"Capolavori da scoprire. La collezione Borromeo"
Museo Poldi Pezzoli, Milano ‑ 24 gennaio 2007
Giovanni
Antonio Boltraffio (1467-1516), Ritratto di dama (1500 ca).
Riproduzione
autorizzata dal Museo Poldi Pezzoli
|
Una mostra interessante, quella allestita al Museo Poldi
Pezzoli di Milano e visitabile fino al 9 aprile 2007: interessante soprattutto,
ma non solo, per coloro che – a vario titolo – si occupano delle famiglie
Borromeo e Arese: storici, storici dell'arte, guide turistiche… Infatti la
selezione dalla collezione Borromeo esposta al Museo dà un'idea dei capolavori
posseduti dalle famiglie principesche, i cui membri – fin dai tempi di
Vitaliano I, vissuto a cavallo fra Trecento e Quattrocento – hanno intrattenuto
stretti rapporti con la cultura e con l'arte, chiamando i migliori artisti a
decorare i loro palazzi, acquisendo nelle loro collezioni quadri, sculture e
manoscritti o coltivando relazioni con gli intellettuali del tempo. Tra questi
ultimi la principessa Bona Borromeo – in un'intervista rilasciata in occasione
dell'allestimento della mostra milanese ‑ ricorda Clelia del Grillo, alla
quale si sente particolarmente vicina. Vissuta a cavallo tra Seicento e
Settecento, la del Grillo era una cultrice di studi matematici (spesso le donne di casa Borromeo si dedicano a studi di
questo tipo) e coltivò i propri interessi anche attraverso una
corrispondenza con Newton. La principessa Bona Borromeo sottolinea: "Le
sue idee e il suo fascino hanno destato le gelosie e la diffidenza
dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria che l'ha confinata nel palazzo di
famiglia a Cesano Maderno."
Giovanni
Antonio Boltraffio (1467-1516), Ritratto di uomo (1500-1502).
Riproduzione
autorizzata dal Museo Poldi Pezzoli
|
Le opere esposte al Poldi Pezzoli, cui accennavo sopra, si
debbono all'interesse e all'acume artistici dei Borromeo prima e degli Arese
poi (fu attraverso il matrimonio di Renato II con Giulia Arese, avvenuto nel
1652, e di quello con Fabio Visconti Borromeo con la sorella maggiore di
Giulia, Margherita, che le due famiglie si imparentarono). Attualmente i
Borromeo si occupano non di nuove acquisizioni di opere ma della conservazione
del loro patrimonio.
L'esposizione milanese consta di una trentina di capolavori,
tra dipinti e sculture. I nomi sono altisonanti: Bergognone, Foppa,
Pinturicchio, Boltraffio, Luini e Giampietrino.
Particolarmente interessanti risultano Ritratto di dama
e Ritratto di uomo (Boltraffio), Susanna e i Vecchioni (Luini) il
pendant di Giampietrino, Didone e Sofonisba.
Bernardino
Luini (Milano? documentato dal 1501 - Milano, 1532), Susanna e i vecchioni
(1521-1525).
Riproduzione
autorizzata dal Museo Poldi Pezzoli
|
Oltre ai dipinti e alle sculture, la mostra presenta una
selezione di quindici manoscritti autografi di artisti. La collezione di
Gilberto VI Borromeo (1815-1885) venne citata nel 1930 alla voce "Autografo"
dell'Enciclopedia Treccani come una tra le prime e più importanti
d'Europa.
Tra i manoscritti esposti voglio ricordare una "Memoria
di pagamento" del 1517 e "Memorie di conti per le tombe medicee in
San Lorenzo" del 1521 di Michelangelo; una lettera del 1440 indirizzata da
Pisanello a Francesco Sforza; una lettera del 1489 di Filippino Lippi
indirizzata a Filippo Strozzi; un "Promemoria per pagamenti ricevuti"
del 1563 di Andrea Palladio.
|