Intervista ad Alexandre Rodichevski, scienziato e musicista

23 marzo 2011

Alexandre Rodichevski: già scienziato presso l'Accademia Russa di scienze di Novosibirsk e specializzato in statistica, attualmente IT manager. Come mai ad un certo punto hai deciso di comporre musica?

Alexandre Rodichevski al pianoforte, a sette anni.

© Foto Vladimir Rodichevski

Per tutta la vita sono stato un avido ascoltatore del meglio della musica pop prima e classica dopo. Da bambino ho studiato pianoforte nella scuola di musica in una città degli Urali. Amavo così tanto la musica, che, quando non avevo a portata di mano i mezzi per ascoltarla, la riproducevo nella testa. Capitava, la notte, di sognarla. Mi sono ad un certo punto reso conto che, qualche volta, non riproducevo nella testa musica già ascoltata, ma creavo musica originale. In tempi recenti ho cominciato a comporre, avvalendomi del computer e di programmi professionali.

Fino ad oggi hai composto quattro CD intorno a quattro aree tematiche distinte. Prendiamoli in esame uno per uno. Il primo, Minuti, è una raccolta di – cito le tue parole - «"cortometraggi" musicali della vita quotidiana che rispecchiano una concezione eterogenea del tempo che viviamo e dei ritmi e dei suoni ai quali siamo quotidianamente sottoposti.» L'album è costituito di 24 pezzi: 24 sono le ore del giorno, mentre i minuti che compongono un'ora sono 60. C'è una ratio in questo?

Alexandre Rodichevski, mentre ascolta la radio via cavo, a otto anni.

© Foto Vladimir Rodichevski

I brani sono disposti in modo da abbracciare un'intera giornata e si prestano a diverse interpretazioni: è la giornata vissuta da una comunità, dove si è preso un minuto da ogni ora, oppure sono 24 momenti della vita di una persona.

Il secondo CD è Cosmologie. Qual è la concezione del cosmo che emerge da questo album?

Per cosmo non intendo solo lo spazio che racchiude l'insieme delle galassie, ma tre "contenitori" che conducono chi ascolta dal macro al microcosmo: l'universo, la Terra e l'essere vivente. Dai titoli appare, inoltre, chiaro che ogni concetto è stato messo a confronto con altri contrapposti o complementari: il Big Bang con il Big Crunch, l'estate con l'inverno, la femmina con il maschio, eccetera.

Il terzo CD è il più singolare: Ars mathematica. Quale rapporto intercorre tra musica e matematica?

Minuti

Il legame fra matematica e musica risale ai tempi antichi. Nella scuola pitagorica, ad esempio, si scoprì come i toni della scala musicale fossero collegati al rapporto fra i numeri interi. In tempi più recenti sono stati applicati alla musica strumenti matematici particolari come l'analisi armonica. Ma non ci si ferma qui. La matematica, come la natura, può diventare fonte di ispirazione per i musicisti, fornendo esempi di grande bellezza e offrendo oggetti alquanto ricchi, come la curva di Peano o i frattali. Alcune trasformazioni matematiche, inoltre, come la simmetria, possono essere applicate alle frasi musicali. L'intento di quest'opera è dunque che i suoi fruitori possano pensare alla matematica non come a una materia arida o per addetti ai lavori, ma come fonte di bellezza, ove essa entri in sinergia con l'arte musicale.

L'ultimo CD è Gli elementi della quiete, esempio di musica meditativa. L'album, recentemente, è stato utilizzato durante una giornata di conoscenza e di divulgazione del reiki[1]. Che cosa differenzia il tipo di musica di questo CD da quello dei tuoi lavori precedenti?

Questa musica è libera dal ritmo, dalla necessità di ripetere le frasi musicali. L'ascoltatore si lascia trasportare dalla modulazione delle armonie, delle scale e del timbro degli strumenti. Tutti i brani di questo album presentano le sequenze senza ripetizione, mutuate dai fenomeni della natura.

I brani dell'ultimo CD sono quattro come gli elementi. In Cosmologie c'è il brano Cinque elementi. Gli elementi sono quattro o cinque? Che cosa accomuna questo brano e Gli elementi della quiete?

