Querelle Scala-Garritano
Il Teatro alla Scala.
© Foto Alexandre Rodichevski
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Allo scopo di porre un punto fermo nelle scomposte
discussioni sul delicatissimo tema dell’anoressia e sul caso della ballerina
solista Mariafrancesca Garritano,
il Teatro alla Scala non può sottrarsi all’obbligo di dare voce ai dipartimenti
coinvolti direttamente in questo caso, il Corpo di Ballo e la Scuola di Ballo
dell’Accademia. Divulghiamo perciò una dichiarazione e un documento, entrambi
di estrema importanza per rendere note al pubblico opinioni
finora trascurate dai media e procedure didattiche che avrebbero dovuto essere
note a chi ha ritenuto di doversi pronunciare in merito.
La Direzione del Teatro alla Scala
Comunicato stampa del Corpo di Ballo del Teatro
alla Scala
Alla luce degli ultimi fatti relativi alla
querelle Scala-Garritano, episodio che vede
l’accavallarsi di innumerevoli dichiarazioni provenienti dai media e da vari
esponenti del mondo della danza e della cultura, il Corpo di Ballo ritiene
opportuno intervenire nuovamente per spiegare la propria posizione.
Quando, pochi giorni prima del debutto della stagione
2011/2012, sono uscite le prime dichiarazioni sull’anoressia, siamo rimasti
basiti e amareggiati.
Ci siamo sentiti strumentalizzati e
il sospetto che ci si trovasse di fronte a un mero sfruttamento del caso
costruito ad hoc per fini personali o a uno pseudo-scoop
che servisse da traino promozionale al libro della Garritano
ha avvelenato ulteriormente la situazione.
Data la grave disinformazione che ruota intorno alla vicenda
ci sentiamo obbligati a fare un passo indietro,
ripartendo da un breve riassunto.
Il giorno 4 dicembre 2011 la Garritano
rilascia un'intervista all'Observer, il domenicale
del Guardian. I contenuti di tale intervista
tracciano un quadro allarmante del Corpo di Ballo. Si
legge, infatti, che alla Scala “una ragazza su cinque è anoressica”, che “la
stragrande maggioranza delle ballerine (7 su 10) non ha più il flusso
mestruale”, che “si gareggia, oltre che per essere la migliore sul palco, anche
per chi mangia meno”, “che molte non riescono ad avere figli”.
Insomma si parla di allarme alla Scala. Tutto questo non
solo è falso ma è anche lesivo per l’immagine della compagnia e dei suoi
singoli elementi.
Non esiste un'emergenza anoressia e chiunque graviti attorno alla nostra realtà lo sa bene.
È evidente che abbiamo trovato inaccettabile tale
strumentalizzazione e in una lettera scritta alla Direzione
chiedevamo di adoperarsi affinché l'immagine del Corpo di Ballo stesso, in
particolare quello femminile, venisse difesa e tutelata.
Siamo sorpresi di una presa di posizione così drastica da parte dell’Ente, ma non siamo in grado di
valutare la situazione nella sua totalità in quanto non siamo a conoscenza
delle motivazioni e delle procedure attuate dal Teatro.
Allo stesso tempo non ce la sentiamo di appoggiare una
campagna contro il Teatro e il mondo della danza in generale, che non
condividiamo e di cui ci sentiamo vittime. A leggere certi giornali (e anche
alcuni comunicati sindacali interni) sembra ci sia una coraggiosa eroina che lotta solitaria contro un luogo infernale dove molte
ragazze soffrono nel silenzio della omertosa complicità di tutti gli altri. Le
cose non stanno così, non ci sono paladini né inferni, tutta la vicenda è stata
gonfiata da alcuni giornalisti in cerca di facili scoop e dalla superficialità
di chi legge.
Quando anche in un comunicato sindacale leggiamo cose tipo -
chi denuncia l’anoressia viene licenziato - ci rendiamo conto che il polverone alzato ha
raggiunto lo scopo.
Milano, 8 febbraio 2012
Documento della Direzione dell’Accademia Teatro alla Scala – Scuola di
Ballo
La Scuola di Ballo dell'Accademia Teatro alla Scala effettua ogni anno, all'ingresso dei nuovi allievi, visite
mediche (cardiologiche e ortopediche) per verificare l'idoneità dello/a
studente a seguire il corso professionale di danza.
Durante l'anno scolastico vengono
periodicamente effettuati controlli a tutta la popolazione scolastica (circa
200 allievi) e il Servizio Medico Ortopedico è presente due volte la settimana,
unitamente alla presenza giornaliera del Fisioterapista.
Vi sono poi tre medici specialisti in dietologia a cui la Scuola indirizza gli allievi laddove si ravvisi un
problema legato alla nutrizione, intesa dal punta di vista della corretta
alimentazione: ciò avviene quando l'allievo/a ingrassa o dimagrisce per effetto di una dieta
non equilibrata, oppure nel caso di aumento di peso dovuto al passaggio in età
adolescenziale, ma sempre dal punto vista della corretta ed equilibrata
assunzione di carboidrati, proteine e zuccheri per un atleta.
Il dietologo viene usato dall'
allievo privatamente proprio perché, in questi sei anni, non abbiamo
riscontrato la necessità di inserire uno specialista in dietologia per mancanza
di casi critici. I menu per gli allievi, nella mensa della Scuola di ballo, sono
pensati per il fabbisogno di un atleta e sono stati decisi in ambito di
convenzione con l'azienda fornitrice dei pasti.
Dal punto di vista psicologico i ragazzi sono
quotidianamente seguiti, all'interno della scuola, dalle assistenti ai minori,
che si occupano di fare da tramite con le famiglie (che abitano spesso fuori
Milano), di seguirli dal punto di vista scolastico (anche nei rapporti con i
professori e la Preside per i permessi) ed essere sempre presenti in occasione
di attività extrascolastiche (recite in Teatro, eventi della Scuola di ballo).
I professori di danza si occupano, anche, di monitorare che
la crescita formativa dell'allievo sia in armonia con lo sviluppo corporeo e
psicologico dell'allievo. Tutto il controllo dell'attività della Scuola, intesa
come professori, assistenti, consulenti e allievi, viene
supervisionato quotidianamente dal Direttore della Scuola di ballo, Maestro Olivieri, che spesso affianca il lavoro del docente in
classe.
A ciò si unisce il controllo dell'associazione dei genitori,
che viene incontrata dal maestro due/tre volte
all'anno, e il corso per insegnanti di danza dove, nel modulo di psicopedagogia,
vengono analizzate le problematiche legate al cibo, proprio perché non vengano
mai sottovalutati, in nessun grado del percorso educativo, questi aspetti della
vita quotidiana degli allievi.