Il sogno di poter sedere insieme alla tavola della fratellanza – prima
parte
Prima parte ‑ Seconda parte
Luciana Savignano interpreta Aung San Suu Kyi
© Foto Studio Camera Palermo
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Dal sogno di Martin Luther King
nasce a Palermo uno spettacolo di danza per commemorare e testimoniare quei
valori di libertà, fratellanza, uguaglianza, giustizia per i quali hanno
sacrificato la vita tanti uomini e tante donne diventati i simboli di quel
cammino che porta all’unione ideale di tutti gli esseri umani al di là delle
differenze di razze, ideologie e religioni. Uomini e donne come noi ma illuminati
da una luce propria: una luce, fatta di ideali e d’amore per i propri simili,
che ha contribuito a renderli eterni e d’esempio per le future generazioni.
Il Teatro Massimo di Palermo ha
voluto dedicare il suo omaggio a queste straordinarie icone della nostra
umanità con un balletto, intitolato I have a dream, ideato e diretto da
Beppe Menegatti ed andato in scena, in prima mondiale, dal 14 al 18 marzo 2008.
Il tema affrontato è talmente
universale e profondo che avrebbe richiesto, tuttavia, un trattamento meno
didascalico-documentaristico e più spirituale. Le nobili intenzioni di
trasmettere un messaggio alla gente si sono, infatti, arenate di fronte ad uno
spettacolo, che sembra procedere ad episodi, spezzettati continuamente da
lungaggini espositive di testi, letti da Remo Girone, che introducono i vari
protagonisti e nemmeno giova all’unicità del messaggio la scelta di musiche,
tanto diverse tra di loro, con un’alternanza, a tratti fastidiosa, tra la buca,
dove agisce l’orchestra del Teatro, ottimamente diretta da Marzio Conti, e la
scena con una piccola band di musicisti ospiti a vista che accompagna la calda
voce di Rossana Casale dando, alla fine, una sensazione di dispersione del
percorso musicale del progetto che lo rende simile a una sorta di banale
accompagnamento esplicativo delle storie dei vari personaggi e legato più che
altro alle loro individualità ed ai loro contesti di vita. Difficile a questo
punto cercare di cogliere nel lavoro, che, in ogni caso, oltre ad essere stato
affrontato con tanto impegno dalla Compagnia di ballo del Teatro, nonché aver
richiesto un grande sforzo creativo per i due coreografi (Luciano Cannito e
Michele Merola) e aver avuto il merito di riunire in scena tante stelle della
danza, quella spiritualità e coralità di messaggio, pazientemente attesa sino
al termine del balletto, quando cioè, finalmente, avviene l’abbraccio tra tutti
i protagonisti mentre si ascoltano le note
dell’andante sostenuto dell’appropriata e suggestiva Sinfonia sopra una
canzone d’amore di Nino Rota.
Gli autori delle coreografie,
Luciano Cannito e Michele Merola, si sono divisi i quadri ed i personaggi
creando per ognuno di essi un’immagine il più vicino al vero della propria
storia unendola ad alcune figure simboleggianti i cardini del loro percorso
nelle scelte di vita (il sogno, la cultura, il sangue, la fiamma, la libertà).
In successione, partendo dal
“sogno” di Martin Luther King (interpretato da Hans Vancol con Soimita Lupu,
leggera in bianco), si alternano i protagonisti del balletto: l’ispirato e
commovente Don Milani di Giuseppe Picone con Sabrina Brazzo (significativa
Cultura); il Che Guevara di un esplodente Alessio Carbone unito alla sensualità
della Libertà di Rossella Brescia; la classe e l’immedesimata interpretazione
di Luciana Savignano per Edith Stein, l’ebrea e martire carmelitana;
l’integrazione tra lo spirito orientale (le danze indiane di Ileana Citaristi)
e quello occidentale (l’uomo: Giuseppe Picone e la donna: Carla Fracci) per
Madre Maria Teresa di Calcutta; la vibrante e comunicativa Anna Politkovskaya
di Sabrina Brazzo; l’assolo minimalista di Tadashi Endo per Matsuo Basho; il
Don Puglisi verace e umano di Luca Panella che ci consente, tra l’altro, di
ascoltare la bella Pavana di Marco Betta, appositamente composta per il
quadro dedicato ad uno dei martiri della nostra Palermo; la madre di una
viscerale Rosella Brescia tra madri e desaparecidos di Plaza de Mayo e
l’intensa Luciana Savignano per Aung San Suu Kyi. Prima dell’ultimo quadro
dedicato a Jan Palach, interpretato con giovanile slancio da Alessio Carbone con
Carla Fracci che simboleggia la fiamma che l’avvolge e l’abbraccia, si esibisce
in un assolo di plastica corporalità e purezza di linee Giuseppe Picone nel
ricordo di Mahatma Gandhi. Va segnalata la prova del Corpo di ballo del Teatro,
messosi particolarmente in mostra nelle numerose scene d’insieme ma anche in
alcune parti solistiche tra le quali, oltre la già citata Soimita Lupu e Luca
Panella, sono da ricordare quelle di Floriana Zaja nella parte della sorella di
Edith Stein, di Giuseppe Bonanno (Paul nell’episodio della Politkovskya) nonché
con Lucia Ermetto negli innamorati del quadro dedicato a Don Puglisi e dei due
desaparecidos Michela Viola e Salvatore Manzo.