Cosmologie

Gli elementi sono interessati da due scuole di pensiero. Secondo una esistono solo quattro elementi materiali: terra, acqua, aria, fuoco. Secondo l'altra a quelli si aggiunge un quinto elemento: l'essenza. Il brano Cinque elementi fa esplicito riferimento agli elementi materiali inserendo nel tessuto musicale i rumori di sassi che rotolano, di flussi d'acqua, del vento e il crepitio del fuoco. Nell'album Gli elementi della quiete, invece, a ogni brano è associato un elemento: Arcadia (terra), Fiori di loto (acqua), Vento che conversa (aria), Aurora boreale (fuoco). Il quinto elemento è comunque presente: l'intero album è dedicato all'essenza di cui è composta l'anima dell'ascoltatore.

Tra i tuoi quattro CD, quello che, apparentemente, si presenta come una raccolta eterogenea di brani è Minuti. Gli altri hanno un impianto tematico più compatto. Perché questa differenza?

Il primo album è eterogeneo non solo nelle tematiche, ma anche nei generi musicali utilizzati. Vi si possono trovare, ad esempio, brani ispirati a musica classica e techno, thrash metal, blues e hip-hop. Nei successivi CD ho voluto sviscerare alcune tematiche e concentrami su alcuni metodi di composizione.

Attraverso questa intervista viene presentato il tuo pensiero. Gli ascoltatori hanno altri ausili?

Per me la musica è un'arte del pensiero: componendo, sviluppo in musica il mio pensiero filosofico. I miei CD non sono un insieme di brani, disposti in ordine casuale: essi rappresentano le mie concezioni, non solo per il loro contenuto, ma anche per il loro ordine vincolante. Un esempio lampante è Cosmologie: inizia con Big Bang e finisce con Big Crunch. Idealmente il pensiero non si esaurisce quando il brano termina, ma continua in quello che segue. Quindi, per rispondere alla tua domanda, ritengo importante offrire all'ascoltatore una linea guida, contestualizzando la musica: ogni CD è infatti fornito di un libretto che illustra il contesto a cui si riferiscono i brani. È proprio la contestualizzazione che crea una coesione importante fra i brani, rendendo l'album un'unica opera musicale.

Qual è il tuo metodo compositivo?

Ars mathematica

Ho due anime compositive: una tradizionale-spontanea, l'altra razionale-costruttiva. La prima elabora l'armonia e la curva melodica secondo i canoni della musica pop e classica. La seconda utilizza la trasformazione analogica degli oggetti apparentemente estranei alla musica: numeri, forme geometriche, colori.

La tua formazione scientifica influisce sulla composizione musicale?

Sì. In entrambe le discipline bisogna avere creatività, voglia di sperimentare e di aprirsi a nuovi orizzonti. Inoltre mi aiutano un approccio sistematico alla composizione razionale e l'uso delle trasformazioni matematiche. Utilizzo, ad esempio, la randomizzazione e l'equalizzazione delle distribuzioni. La musica diventa dati da elaborare con gli strumenti dell'informatica, come i fogli di calcolo. Per me, inoltre, diventa facile - conoscendoli bene - trasformare in musica fenomeni come il moto browniano.

Attualmente stai lavorando a due CD. Qual è il soggetto?

Gli elementi della quiete

Il primo raccoglie brani che ho scritto nello stile tradizionale (classico-leggero, pop, romanze), con tematiche che ruotano attorno all'uomo e alla natura. Nel secondo sto sperimentando nuovi metodi di trasformazione analogica, cui ho fatto cenno sopra.

Altri progetti?

Ho molti desideri. Te ne dico tre. Il primo è di condividere i miei metodi di composizione attraverso la pubblicazione di un libro teorico e pratico. Il secondo è di vedere realizzati dei balletti sulla mia musica: alcuni brani di Cosmologie e di Ars mathematica li ho concepiti immaginando movimenti corporei. Il terzo è di scrivere musica per il teatro.



[1] La giornata si è tenuta a cura dell'Associazione Progetto Arcobaleno Onlus di Sesto San Giovanni (Milano).