Memorie di Marius
Petipa, a cura di Valentina Bonelli
Gremese, 2010
Nato
in una famiglia di artisti del balletto, il grande maître de ballet Marius Petipa
visse un’infanzia girovaga in Francia e in Belgio, alla quale seguì una
baldanzosa giovinezza spesa in Spagna, in America e
poi di nuovo in Francia. Nel 1847 azzardò la carta russa, accettando un invito
dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo: allora la capitale dell’Impero Russo
non era ancora l’ospitale terra del balletto che sarebbe diventata.
Rimase al servizio dei Teatri Imperiali per oltre mezzo secolo, con l’appoggio
della famiglia reale e il favore della critica e del pubblico, conquistati
dalla genialità delle sue creazioni, fossero balletti originali o nuovi
allestimenti. Come uno zar del balletto Petipa dominò
incontrastato sui Teatri Imperiali fino all’arrivo del nuovo direttore, il
colonnello Teljakovskij, che dichiarò guerra
all’anziano Maestro rendendone amaro il tramonto di carriera.
Nel 1904, prossimo ai novant’anni e ormai estromesso dalla
scena artistica russa, Petipa decise di scrivere le
sue Memorie, spinto dal desiderio di
ricordare a quel mondo che pareva averlo dimenticato – ma soprattutto a se
stesso – l’importanza del suo operato e l’immutata
bellezza dei suoi balletti. Ricche di ricordi lieti o toccanti, di aneddoti
brillanti e talvolta mordaci che ben dipingono il clima artistico e mondano del
tempo, le Memorie offrono un
affascinante scorcio dell’Impero Russo tra il crepuscolo della cultura
aristocratica zarista e i primi bagliori delle avanguardie del Novecento. E
lasciano di tanto in tanto affiorare il risentimento dell’autore per le
umiliazioni subite in vecchiaia e il rimpianto per l’epoca d’oro del balletto
imperiale.
Sinora inedite in Italia, le Memorie, che escono quest’anno in occasione del centenario della
morte di Petipa, sono
presentate in questo volume con una traduzione che attinge in parte al
sopravvissuto manoscritto originale in lingua francese conservato nell’Archivio
Bachruin di Mosca, in parte alla prima edizione a
stampa russa datata 1906. Per gli appassionati di danza e della sua storia,
rappresentano una fonte davvero inesauribile di informazioni
e di notizie sul grande maestro del balletto tardo-romantico russo, anche
grazie all’imponente corpus di note e documenti - in gran parte inediti - con
cui la Curatrice chiarisce, analizza e ricostruisce i singoli episodi
raccontati dall’Autore, ampliando il discorso sino a ricomporre il quadro di
un’intera epoca e dei suoi artisti.
Tre la accurate appendici del
volume, il ricordo della figlia di Petipa, Vera Mariusovna, che con affetto e immediatezza racconta la
storia e il ménage della propria
famiglia, rivelando il volto privato del suo illustre – e talvolta temuto –
genitore.
Marius Petipa
nacque a Marsiglia nel 1818, in una famiglia di rinomati artisti della danza e
del teatro. In gioventù si esibì come ballerino in Francia, in Spagna e a New
York, componendo negli stessi anni i suoi primi balletti. Nel 1847 giunse a San
Pietroburgo ingaggiato come Primo ballerino dai Teatri Imperiali, di cui nel
1870 divenne maître de ballet principale. Al servizio degli zar fino al 1904,
contribuì in modo sostanziale alla fioritura del balletto russo. Dell’immane
corpus dei suoi balletti restano capolavori quali La Figlia del faraone, Don
Chisciotte, La Bayadère, La Bella addormentata, Il
Lago dei cigni, Rajmonda. Ebbe tra i suoi
interpreti i più grandi ballerini dell’epoca e le stelle della Scuola italiana.
Morì a Gurzuf, in Crimea, nel 1910.
Valentina Bonelli, giornalista e
critico di danza, è autrice di numerosi saggi sul balletto per i principali
teatri italiani, tiene lezioni e conferenze. Esperta
di danza e cultura russa, collabora con le testate “TuttoDanza”
e “Dans” e scrive per varie riviste, tra le quali
“Vogue Italia”. Dalla prima edizione è consulente per il festival ParmaDanza del Teatro Regio di Parma.
Collana: PICCOLA BIBLIOTECA DELLE ARTI
Volume in brossura
cm 12,7 x 19,7
pagine 264
24,00 (i.i.)
Il libro è stato presentato a "Danza in fiera
2011". La galleria fotografica è in questa pagina: http://www.morfoedro.it/doc.php?n=1557&lang=it
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