L’allestimento scenico (scene di
Italo Grassi e costumi di Elena Mannini) risulta semplice ed essenziale con
grandi gigantografie e scritte simbolo per i vari protagonisti mentre le
sapienti luci di Bruno Ciulli danno un significativo apporto alla visualità
dello spettacolo.
Non si può sottacere, infine, uno
spiacevole e grave evento accaduto inaspettatamente subito dopo la prima
rappresentazione del balletto. La Direzione della Fondazione, infatti, si è,
come d’incanto, accorta della lunghezza dello spettacolo, decidendo di eliminare
i quadri dedicati a Don Milani e Don Puglisi (tra l’altro tra i più
significativi ed impegnativi) a partire dalle recite successive. Questa
decisione anche se, da un lato, ha alleggerito la durata dello spettacolo
(stante che la stessa direzione ha – incredibilmente! - dichiarato che
risultava piuttosto lungo per essere gradito dal pubblico) ed ha, inoltre, permesso
di far risparmiare un bel po’ di soldini da pagare in straordinario per tutto
il personale impegnato nella produzione, dall’altro, ha di fatto calpestato e
sconfessato l’impegno, il lavoro e la fatica messi in atto per mesi da autore,
coreografi, musicisti, ballerini e collaboratori, portando, tra l’altro, ad una
non condivisibile scelta dei quadri eliminati e dimenticando, forse, la Fondazione che, proprio su quegli stessi quadri, aveva, altresì, investito finanziariamente
per scene, costumi, musiche e compensi vari. Bisogna, poi, evidenziare che
questa scelta non è stata, in ogni caso, rispettosa per quella parte degli
spettatori che, nelle recite successive alla prima, non ha potuto assistere ad
uno spettacolo completo così come era stato originariamente ideato e messo in
scena. Un motivo in più, dunque, per riflettere sulla sufficienza con cui la Direzione del Teatro ha di fatto trattato una propria produzione, dando la sensazione di non
tenere in considerazione e di svilire il lavoro di tutti quelli che avevano
collaborato per metterlo in scena e, conseguentemente, di non credere nel
proprio prodotto mentre, con una maggiore accortezza e organizzazione, prima
ancora di andare in scena, cioè al momento della costruzione dello spettacolo,
ci sarebbe stato tutto il tempo per rivederne la durata e magari, sfoltire
alcuni testi ed eliminare aggiunte e presenze dell’ultimo momento apparse
piuttosto superflue.
PRIMA PARTE
Prologo I
Dmitrij ostakovič, “Arrivo degli attori” da Amleto op. 116a.
Martin Luther King, I
have a dream
Morton Gould, “Proclamation”, “Sermon” e “Protest”,
da Spirituals per orchestra.
U2/Bono, “M.L.K.”, dall’album The
Unforgettable Fire.
Don Lorenzo Milani, “I care” ancora
Anonimo / Caterina Bueno, Storia
del grillo e della formica.
Giacomo Puccini, Crisantemi,
elegia per quartetto d’archi.
Giacomo Puccini, “Sono andati?”, da La bohème.
Ernesto “Che” Guevara, All’altro lato
del fiume
Heitor Villa-Lobos, Bachiana Brasileira
n. 5, per voce e 8 violoncelli.
Jorge Drexler, “Al otro lado del río”, dall’album Eco 2.
Edith Stein, Ebrea, Carmelitana, Martire
Johann Sebastian Bach, “Aria”, dalla Suite BWV 1068.
Juri Camisasca, “Il carmelo di Echt” dall’omonimo
album.
