì, sotto felci infinite che mettono i brividi, in questi luoghi dove uno può veramente uscire dal campo, può davvero sparire non farsi trovare, e nella solitudine di questi luoghi, animato dalla sua sete di conoscenza, sperimentare anche droghe molte particolari, funghi allucinogeni che lo portano a volte a perdere il controllo.

 

Denny, il fotografo.

Caduto da un albero sul quale imprudentemente si era arrampicato per fotografare la natura al fine di raccogliere immagini per il servizio commissionatogli dal Word Geographic, Denny arriva alla stanza con una brutta ferita alla gamba che non gli permette di camminare. Ha solo bisogno di riposare un po'. Degli indigeni che lo hanno soccorso gli hanno detto che due bianchi erano alloggiati in quella stanza. Solo per una notte. Solo per riposare. Ma il suo rapporto con Max sarà subito molto teso, minaccioso e ambiguo. Perché Max è così scontroso? Sarà forse perché la faccia di Denny gli ricorda “Vincent Vega?”

 

Rudy, il Ragno.

È una Phoneutria, Phoneutriinae, Ctenidae, Lycosoidea, Araneomorphae, Araneae, Arachnida, un ragno assassino, un rarissimo esemplare poco più piccolo dei suoi simili, capace di mimetizzarsi su ogni superficie. Dalle foglie, alla pietra, al legno e persino all'acqua. Immobile accanto alla foglia di un albero dove il biologo si era seduto a riposare - un caso che non sia stato morso, o meglio, fortuna e un po' di sesto senso da scienziato-, Rudy viene catturato e tenuto in una campana di vetro, in attesa di essere portato al museo di Vienna per essere studiato. Ma la sua permanenza nella stanza farà precipitare gli eventi.

Informazioni pratiche

Dal 28 novembre al 9 dicembre 2013 presso Teatro Libero, via Savona 10, Milano

Biglietti

Intero: € 21,00

Under 26: € 17,00

Over 60: € 13,00

Allievi Scuola Teatri Possibili in corso con carta TP CARD: € 10,00.

Orari biglietteria

da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00;

nei giorni di spettacolo: da lunedì a venerdì fino alle ore 21.30; sabato dalle ore 19.00; alle ore 21.30; domenica dalle ore 14.00 alle 16.30

Orario spettacoli

da lunedì a sabato ore 21.00;

domenica ore 16.00

Info e prenotazioni

Tel. 028323126

biglietteria@teatrolibero.it

La fonte ufficiale cui rivolgersi per qualsiasi informazione o per verificare eventuali cambiamenti di programma è Teatro Libero (tel. 028323126, biglietteria@teatrolibero.it).

Il portale http://www.morfoedro.it/ non è da ritenersi responsabile per cambiamenti di programma, per errori di stampa od omissioni di qualsiasi tipo e per il contenuto dei siti esterni accessibili tramite collegamenti forniti come semplice servizio agli utenti della rete.