Pilobolus: un fungo-metafora

L'Arte è un ente plurifronte che può guardare in diverse direzioni e captare messaggi dai più svariati campi per tradurli di volta in volta in poesia, pittura, musica, danza. Anche il settore micologico si è rivelato fonte d'ispirazione. La danza moderna ha scoperto che un fungo, il Pilobolus, è adattissimo se preso per un certo discorso coreografico; il discorso cioè del gruppo statunitense che da questo fungo ha preso il nome (gruppo generatore fondato da Moses Pendleton) e dei due da esso staccatisi: Crowsnest e Momix.

Il Pilobolus risulta un fungo alquanto singolare per almeno tre motivi, due dei quali hanno interessato il succitato gruppo generatore. Il micelio di questo fungo si sviluppa unicamente come saprofita su escrementi animali; tale fungo provvede diretta?mente allo diffusione della specie lanciando le spore a distanza; esso possiede sensibilissimi organi percettori di luce.

L’orientamento degli sporangi sempre verso la fonte di luce; l'ingrossamento dei rami sporangiofori subito inferiormente allo sporangio e il loro contenimento in una voluminosa ampolla piena di liquido sotto pressione e ingrossantesi con la maturazione delle spore; il lancio - a maturazione avvenuta - delle spore laddove la luce è più intensa: tutto ciò ha evidentemente colpito il gruppo di danza oggetto di questo scritto. Il quale ha generato (mediante il lancio delle proprie "spore" ovvero del proprio discorso coreografico) i due altri gruppi citati.

Il tersicoreo Pilobolus s’è cioè mostrato in grado di diffondere la specie. Inoltre Pilobolus e - soprattutto - Momix hanno colto, del fungo, alcune peculiarità.

Spesso di fronte ai movimenti calibratissimi delle compagnie più volte citate, ci si trova a convivere con la sensazione di un perfetto controllo ginnico del corpo, dato che il punto di partenza di questo tipo di danza è l'atletica (Moses Pendleton e compagni sono tutti ex atleti). Ed è proprio mediante questa “(co)scienza del proprio fisico che Pilobolus e Momix simulano, del fungo, le movenze della crescita, del turgore, del mistero, della promessa.

La luce è poi ingrediente fondamentale dei brani di questi ballerini: spesso, dove essa colpisce in tutta la sua violenza, si verificano lacerazioni e parti di movenze inedite, molleggiamenti, o appiattimenti, nodi umano-vegetali.

Naturalmente né il discorso tersicoreo né quello micologico possono considerarsi esauriti nel ristretto ambito di questo scritto. Quello che però è importante comprendere è come la danza abbia trasformato un prodotto della natura in soddisfacentissima metafora.


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