Francis Poulenc,
“Salve Regina” da Dialogues des Carmélites.
Madre Teresa di Calcutta, Poni il tuo amore per Lui nella danza
Christoph Willibald Gluck, “Danza degli Spiriti
Beati”, da Orfeo ed Euridice.
Ravi Shankar, “Raga Sindhi Bhairavi” e “Raga Adana”,
dal Concerto per Sitar e Orchestra.
Thad Jones, A Child Is Born.
SECONDA PARTE
Prologo II
Dmitrij ostakovič, “Arrivo degli attori” da Amleto op. 116a.
Anna Politkovskaya. Giornalisti e
martiri
Dmitrij ostakovič, “Introduzione: Adagio”, da The Lady and the Hooligan.
Dmitrij ostakovič, “Canzone di Ofelia”, da Sette canzoni su versi di Aleksandr Blok op. 127.
Matsuo Bashō. Maestro degli haiku
Albert Ayler, “Goin’ Home”, dall’omonimo album.
Don Giuseppe Puglisi. “Ricorda che Gesù
è un poeta”
Popolare siciliano, “Vitti na crozza”.
Marco Betta, Pavana.*
Madri di Plaza de Mayo. Fino alla
verità: siempre!
Carlos Gardel, “Volver”.
Astor Piazzolla, “Milonga: Moderato-Poesia-Meno
mosso” dal Concerto per bandoneon, archi e percussioni.
Aung San Suu Kyi. No
Excuse. Sangue: Rosso Birmano
U2/Bono,
“Walk On”, dall’album All That You Can’t Leave Behind.
Wolfgang Amadeus Mozart, “Andante cantabile” dalla Sinfonia in do maggiore Kv 551 “Jupiter”.
Mahatma Gandhi. Ricordo
Jan Palach. Torcia per la libertà
Francesco Guccini, “La primavera di Praga”,
dall’album Due anni dopo.
Sergei Sergeevič Prokof’ev, frammenti da Romeo e Giulietta.
Krzystof Penderecki, frammenti da De natura sonoris n. 2.
Epilogo
Nino Rota, “Andante sostenuto”, dalla Sinfonia sopra
una canzone d’amore.
* Opera commissionata per lo spettacolo
Teatro Massimo, 14,15 (ore 16 e 21,30), 16 e 18 (ore 16 e
21,30)
Spettacolo di danza sui percorsi spirituali di uomini e
donne del nostro tempo
Ideazione e regia
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Beppe Menegatti
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Coreografia
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Luciano Cannito e Michele Merola
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con interventi di
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Ileana Citaristi e Tadashi Endo
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Scene
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Italo Grassi
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Costumi
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Elena Mannini
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Luci
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Bruno Ciulli
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Consulente musicale
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Francesco Sodini
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Assistenti alla coreografia
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Giuseppe Della Monica e Luigi Neri
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Assistente alla scenografia
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Anna Bertolotti
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Danzatori ospiti
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Carla Fracci, Luciana Savignano, Sabrina Brazzo, Rossella
Brescia, Alessio Carbone, Giuseppe Picone, Hans Vancol, Tadashi Endo, Ileana
Citaristi, Alisha Mohapatra, Subhalaxmi Samal, Pragya, Priyadarsini,
Pattanik, Rojalini Srichandan, Saswat Joshi
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Voce solista
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Rosanna Casale
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Soprano
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Corinna Mologni
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Musicisti ospiti
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Andrea Ferigo (sitar), Gianni Iorio (bandoneón), Ermanno
Dodaro (contrabbasso), Emiliano Begni (pianoforte), Fabrizio Li Fauci
(batteria), Francesco Consaga (sassofono)
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Con la partecipazione straordinaria di
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Remo Girone
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PRIMA PARTE
Prologo I
Coreografia
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Michele Merola
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Interpreti
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Ettore Valsellini, Salvatore Tocco, Giuseppe Riccobono,
Daniele Chiodo, Carlo Di Dio, Gaetano La Mantia, Fabio Correnti
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Martin Luther
King, I have a dream
Coreografia
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Michele Merola
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Martin Luther King
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Hans Vancol
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Sogno
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Soimita Lupu
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Poliziotti
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Daniele Chiodo, Fabio Correnti, Carlo Di Dio, Gaetano La
Mantia
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Amici di Martin
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Benedetto Oliva, Massimo Ilario Schettini, Mirko Boscolo,
Giuseppe Bonanno, Salvatore Manzo, Carlo De Martino
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Donne in sogno
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Carmen Marcuccio, Grazia Striano, Ornella Cicero,
Francesca Davoli, Lucia Ermetto, Romina Leone, Michela Viola, Annalisa
Tinessa
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Manifestanti
