Collezionare biglietti d'ingresso ai musei. Intervista a Patrizio Mazzanti

23 novembre 2006

Un paio di settimane fa mi capitò per caso tra le mani un vecchio numero della rivista "Amici dei Musei" (luglio-settembre 1996). Tra gli articoli che lessi, rimasi affascinata da uno in particolare: "Il museo dei biglietti dei musei". L'autore è Patrizio Mazzanti, che colleziona ‑ appunto ‑ biglietti d'ingresso ai musei e che decisi subito di contattare. Egli si rese disponibile ad un'intervista per Morfoedro.

So che dalla Sua passione per la storia, per la geografia e per i viaggi è nato il desiderio di collezionare biglietti d'ingresso ai musei. Ma c'è stato qualcosa di particolare che l'ha spinta proprio a questo tipo di collezione?

Biglietto Wien Hunsthaus: un biglietto in cartone che, insieme con altri 47 diversi biglietti, forma un puzzle raffigurante il manifesto/logo del museo. I 48 biglietti sono numerati sul retro.

© Didascalia e foto di Patrizio Mazzanti, www.collezionemazzanti.it, per gentile concessione.

Collezionisti si nasce: questo vale certamente per me, infatti non ricordo da quando ho iniziato a "collezionare qualcosa"; da sempre mi ricordo di averlo fatto, e con molto piacere. Da piccolo erano ritagli di riviste che si trasformavano in figurine, poi figurine vere anche prima delle mitiche "Panini", poi i francobolli per molti anni, i santini e finalmente da circa vent'anni la "Collezione" che ha soppiantato tutto il resto, anche per motivi di tempo e di spazio.

Mi può raccontare la Sua collezione in termini sia quantitativi sia qualitativi?

Attualmente sono oltre 20.000 gli esemplari della collezione, provenienti da 124 paesi diversi. I grandi raggruppamenti sono costituiti da biglietti italiani e stranieri; gli italiani che sono circa il 36%, a loro volta suddivisi in biglietti di mostre temporanee e di luoghi visitabili stabilmente.

Non esistendo cataloghi di riferimento, io considero più preziosi gli esemplari vecchi, prima del 1950, e quelli relativi ai musei minori e a mostre rare e poco visitate.

Per i biglietti dell'Ottocento il discorso dovrebbe essere approfondito: sono tanto rari che non si riesce a sapere dove e quanti ne vennero emessi. Ogni volta che capita di averne notizia o di poterne acquisire si apre un piacevole nuovo capitolo. Da poco ho trovato in asta su "ebay" un biglietto di Londra 1902 per la visita  alla Newgate prison, e ho dovuto ricorrere ad un amico inglese per capire che si trattava del permesso concesso a chi voleva visitare lo storico edificio delle prigioni nei mesi in cui era vuoto e prima che venisse abbattuto per costruirvi degli uffici.

Biglietto Buffalo 1901: un esempio di grafica eccezionale per quel paese e in quell'anno.

© Didascalia e foto di Patrizio Mazzanti, www.collezionemazzanti.it, per gentile concessione.

Altre volte compaiono biglietti graficamente stupendi (Buffalo USA Esposizione del 1901) e tanto interessanti dato che in quell'epoca e per altri 30 anni i biglietti americani erano anonimi e quasi mai illustrati.

Come cataloga e come custodisce i Suoi pezzi?

Per la conservazione, da tempo uso contenitori per fotografie; alcune migliaia le ho fissate su fogli di cartoncino contenuti in grossi raccoglitori commerciali. Quest'ultimo modo è, da un lato, migliore per la visibilità del biglietti e per la possibilità di inserire didascalie, dall'altro molto difficoltoso ogni volta che si devono inserire nuovi esemplari. Problemi ulteriori presentano i biglietti di misure eccezionali e quelli non cartacei: plastica, cartone, latta, vetro, supporto magnetico.

Come fa ad accrescere la Sua collezione?

L'accrescimento della collezione avviene per strade diverse, soprattutto grazie alla pazienza e disponibilità di parenti, amici, colleghi, corrispondenti trovati con inserzioni su riviste specializzate e acquisti via Internet.

Esistono altri collezionisti di biglietti d'ingresso ai musei in Italia? E all'estero?

Collezionisti coi quali ho rapporti di scambio si possono contare sulle dita di una mano sola, e questo mi dispiace molto perché non so come riciclare le migliaia di doppioni che mi capitano. Proprio per la scarsità di collezionisti non esistono cataloghi o pubblicazioni dedicate a questa collezione e quando si parla di collezionismo minore spesso vengono aggregati i biglietti di ingresso, i biglietti di trasporto, i biglietti da visita, i biglietti di lotterie.

