Macbeth-Inferno: ecco come il regista Corrado
d'Elia legge Shakespeare
Milano, Teatro Libero, dal 13 al 26 novembre 2013
Lo
spettacolo. 1
Il
comunicato stampa di Teatro Libero. 1
Informazioni
pratiche. 2
Corrado
d'Elia in Macbeth-Inferno.
©
Foto Teatro Libero
|
Macbeth-Inferno
da William Shakespeare;
progetto e regia Corrado d'Elia;
con Corrado d'Elia, Valentina Capone, Gustavo La Volpe,
Marco Brambilla, Eliana Bertazzoni, Marcello
Catalano, Andrea Finizio, Chiara Salvucci;
assistenti alla regia Andrea Finizio,
Emanuela Ferlito;
scene Fabrizio Palla;
luci Alessandro Tinelli;
fonica Giulio Fassina;
produzione Teatro Libero.
Corrado d'Elia in Macbeth-Inferno.
© Foto Teatro Libero
|
Originale, affascinante e intensissima, la riproposta di Macbeth da parte di Teatro Libero.
Del capolavoro shakespeariano il regista Corrado d'Elia (che
ha intitolato lo spettacolo Macbeth-Inferno) ha esaltato il concetto di prigionia: la
prigionia di menti dominate dall'irrazionalità, di un uomo succube della
moglie, di una donna spietata e inebriata dall'ambizione. E ancora: di un uomo
braccato dalle proprie visioni e tenuto in stallo da figure soprannaturali che
- attraverso veri e propri riti satanici - lo sospendono in un territorio fra
la vita e la morte, fra la ragione e la follia.
La scena è dominata da due colori: il nero e il rosso,
contrapposti da un sapientissimo uso delle luci, ma indissolubilmente legati.
Rappresentano entrambi la morte: il nero come lutto, come buio oltre la vita e
il rosso del sangue versato (sangue di re, oltretutto: non dimentichiamo che
nella concezione elisabettiana la morte violenta di un monarca o la sua
abdicazione significavano il sovvertimento dell'ordine, con catastrofiche
conseguenze).
A sostenere la costruzione infernale di questo Macbeth ci sono una scelta musicale indovinatissima e una recitazione esasperata che scandisce
il ritmo dell'ossessione. I corpi degli attori sono, nei punti nevralgici del
dramma, in preda a convulsioni. Gli attori stessi si percuotono, a significare
che l'uomo, quando perde il raziocinio e non ha più freni inibitori, diventa
nemico e torturatore di se stesso, oltre che dei propri simili. Il Macbeth di d'Elia è insomma una stanza,
nel chiuso della quale si consumano reali ed efferati delitti e si applicano
metaforiche torture.
Macbeth-Inferno:
assolutamente da non perdere.
Un viaggio infernale, terrificante e perfetto.
Uno spettacolo che toglie il fiato e che ci catapulta senza
ritorno dentro la parte più oscura dei nostri desideri.
Tutto parte dal niente. Il nero assoluto. Il buio pesto
della colpa e della notte infernale che sembra non potersi dileguare.
Poi il destino chiama tre volte con voci suadenti di
vittoria e i tre “salve” illuminano strade di seduzione che spalancano un
futuro di potenza e di gloria.
Solo l'ambizione, avvolta su se stessa, può illudersi di
diradare una nebbia che non ammette intrusioni.
Macbeth e la sua Lady, fiammelle indivisibili di un girone
infernale, appaiono a illuminare con la luce del desiderio e dell'ambizione il
buio di un luogo che è non luogo, caverna della mente e dello spirito, nero
inferno delle passioni più irrazionali.
Sarà proprio la Lady, orgogliosa sacerdotessa del male
assoluto, ad avviare il rito sacrificale per consacrarsi ad una eternità senza
fine. A trovare il coraggio per il sacrificio estremo, l'uccisione dell'unico
brandello d'amore, l'unica umana resistenza alle potenze eterne del male che
già la chiamano regina.
Ma come per chi osa non potendo osare, come per chi gioca
con qualcosa più grande di sé, sarà inghiottita dalle stesse forze che avrà
evocato, perduta per sempre dal suo orgoglioso atto di superbia, resa folle
dalla sua brama di potere.
Così Macbeth, inconsapevole e impotente vittima sacrificale,
precipitato nell'incubo più nero da cui non si risveglierà più, rimane solo ad
affrontare apparizioni e profezie, perduto in un crudele allucinato supplizio,
travolto dalle stesse forze del male che ha creduto di poter governare.
Nel gioco infernale dell'autodistruzione mentale non ci è
dato sapere se davvero sia Macbeth a uccidere o se tutto sia soltanto uno stato
di alterazione.
La paura prende forma e si insinua nei meandri della mente,
divora dall'interno e uccide. Una volta iniziato, il supplizio non può essere
fermato. Quel che è fatto non può essere disfatto. È l'inferno generato
dall'ambizione. Il giorno cessa di sorgere e il buio diventa padrone del tempo.
Il buio regna sovrano e gli incubi si fanno beffa dell'uomo.
La dimensione è quella onirica e orrorifica
di un grande incubo.
Il ritmo quello concitato di un cuore in stato
d'alterazione.
Il luogo è uno spazio scenico nudo, labirinto inciso nel
nero dove la luce del giorno non giungerà mai.
Dal 13 al 26 novembre 2013 presso Teatro Libero, via Savona
10, Milano
Intero: 21,00
Under 26: 17,00
Over 60: 13,00
Allievi Scuola Teatri Possibili in corso con carta TP CARD:
10,00.
da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00;
nei giorni di spettacolo: da lunedì a venerdì fino alle ore
21.30; sabato dalle ore 19.00; alle ore 21.30; domenica dalle ore 14.00 alle
16.30
da lunedì a sabato ore 21.00;
domenica ore 16.00
Tel. 028323126
biglietteria@teatrolibero.it
La fonte ufficiale cui
rivolgersi per qualsiasi informazione o per verificare eventuali cambiamenti di
programma è Teatro Libero (tel. 028323126, biglietteria@teatrolibero.it).
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