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Anna Di Martino, Sonia Riina, Floriana Zaja, Annalina
Nuccio, Monica Piazza, Valentina Zaja, Giada Scimemi, Annalisa Tinessa, Luana
Damiano, Cinzia Graziano, Carlo De Martino, Gaetano La Mantia, Carlo Di Dio
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Don Lorenzo Milani, “I
care” ancora
Coreografia
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Michele Merola
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Don Milani
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Giuseppe Picone
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La Cultura
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Sabrina Brazzo
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Censori
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Ettore Valsellini, Giuseppe Riccobono, Luca Panella,
Giuseppe Puccio, Giovanni Simeone, Maurizio Rosso
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Uomini
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Massimo Ilario Schettini, Giuseppe Rosignano, Benedetto
Oliva, Carlo Di Dio, Carlo De Martino, Fabio Correnti, Daniele Chiodo,
Marcello Carini, Mirko Boscolo, Gaetano La Mantia, Salvatore Manzo
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Maestre
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Cecilia Mecatti, Sonia Riina, Zina Barrovecchio, Anna di
Martino
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Mamma
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Carla Livio
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Donne
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Simona Filippone, Lucia Ermetto, Carmen Marcuccio, Romina
Leone, Annalina Nuccio, Elisa Arnone
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Prete
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Salvatore Tocco
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Bambini
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Francesca Mirandola, Jamel Bejaoui, Nicolò Calafiore,
Nicolò Salvo, Giorgio Matranga, Salvatore Sidoti, Alan Gerci, Giulia
Macaluso, Asia Tortora, Fabio Tortora, Daniele Griffo, Costanza Gattuso,
Simone Tribuna, Giorgia Alessandria, Jassim Bejaoui
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Ernesto “Che” Guevara, All’altro
lato del fiume
Coreografia
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Luciano Cannito
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Il “Che”
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Alessio Carbone
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La Libertà
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Rossella Brescia
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Amico del “Che”
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Giuseppe Bonanno
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Rivoluzionari
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Massimo Ilario Schettini, Mirko Boscolo, Giuseppe Bonanno,
Giuseppe Rosignano, Marcello Carini, Benedetto Oliva, Carlo De Martino,
Salvatore Manzo
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Rivoluzionarie
|
Lucia Ermetto, Ornella Cicero, Michela Viola, Valentina
Zaja, Monica Pizza, Elisa Arnone, Carla Livio, Grazia Striano, Cecilia Mecatti,
Roberta Migliore, Francesca Davoli, Simona Filippone, Giada Scimemi
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Soldati
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Fabio Correnti, Carlo Di Dio, Gaetano La Mantia, Daniele Chiodo
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Edith Stein, Ebrea,
Carmelitana, Martire
Coreografia
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Luciano Cannito
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Edith
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Luciana Savignano
|
La sorella
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Floriana Zaja
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Carmelitane
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Carla Livio, Cecilia Mecatti, Sonia Riina, Roberta
Migliore, Annalisa Tinessa, Cinzia Graziano, Simona Filippone
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Deportate
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Elisa Arnone, Carmen Marcuccio, Monica Piazza, Floriana
Zaja, Ornella Cicero, Francesca Davoli, Lucia Ermetto, Romina Leone, Giada
Scimemi, Luana Damiano, Annalina Nuccio, Grazia Striano, Valentina Zaja,
Michela Viola
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Ufficiali SS
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Salvatore Tocco, Giuseppe Riccobono
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Soldati nazisti
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Daniele Chiodo, Carlo Di Dio, Gaetano La Mantia, Fabio Correnti
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Madre Teresa di Calcutta. Poni
il tuo amore per Lui nella danza
Coreografia
|
Luciano Cannito
|
La donna
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Carla Fracci
|
L’uomo
|
Giuseppe Picone
|
Donne
|
Carmen Marcuccio, Monica Piazza, Ornella Cicero, Michela
Viola
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Lo spirito indiano
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Ileana Citaristi, Alisha Mohapatra, Subhalaxmi Samal,
Pragya, Priyadarsini, Pattanik, Rojalini Srichandan, Saswat Joshi
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Prima parte ‑ Seconda parte
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