Milano, Museo Fondazione Luciana Matalon: il trittico del particolare

3 dicembre 2006

 

La sorpresa del particolare. 1

La lindezza del particolare. 1

La poesia del particolare. 1

 

La sorpresa del particolare

Il pavimento del Museo Fondazione Luciana Matalon

Capita. Alle volte ci si reca al Museo Fondazione Luciana Matalon di Milano per una mostra e, mentre ci si aggira tra le opere esposte, l'attenzione viene attratta da un particolare che nulla ha a che spartire con il motivo per il quale si è varcata la soglia del Museo.

L'ultima volta che mi è capitata la discreta sorpresa del particolare è stato quattro giorni fa, durante la mia visita alla mostra "Alberto Burri: la sezione aurea dei Cellotex". Mi trovavo di fronte a Multiplex 1, opera burriana del 1981, quando il mio occhio è caduto su un quadro celato alla vista ufficiale del visitatore della mostra (leggi: elegantemente seminascosto) dietro un paravento fisso. Quadro certo non di Alberto Burri: di Luciana Matalon. Quadro che mi piace pensare riposasse dietro quel paravento bianco che simboleggia le forme care alla Matalon, in attesa della mostra che verrà allestita il prossimo mese e che si incentrerà sulle opere inedite della pittrice e scultrice il cui nome è legato al Museo da lei fondato a Milano. Un quadro non dimenticato o in attesa di collocazione, dunque: un quadro, al contrario, che sa parlare dal silenzio del suo ricetto.

La lindezza del particolare

Tutto è perfettamente in ordine al Museo Fondazione Luciana Matalon. Sempre. Non un dettaglio viene trascurato. La lindezza quasi intimidisce, perché sono una promessa mantenuta il bianco dei paraventi e delle pareti che ospitano i quadri e l'eleganza con cui sono disposte le sculture. Il pavimento in resine epossidiche è un lucidissimo universo che abbiamo quasi timore di profanare, camminandovi sopra.[1] Quindi, ove un oggetto venga provvisoriamente semicelato alla vista, è operazione ‑ questa ‑ compiuta con una grazia che ne fa opera a sé.

La poesia del particolare

Quando un'esperienza o una presenza umana mi toccano, a volte rispondo con la poesia. E questa è una delle volte in cui mi sono accaduti versi nell'alveo interiore.

Paravento

I

Quadri nascosti
dietro paraventi-logo
per parlare a lungo
dal silenzio del ricetto.

II

So che l'artista vela la sua mano
nella significanza
di scultura dipinta, quadro scritto, scolpita parola.

III

Paravento che protegge. Cosmicamente.
Fino alla fine del delirio.



[1] Si veda: Gloria Chiappani Rodichevski, "Museo Fondazione Luciana Matalon, Milano", Morfoedro, portale d'arte e di cultura, http://www.morfoedro.it/doc.php?n=135&lang=it