Intervista a Monica Perego, ballerina freelance

Che cosa rappresenta per te la danza?

La danza è una passione che nasce con te e ti accompagna per tutta la vita, insegnandoti serietà, professionalità e dedizione.

Quando poi diventa la tua professione ti arricchisce di emozioni indescrivibili: dall'adrenalina nel sangue prima, all'annullamento del tuo io per diventare il personaggio che interpreti attraverso i movimenti del corpo e l'espressione del viso, alla gioia incommensurabile degli applausi quando cala il sipario. Saper trasmettere le tue stesse emozioni al pubblico è il grande privilegio che la danza ti offre ripagandoti di tanti, continui sacrifici.

Come e perché hai iniziato a studiare danza?

Fu un amore a prima vista! Vedendo un saggio di danza all'età di 5 anni avrei voluto iniziare il giorno dopo ed invece dovetti aspettare l'età scolare.

Quali sono state le tappe fondamentali del tuo percorso artistico?

1) La mia prima insegnante Erica Codecà che mi ha coinvolto interamente credendo nelle mie possibilità e preparandomi a sostenere il concorso, vinto a 16 anni, che mi ha portato alla Royal Ballet School di Londra.

2) Il coreografo Ronald Hynd, che mi scelse per interpretare il ruolo di Svanilda in Coppelia all'età di 19 anni, dopo solo due anni di corpo di ballo.

3) Il mio ex direttore Derek Dean dell' English National Ballet, il quale, con la sua mania di perfezione, ha rafforzato la mia determinazione a migliorarmi.

4) La promozione a Prima Ballerina dopo soli 5 anni, a seguito di diverse interpretazioni di ruoli di repertorio e di tante nuove coreografie create su di me.

5) Divenire libera professionista nel 2002, lasciando la sicurezza della compagnia per sfidare me stessa ed avere l'opportunità di dimostrare le mie qualità artistiche, specialmente qui in Italia: questa per me è stata la tappa fondamentale della mia carriera.

Cosa ha significato per te allontanarti dalla famiglia e dagli affetti per seguire i tuoi sogni?

Certo è stato durissimo: lasciare gli affetti, le amicizie, tutto ciò che rappresenta una vita agiata e felice e ritrovarti a badare a te stessa, in tutto e per tutto, a soli 16 anni. Tutto mi era sconosciuto: dalla lingua, alle persone, alle tradizioni, al cibo. È stato come rinascere ed imparare tutto da capo e da sola.

Devo però ringraziare i miei genitori per l'amore ed il supporto, che mi hanno sempre dato nei momenti di bisogno e solo la grande passione, la voglia di coronare il mio sogno, l'orgoglio e la forza di carattere, mi hanno aiutata a superare tanti momenti tristi.

Pensi che per una ballerina affermata, sempre in giro per il mondo, sia possibile conciliare la professione con il matrimonio, i figli?

A mio parere è possibile, ma difficile, trovare una persona che capisca il nostro amore per quest'arte e tutto quello che comporta. Per quanto riguarda invece aver figli, sono un po' tradizionalista e credo che una madre dovrebbe dedicare a loro tutta se stessa.

Consiglieresti a tua figlia di intraprendere la tua stessa carriera?

Certamente sì, ma senza forzarla nelle sue scelte, sempre pronta ad assecondarla, spronandola ad impegnarsi con serietà e costanza in qualsiasi disciplina intrapresa.

Quali sono state le difficoltà maggiori che hai incontrato?

La solitudine e la gelosia che purtroppo incontri spesso in questo ambiente.

Quando hai avuto la consapevolezza di essere diventata un'artista in grado di affrontare i più grandi palcoscenici?

Alla fine dell'anno scolastico del Royal Ballet ho danzato il saggio niente meno che al Covent Garden.

Ho avuto poi la fortuna di entrare a far parte di due importanti compagnie, Birmingham Royal Ballet e English National Ballet, e danzare nei grandi palcoscenici dall'inizio della carriera, da Corpo di Ballo fino ad essere la protagonista. Quindi ho sempre dovuto essere all'altezza.

Cosa vuol dire essere un danzatore oggi?

Oggi come allora, è una lotta continua con te stessa per cercare di raggiungere il massimo della perfezione, ma purtroppo con un problema in più rispetto al passato in quanto la situazione della danza, soprattutto in Italia, è sempre più precaria per mancanza di fondi e quindi di contratti.

Qual è il ruolo da te più amato?

Giulietta, per la complessità del personaggio e per la storia affascinante.

Nel corso della tua carriera hai danzato con grandi protagonisti del mondo della danza, hai qualche episodio particolare da raccontare in proposito?

Non ho episodi particolari, ma tutti i miei partners mi hanno trasmesso qualcosa che ricordo con piacere.

Roberto Bolle, per la sua classe ed eleganza.

Raffaele Paganini, vero professionista, sempre pronto a risolvere eventuali difficoltà con un sorriso.

Tetsuya Kumakawa, per il suo virtuosismo unico, che invoglia chiunque a dare di più in palcoscenico.

Irek Mukamedov, grande ballerino che trasmette felicità e tranquillità in questo mondo a volte difficile.

C'è un momento della tua carriera che per te è rimasto indimenticabile?

Sì, quando Derek Dean mi ha promossa a Prima Ballerina nel 1997, realizzando così il mio sogno.

Vuoi indicarci il ballerino e la ballerina che ti colpiscono di più e perché?

Roberto Bolle, come ho già detto, per la sua classe ed eleganza e Sylvie Guillem per le sue doti.

