Filippo
Luna e Giovanni Bellavia in W Gianni Schicchi.
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Foto Studio Camera Palermo
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Un morto stecchito
sul letto ed il suo spirito che aleggia intorno. Il morto però non è morto. Morte
apparente? No! Semplicemente: una trovata di teatro che gli permetterà di
assistere a quello che succederà dopo la sua dipartita. Adesso, in compagnia
del nostro morto, Buoso Donati, e del suo spirito, ci
sono i piccoli spettatori di W Gianni
Schicchi che tifano, si divertono, intervengono e diventano per un giorno
anche loro protagonisti di un’opera lirica.
Nato dalla geniale
idea e dalla garbata regia di Francesco Micheli, W Gianni Schicchi sembra quasi ricalcare
il Racconto di Natale di Dickens in
cui il protagonista rivive il suo passato, il suo presente e il suo futuro.
Qui, al contrario dell’opera di Puccini, il nostro bravo morto, Buoso Donati, è invece vivo e vegeto quando gli appare il
suo spirito per ricordargli che, prima o poi, giungerà anche per lui l’ora
estrema. Quell’avaraccio di Buoso, tuttavia, ha, nel
frattempo, predisposto tutto a puntino accumulando ricchezze, proprietà, soldi,
spendendo lo stretto necessario per campare e vivendo in completa solitudine
perché per l’aldilà vuole ottenere il meglio del meglio. Perciò, ha deciso di
destinare tutti i suoi beni al convento dei frati sperando così di conquistare
un ingresso privilegiato in Paradiso. Ma il suo spirito, come per scommessa, lo
mette di fronte alla visione di quello che succederà dopo la sua morte. Purtroppo,
Buoso non ha fatto i conti con i suoi avidi parenti
che non aspettano altro che di vederlo sotto terra per arraffare i suoi beni.
La cara parentela, infatti, avendo appreso di essere stata inopinatamente
diseredata, decide di nascondere il suo cadavere e di sostituirlo con il furbo
Gianni Schicchi, il quale, tuttavia, detta al notaio un nuovo testamento che la
lascia ugualmente gabbata perché intesta a sé stesso le proprietà del defunto
riuscendo, così, ad ereditare una fortuna ed a far coronare il sogno d’amore di
sua figlia Lauretta con il giovane rampollo della famiglia Donati. Meno male,
alla fine, che il nostro futuro defunto è, invece, ancora vivo e vegeto e che,
in fondo, ha soltanto fatto un brutto sogno. Allora non tutti i mali vengono
per nuocere. Adesso che è sveglio, Buoso Donati ha
compreso che la vita bisogna viverla bene sino alla fine, che il mondo che lo
circonda è bello, che la compagnia della gente rende il cuore felice ed è fonte
di calore umano. Si unisce così alla festa di tutti e si mescola allegramente
tra la gente.
Nell’ambito del
progetto “La Scuola
va al Massimo”, iniziativa realizzata in collaborazione con il Ministero della
Pubblica Istruzione e l’Ufficio Scolastico Provinciale, W Gianni Schicchi ha debuttato al Teatro Massimo il 21 maggio 2008,
quale momento conclusivo del percorso di educazione musicale dedicato alle
scuole primarie e secondarie di II grado per l’anno scolastico 2007/2008.
Dietro questa pregevole iniziativa c’è, tuttavia, un lungo lavoro capillare di
contatti, incontri, progettualità, studio, realizzazione che ammirevolmente è
frutto della lungimiranza della responsabile dell’Ufficio Marketing del Teatro
Massimo, Giovanna Proto, che, da alcuni anni, si dedica con grande competenza e
passione alla costruzione di un rapporto, sempre più produttivo, forte e
trainante, tra i giovani ed il teatro palermitano. La rete, che è stata così
proficuamente tessuta, ha interessato tantissimi istituti scolastici di Palermo
e provincia con il coinvolgimento degli insegnanti che, dopo numerosi incontri
propedeutici, hanno preparato gli allievi, durante le ore di lezione, allo
spettacolo in modo da renderli parte attiva ed essenziale della messa in scena.
Alla fine, il pubblico, tutto composto da giovanissimi, che ha assistito a W Schicchi, non solo è stato partecipe
ed interessato in quanto aveva approfondito in precedenza l’opera vera e
propria, ma ne è stato anche l’attivo interprete avendo preparato nei mesi
precedenti in classe alcuni movimenti scenografici e ben cinque interventi
cantati di alcuni brani tra i più conosciuti di Puccini. Per questo il vero
grande spettacolo nello spettacolo di questo W Schicchi è stato soprattutto nella visione della platea e dei
palchi gremiti da ragazzini immedesimati, divertiti, coinvolti in una sorta di
gioioso e vincente gioco di squadra.
Il pubblico protagonista
di W Schicchi.
