Come nasce la Fondazione "Léonide Massine"

Viaggio attraverso una biografia

Léonide Massine nacque a Mosca nel 1895. Formatosi alla Scuola Imperiale, iniziò la sua attività artistica in giovanissima età, come attore in varie produzioni ai teatri Bolshoi e Maly.

Scoperto dall'impresario dei "Ballets Russes", Serge Diaghilev, in cerca di un nuovo artista per l'interpretazione del ruolo principale ne La Leggenda di Giuseppe, si avviò precocemente alla carriera di danzatore, succedendo ad uno dei più grandi ballerini del tempo in quella stessa compagnia: Vaslav Nijinsky. Nel 1915 creò la sua prima coreografia, Soleil de Nuit. Il genio poliedrico di Massine si svelò presto in tutta la sua potenzialità espressiva nelle sue successive produzioni coreografiche: Les Femmes de Bonne Humeur, Parade, Les Contes Russes, La Boutique Fantasque, Le Tricorne, per citarne solo alcune del suo ricchissimo repertorio.

Nelle sue coreografie appaiono evidenti i segni di una personalità artistica composita, operante su più livelli. Egli non dimenticò mai di essere stato un attore e la sua conoscenza di ogni aspetto dell'arte teatrale si rivelò appieno nella sua danza, che non fu mai mera estrinsecazione di puro virtuosismo tecnico, ma si arricchì di gestualità, di mimica e di intensa espressività, per accogliere in sé significati più profondi.

Uomo ed artista completo, imbevuto della cultura europea, Massine sapeva allo stesso modo trarre spunto per le sue creazioni anche dalle situazioni più semplici. Tutto lo interessava e tutto egli fu capace di trasporre in danza, con grande maestria, arricchendo ogni elemento col suo stile unico.

La sua grande sensibilità lo indusse ad assimilare e a tradurre in termini artistici tutto ciò che capitava sul suo cammino, dalle osservazioni casuali di eventi di vita quotidiana ai dipinti dei grandi maestri d'arte, dai Primitivi Italiani a Simone Martini, da Velázquez a Picasso, sino al genio bizzarro di Dalí.

Molteplici stili e tendenze confluirono nella sua vastissima opera, dal folclore russo ai canovacci della commedia dell'arte, ed egli si spinse ben oltre i limiti della tradizione classica, sino alla creazione di un genere completamente nuovo: la sinfonia coreografica.

Nel 1914 ebbe modo di visitare l'Italia e subito se ne innamorò. Napoli, in particolare, gli fu sempre cara e fu a Napoli che trovò il canovaccio della commedia dell'arte che diede vita alla sua magistrale interpretazione di Pulcinella, su musiche di Stravinsky, con scenografie di Picasso. Nel 1917, dopo una breve stagione al Teatro San Carlo, si recò a Positano per una breve vacanza. Lì vide per la prima volta, da lontano, quella che sarebbe divenuta in seguito la sua casa: l'isola de Li Galli. Da quel momento il suo sogno fu quello di rendere quell'isola, deserta ed incolta in mezzo al mare, un luogo incantevole, il "rifugio di un artista". Nonostante i pressanti impegni della sua carriera e le vorticose tournée che lo portavano da una città all'altra, senza sosta, in tutta Europa ed oltreoceano, egli non trascurò mai la sua isola, che, insieme alla danza, fu sempre il pensiero dominante della sua vita.

Vi piantò alberi e cespugli, terrazzò i vigneti, vi fece costruire le ville che ancor oggi sorgono sull'isola e ristrutturò la torre in rovine, dove creò una sala da ballo. Ogni anno vi si recava, dedicandosi incessantemente al suo sviluppo. Fu sull'isola che realizzò i progetti per le sue principali produzioni e scrisse la sua autobiografia ed un manuale sulla coreografia, traendo ispirazione dalla serenità di quel luogo e dalla sua splendida cornice paesaggistica.

L'isola fu la sua dimora sino agli ultimi anni della sua esistenza ed egli sperava di potervi istituire un giorno una Fondazione, affinché artisti provenienti da tutto il mondo potessero riunirsi, ritirandosi dal soffocante materialismo della vita quotidiana e collaborare alla creazione di nuove opere d'arte, traendovi ispirazione, proprio come aveva fatto lui.

Al fine di realizzare questa sua volontà è nata la Fondazione "Léonide Massine", nel centenario della nascita dell'artista, con la viva speranza di poter degnamente perseguire i suoi intenti e di riuscire a portare avanti le ricche tradizioni e gli alti livelli artistici da lui stabiliti.

Léonide Massine è morto nel 1979, ma la sua arte continua a vivere. In qualità di Presidente della Fondazione, mi sento di poter affermare il mio impegno affinché i suoi capolavori siano riportati in scena, la sua opera sia tradotta e diffusa, costituendo così la base di studio e di lavoro per molti giovani artisti ed il suo ideale di convergenza fra tutte le forme d’arte sia realizzato attraverso l’operato della Fondazione.

È una promessa d'arte e d'amore, in memoria di un grande artista che non dimenticò mai il vero valore dell'arte e della vita.