In che cosa si differenzia la Sua collezione rispetto ad una più generale collezione di biglietti (ad esempio di mezzi di trasporto)?

Faccio fatica a confrontare la mia collezione con altre, perché non ho molti rapporti diretti con altri collezionisti, ma penso che ci siano molte analogie con una collezione di biglietti di trasporto. Vari anni fa vidi la collezione di un corrispondente francese, si trattava di una collezione piuttosto avanzata e strutturata come la mia, con i biglietti divisi per nazione, per città, per ente emittente il biglietto, poi i biglietti con pubblicità, gli abbonamenti, eccetera.

Persone particolari con le quali è venuto in contatto grazie alla Sua collezione.

Quasi sempre i collezionisti di questi ephemera sono persone molto schive, che coltivano questo hobby per sé e difficilmente ci si incontra. Corrispondo con un collega di Bologna da circa 10 anni e pur abitando in città vicine non ci siamo mai incontrati. A Parigi invece incontrai un collezionista di isolatori elettrici, una persona molto simpatica che per aumentare la sua collezione non disdegnava di arrampicarsi su vecchi pali della luce in disuso o sui tetti delle case abbandonate.

Ci sono anche collezionisti straordinari come Giuseppe Panini, editore delle famose figurine Panini che raccolse centinaia di migliaia di figurine di ogni tipo e riuscì ad organizzare la sua collezione in Museo della figurina, poi donato al Comune di Modena, Museo che finalmente aprirà al pubblico in una sede prestigiosa.

Persone speciali che ho avuto il piacere di incontrare grazie alla mia collezione sono state molte, uno per tutti è un signore di Torino ‑ in pensione da molti anni ‑ che ha un legame di tipo familiare con la Cina. Compie viaggi lunghi e interessanti per conoscere sempre più quel mondo. Durante il suo ultimo viaggio di tre mesi, l'estate scorsa, mi contattava via mail per annunciarmi i biglietti che via via acquisiva, annotando diligentemente dietro al biglietto luogo e nome del monumento visitato; un supporter della collezione imperdibile.

C'è chi fa il collezionista e chi, invece, l'ammassatore. Quali sono gli elementi (anche psicologici) che differenziano le due posizioni?

Mi sembra che la grossa differenza tra il collezionista e l'"ammassatore", in questo genere di raccolte, si dovrebbe individuare nella volontà o meno di sistematizzare la raccolta, sia definendo delle priorità nella ricerca, sia cercando di trovare legami tra i pezzi della collezione con la storia, la geografia, l'antropologia, l'economia eccetera.

Quanto Lei si identifica nella psicologia del collezionista tipo?

Io mi considero un collezionista "puro", non commerciale, scollegato a qualsiasi idea di business, interessato solo a ricevere gratificazione da quello che per me è un hobby.

Si può affermare che una collezione termina quando il collezionista perde interesse ad essa?

Mi sembra vero che una collezione così legata alla persona, come la mia, finisca quando chi la fa perde interesse a nuove acquisizioni e non si sente più stimolato a cercare notizie su di un luogo, un monumento o un'esposizione sconosciuta.

E che le collezioni d'oggetti d'interesse storico non finiscono mai?

Biglietto Pekin Summer Palace: un esempio di biglietto di dimensioni (mm 82x187) e materiale eccezionali. Inserita nel cartone c'è la riproduzione di una moneta antica.

© Didascalia e foto di Patrizio Mazzanti, www.collezionemazzanti.it, per gentile concessione.

Una delle cose più appassionanti per me è la certezza che troverò sorprese, soprattutto per i biglietti vecchi. E proprio perché le storie e le situazioni sono infinite, ci sarà sempre la possibilità di imbattermi in un monumento o una mostra di cui non avevo mai avuto notizia.

Uno dei miei desideri è conoscere quale è stato il primo biglietto o lasciapassare specifico emesso; il mio esemplare più vecchio è del 1793 (Napoli, Reggia di Capodimonte) ma a che epoca risalgono i primi biglietti per accedere alle Collezioni Vaticane che quest'anno festeggiano i 500 anni?

Voglio proporLe, a conclusione di quest'intervista, di parlare di un argomento che esula da Patrizio Mazzanti collezionista: la Sua passione per i gatti.

Il legame con i gatti istintivamente lo vedo nella curiosità che ci accomuna, e anche nell'indipendenza di giudizio. Spesso è difficile capire perché il gatto sta delle ore in posti scomodi o a nostro avviso non adatti, così nella mia continua ricerca non solo di esemplari ma anche di tracce e di notizie, spesso mi lascio guidare dall'istinto che in quel momento mi dice di cliccare in un sito o in un altro nel mare magnum del web, o di seguire una delle possibili strade nelle sterminate bibliografie disponibili in biblioteca.