© Foto Studio Camera
Palermo
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Una breve
presentazione dell’ideatore e del regista dello spettacolo, Francesco Micheli, e, poi, subito i primi interventi del giovane
pubblico con i fazzoletti blu, gialli, verdi e bianchi, che, a turno, a seconda
del comando dello spirito di Buoso Donati, sventolano
per simboleggiare i vari stati d’animo e gli eventi che si vanno susseguendo
sul palcoscenico. Ed, in seguito, è una sorpresa, ad un certo punto, sentire i
ragazzini intervenire in coro, perfettamente preparati fino a cantare con i
tempi dovuti insieme al Coro dei grandi ed al piccolo Coro delle Voci bianche
del Teatro, con gli sguardi attenti rivolti alla bacchetta del direttore Bruno Cinquegrani, che ben dirige l’Orchestra del Massimo, brani
tra i più famosi dell’opera Gianni
Schicchi quali: “Firenze è come un albero fiorito”, “O mio babbino caro”, “Schicchi! Schicchi! Schicchi!”, “Addio
Firenze” mentre alzano tutti insieme il moncherino, fino alla marcia del
secondo atto della Bohème, accompagnata
da uno sventolio di drappi colorati: “Eccolo
là, il bel tambur maggiore!” che conclude
festosamente lo spettacolo. Un colpo d’occhio e di teatro, nello stesso tempo,
nonché una bella sensazione per noi adulti per aver avuto l’occasione di
assistere all’entusiasmo di questi piccoli spettatori diventati per un giorno
anch’essi protagonisti di un’arte che, a prima vista, può sembrare lontana dai
gusti, dalle preferenze e dalle abitudini musicali dei ragazzi d’oggi.
In sala ed in
scena, con il Coro lungo tutto il semicerchio della platea e con le Voci
bianche, sedute nelle prime file delle poltrone, pronte ad intervenire con le
magliette donate dallo sponsor Giglio Piccolo mentre mostrano un bel W Gianni Schicchi conclusivo su grandi
cartelli bianchi, si svolge la storia rinnovata di una burla senza tempo, nata
dalla musica immortale di Giacomo Puccini con le trascrizioni di Giovanni
D’Aquila. Si ride alle battute di un accattivante Filippo Luna (lo spirito di Buoso) e si parteggia per lo pseudo defunto Buoso Donati (il simpatico Pietro Massaro)
mentre il Corpo di Ballo del Massimo, con le coreografie di Giovanni Di Cicco,
fa da contorno alla copiosa parentela: Claudia Munda
(Nella/Claretta), Katia Ilardo (La Ciesca),
Alessia Sparacio (Zita),
Vincenzo Bonomo (Rinuccio),
Giovanni Bellavia (Gianni Schicchi), Luciano Miotto (Simone/Betto), Gianfranco
Giordano (Mastro Spinelloccio): quest’ultimo simpaticamente camuffato in una
sorta di Mastro Trabucco dalle mille boccette medicamentose. Sul palcoscenico
giganteggiano le belle scene di Alessandro Camera per lo Schicchi ufficiale, contemporaneamente in scena al Massimo negli
stessi giorni, mentre le luci appropriate sono di Bruno Ciulli.
Ecco che cosa
scrive sul Giornale di Sicilia, nella
rubrica “Cronaca in classe” del 28 maggio 2008, una piccola spettatrice,
Alessandra Ardizzone (II C scuola media Istituto
Cei), a proposito di questa sua esperienza al Teatro Massimo “Noi, studenti di
scuola media, abbiamo intonato le arie di un grande compositore, abbiamo
cantato insieme al coro del teatro. Noi siamo stati protagonisti. E’ stata una
giornata fantastica, piena di divertimento e di allegria. Il teatro fatto così…
ci piace!!!”. Ed è proprio da quest’entusiasmo che bisogna trarre il germe che
ci indichi la via per rendere più ricca la vita dei nostri ragazzi dando loro
l’opportunità di vivere queste esperienze utili e costruttive che serviranno a
far crescere l’amore verso la cultura ed il teatro musicale.
Teatro Massimo, 21
ore 11.30, 22 ore 10, 23 ore 10 e ore 11.30,
24 ore 10, 27 ore 10 e ore 11.30 maggio 2008
Progetto per le scuole primarie e secondarie
di II grado ispirato dall’opera Gianni Schicchi di Giacomo Puccini
Musiche
originali e trascrizioni
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Giovanni D'Aquila
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Ideazione e
regia
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Francesco Micheli
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Direttore
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Bruno Cinquegrani
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Coreografia
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Giovanni Di Cicco
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Luci
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Bruno Ciulli
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Maestro del
Coro
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Miguel Fabian Martinez
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Maestro del
Coro di Voci Bianche
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Salvatore Punturo
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Personaggi e interpreti
Nella-Lauretta
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Claudia Munda
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La Ciesca
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Katia Ilardo
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Zita
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Alessia Sparacio
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Rinuccio
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Vincenzo Bonomo
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Gianni Schicchi
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Giovanni Bellavia
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Simone-Betto
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Luciano Miotto
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Mastro Spinelloccio
|
Gianfranco
Giordano
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Lo spirito di Buoso
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Filippo Luna
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Buoso
Donati
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Pietro Massaro
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Orchestra, Coro,
Coro di voci bianche, Corpo di ballo della Fondazione Teatro Massimo
Allestimento della
Fondazione Teatro Massimo