Con quale partner sei riuscita ad avere più feeling tra quelli con i quali hai danzato?

L'unico partner con cui ho avuto una grandissima amicizia, ballando insieme per un anno e mezzo, è stato il francese Patrick Armand.

C'è un ruolo particolare che speri di poter interpretare in futuro?

Non ne ho uno in particolare, anche se una delle ragioni per cui ho lasciato l'Inghilterra è stata quella di poter ampliare il mio curriculum.

Data la tua esperienza all'estero, quali sono le differenze tra le compagnie straniere e quelle italiane?

Le differenze sono tante: all'estero non esiste un contratto stabile e quindi nessuno può permettersi di "adagiarsi" e questo aiuta ovviamente a mantenere un livello di competizione molto alto.

Senza contare che la condizione dei teatri è molto più curata, favorendo la riuscita delle performances.

A parte ciò, mi sentirei di dire che la maggior differenza sta nella cultura per la danza.

All'estero, nelle maggiori compagnie, ci sono delle organizzazioni che hanno il compito di diffondere il "linguaggio" di questa meravigliosa arte all'interno delle scuole con apposite recite pomeridiane.

In Italia, la danza conosciuta dalla maggior parte della gente, ammesso che si possa considerare danza, è quella che si vede in TV.

A chi ti vorresti rivolgere affinché in Italia la danza possa ritornare ad essere la regina delle arti dello spettacolo e cosa diresti?

Se lo sapessi l'avrei già fatto! Comunque direi a chi di dovere di divulgare attraverso i mezzi di comunicazione la conoscenza della "vera" danza, aumentandone i finanziamenti così che la richiesta di spettacoli cresca.

Inoltre di eliminare la burocrazia nelle compagnie e dare il giusto riconoscimento al talento ed alla professionalità.

Ognuno di noi ha dei sogni. Qual è il tuo?

Ho già realizzato il mio sogno e per questo mi reputo molto fortunata. Ora vorrei solo continuare a trasmettere splendide emozioni al "mio" pubblico: questa per me è la gioia più grande.

Biografia di Monica Perego

Monica Perego inizia a ballare all'età di sette anni presso la scuola Immagine Danza di Milano. Nel 1990 vince il Primo Premio al concorso Benetton Danza, consistente in una borsa di studio presso la Royal Ballet School di Londra.

Nel 1991 il Direttore della Birmingham Royal Ballet le offre il suo primo contratto di lavoro dopo averla notata al saggio di fine anno al Covent Garden Theatre.

Nel 1992 Monica entra a far parte del English National Ballet, divenendo "Principal Dancer" nel 1997. Interpreta i più importanti ruoli quali: Il Lago dei Cigni, La Bella Addormentata, Schiaccianoci, Romeo e Giulietta, Giselle, Cenerentola, Coppelia, Don Chisciotte, Corsaro e tanti altri, alcuni dei quali creati su di lei.

Nel 1999 le viene assegnato il Premio al merito "Léonide Massine" a Positano e nel 2003 il premio internazionale per la danza " La Ginestra D'Oro".

Monica ha partecipato a numerosi gala: "50th Birthday Wings" in memoria della Principessa Diana d'Inghilterra al Her Majesty's Theatre nel luglio 1998, "Il Festival di Genzano" nel luglio 1999, "Birthday Offering" in onore della Principessa Margaret al Saddler's Wells Theatre nell'ottobre 2000, "Dame Beryl Grey's Evening" al Saddler's Wells Theatre nel marzo 2002, ballando con Irek Mukhamedov, Patrick Armand, Thomas Edur ed altri partners.

Nell'Aprile 2001 in Giappone, interpreta il ruolo di Odette/Odile ne Il Lago dei Cigni con Tetsuya Kumakawa ed in ottobre è "Guest Star" presso il "Tokyo City Ballet".

Ad aprile 2002 Monica si separa dall'English National Ballet divenendo freelance.

Interpreta come "étoile ospite" il ruolo di Aurora con il Balletto di Puglia con Alessandro Molin ed il ruolo di Giulietta con il Balletto di Roma in tournée ed in programmi televisivi nazionali con Raffaele Paganini.

A novembre 2002 Monica è ospite del K-Ballet in Giappone nel ruolo di Aurora ne La Bella Addormentata con Tetsuya Kumakawa.

A gennaio 2003 riprende la tournée di Giulietta e Romeo con il Balletto di Roma dopo il grande successo della stagione estiva.

A maggio Monica è ospite al Teatro dell'Opera di Stoccolma con La Bella Addormentata danzando con Jan Eric Wikstrom.

A giugno ritorna in Giappone con K-Ballet e Tetsuya Kumakawa ne Il Lago dei Cigni. A luglio Monica partecipa al Festival dei Due Mondi di Spoleto con Giuseppe Picone. Ad agosto è invitata a partecipare a tre serate di gala denominate "Stelle dell'English National Ballet" a Madrid e a Saragozza.

A novembre è nel cast del nuovo film di Oliver Stone Alexander.

A dicembre partecipa alla trasmissione televisiva Amici di Maria de Filippi su Canale 5.

A gennaio 2004 Monica è ospite dello Shanghai Ballet ne Il Lago dei Cigni con Thomas Edur.

Balla per il secondo anno consecutivo Giulietta e Romeo con il Balletto di Roma (stagione invernale ed estiva).

A giugno partecipa al gala Notte di Stelle a Caserta e in ottobre balla con Roberto Bolle ad Alessandria con il gruppo "Roberto Bolle & Friends".