L'atteggiamento del "tutto subito"

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Intraprendere la carriera di ballerino è un percorso che ha come diktat sacrificio e dedizione. La società contemporanea sembra invece improntata al "tutto subito". Nei Suoi allievi trova un riflesso di questa contraddizione?

Gloria Chiappani Rodichevski l'ha chiesto a Patrizia Manieri, già étoile del Teatro San Carlo di Napoli

Patrizia Manieri durante le prove de Il lago dei cigni, coreografia di Riccardo Nuñez, con il Corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli. Arena flegrea 2007.

© Foto Alessio Buccafusca

I più giovani non capiscono che devono dare tutto alla danza. Hanno nei confronti della danza lo stesso approccio che hanno verso il telefonino o verso Internet: avere le cose in tempo reale, poiché con il telefonino raggiungi chiunque subito e con Internet trovi le notizie che ti servono senza doverti perdere in ardue ricerche. Ecco la difficoltà che incontro lavorando con i ragazzi. Amano la danza, ma mordono il freno e questo è un limite e non un motivo di crescita. Per noi intraprendere la carriera di ballerino significava mettere mattone su mattone, mentre essi vorrebbero vedere subito i risultati. La variazione di Raymonda, che ho citato prima, l'ho costruita non mattone su mattone, ma addirittura granellino su granellino! Oggi i giovani non si spiegano perché li fermi tremila volte e non sei mai contenta. Intendiamoci, non è colpa loro: è che sono figli del loro tempo. Anche nei rapporti interpersonali, con fidanzati, genitori, amici, è la stessa cosa. Io non li vedo parlare con l'amico per telefono al fine di esternare le proprie difficoltà: oggi c'è il messaggino. "Sono down." Non sono in, sono out." Io stavo ore al telefono con la mia amica perché dovevo elaborare le mie problematiche!