Da ballerina a giornalista: ecco come. Intervista a Sara Zuccari
21 settembre 2011
Sara, la prima cosa che viene spontaneo domandarti è: come mai
ti sei diplomata in danza classica all'Accademia di danza
di Roma e poi hai deciso di non costruire la tua carriera in quella direzione?
Sara
Zuccari.
Foto
Massimo Rebecchi
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La mia passione e l’amore viscerale per la danza in tutte le
sue forme nascono in me sin dall’età di tre anni. Ho studiato sempre danza fino
all’età di undici anni, quando poi sono entrata all’Accademia Nazionale di
Danza di Roma: era direttrice Lia Callizza, poi in
seguito lo diventò Margherita Parrilla. Di quegli
anni ho un ricordo bellissimo: gli spettacoli, i saggi, le tournée, come ad
esempio l’Excelsior
che Ugo Dell’Ara riallestì per l’Accademia. Ho avuto la
fortuna di studiare con grandi maestri e professionisti della danza, ma di
questo mondo non mi appassionava il palcoscenico, bensì la storia della
danza, dei ballerini e dei coreografi che hanno fatto la fortuna di quest’arte… E quindi, con l’aiuto delle mie insegnanti Concetta
Lo Iacono, Claudia Celi e in seguito con l’incontro
con lo storico per eccellenza, Alberto Testa, ho avuto la possibilità di
proiettare i miei studi in questa direzione, intraprendendo la carriera di
giornalista.
È ovvio che essere ballerina non significa automaticamente
saper scrivere di danza. Che cosa occorre per quel passaggio che tu hai deciso
di compiere?
Sono convinta che per scrivere di danza bisogna
conoscere la danza: questo è poco ma è sicuro! Poi bisogna studiare, trovare,
leggere, fissare e capire la storia della danza, che è una materia molto
complessa e articolata. Dopo bisogna far tesoro di questo bagaglio e inserirlo
negli studi di giornalista. E il gioco è fatto! Ma di
base bisogna avere la passione di fare il giornalista e soprattutto la passione
per la cultura della danza.
A tuo avviso, il giornalismo specializzato in danza, oggi, in
Italia di che salute gode?
Sicuramente non gode di ottima
salute! Il giornalismo specializzato in Italia, se così si può definire, è
molto stantio e precario. Parecchie riviste sono fuori dai canoni del
giornalismo di oggi e soprattutto del futuro: le notizie vengono
date in ritardo, non c’è l’aggiornamento in tempo reale, non c’è buona
distribuzione, sono ancora ancorate ad un vecchio modo di fare giornalismo o
addirittura in alcuni casi del tutto amatoriali… Noi,
con il giornaledelladanza.com, stiamo compiendo un ottimo lavoro soprattutto
rispettando questo modo nuovo e al passo con i tempi di fare comunicazione e
giornalismo,come lo definiamo noi, h24.
E la danza, come sta in Italia e all'estero?
La danza oggi è precaria dal punto di vista finanziario ed
economico. Dal punto di vista creativo e artistico invece penso che ci siano
grandi danzatori, ottimi coreografi, che facciano un bel lavoro e di conseguenza il momento che stiamo attraversando non è
d’aiuto.
Tornando ai tuoi trascorsi, so che la storia della danza ti ha
sempre appassionato, a tal punto che, da ragazzina, setacciavi le bancarelle in
cerca di quel qualcosa in più.
Ah sì! Era la mia ossessione! Ad ogni costo dovevo trovare
in giro per tutta Roma libri antichi di danza, video, cd, manifesti, vecchi
libretti d’opera e di balletto… Ero assetata di
sapere ma soprattutto di “possedere” vecchi volumi di balletto. Chi mi ha
conosciuto in quel periodo mi avrà detestato. Ma era
più forte di me! Oggi sono molto fiera della mia biblioteca
personale: possiedo più di 2000 volumi: da Luigi Rossi a Gino Tani, da Alberto Testa a Vittoria Ottolenghi.
E per il mio lavoro oggi sono davvero essenziali.
C'è qualcosa in particolare che ti affascina quando leggi le
biografie dei grandi ballerini e coreografi del passato o parli di loro con
critici di vaglia?
Io adoro leggere le biografie di tutti i danzatori del
passato e di oggi, ma non mi basta, nel senso che voglio sapere di più di
quello che racconta una biografia. Mi interessa capire
che carattere avevano, come si comportavano durante il quotidiano, che tipi erano,
le loro vicissitudini familiari e i fatti personali…
E questo è stato possibile solo attraverso il racconto diretto di chi ha
vissuto certe epoche, quindi ho passato delle ore, ma lo faccio ancora oggi, lo
confesso, ad ascoltare i racconti delle grandi stelle della danza come Elettra Morini, Carla Fracci, Guido Lauri, Walter Zappolini, Lia Dell’Ara, Alberto Testa, Vittoria Ottolenghi e tanti altri.
I tuoi rapporti con i grandi critici della danza.
Ho un bellissimo rapporto basato soprattutto sul rispetto e
sulla storia che rappresentano. Con il professor Alberto Testa sono legata da un rapporto che dura da tredici anni e per me
è stato un grande maestro oltre che aver collaborato professionalmente con lui
in varie occasioni. Proprio quest’anno gli ho consegnato un premio alla
carriera in occasione del Festival Dei Due Mondi di Spoleto ed è stato per me
un momento emozionante e che porterò sempre con me. Con la signora Vittoria Ottolenghi, altrettanto, ho un rapporto bellissimo: io la venero… è una donna geniale e di grande cultura e sono
felice di averla come collaboratrice al giornaledelladanza.com.
Come nasce l’idea del www.giornaledelladanza.com?
È stata la mia ultima sfida e oggi posso dire di essere
veramente orgogliosa del risultato ottenuto in un anno e poco più di vita.
L’idea nasce dal lontano 1998 quando ho iniziato la carriera di giornalista ed
ero la responsabile della pagina di danza di TgCom di Mediaset. Ho svolto questo incarico fino al 2003,
poi ho iniziato a fare altre cose: ho condotto un programma su INN di Telepiù, ho scritto per
mensili, scrivo per il settimanale A e lavoro per Sky
Tg24. Negli anni però mi è sempre rimasta la voglia di continuare la strada del
giornalismo online, dal momento che sono stata la
prima giornalista di danza a scrivere online. Allora ho pensato di fondare una
testata giornalistica con aggiornamento h24, così è nato il
www.giornaledelladanza.com! Sono molto felice e orgogliosa del lavoro fatto,
siamo una squadra di 20 persone molto valide in tutta
Italia. E poi siamo la prima testata giornalistica di danza online in Italia e
di questo ne sono fiera!