Intervista a Giacomo Conti, amministratore dell'Asilo del Cane ONLUS di Palazzolo Milanese (Milano)

Cucce all'esterno dell'Asilo del Cane

25 luglio 2006

Moltissimi anni fa incontrai l'encomiabile signora Virginia Craia che, qui a Palazzolo Milanese, aprì un canile. Ora incontro Lei, signor Giacomo Conti. Che cosa è cambiato, rispetto ad allora?

Annunci appesi al cancello d'entrata dell'Asilo

Virginia era una figura carismatica. Fece molto, davvero, con la sua istituzione privata, sostenuta dagli amici.

Vedo che, sulla porta d'entrata del canile c'è una targa a lei dedicata: "In memoria di Virginia Craia fondatrice di questo rifugio. Asilo del Cane di Palazzolo Mil.se".

Sì. Quando ella morì l'istituzione privata venne trasformata in una ONLUS nel 1998. Ai tempi di Virginia si lavorava sull'improvvisazione: non poteva essere altrimenti, del resto. E il volontariato era fondamentale, così come lo è oggi. Il nostro Asilo del Cane ONLUS conta di 200 volontari, 20 soci attivi, 4 membri del consiglio direttivo, un direttore sanitario, alcuni veterinari volontari. Questi ultimi sono studenti di medicina veterinaria, come mia figlia Federica, la quale è capo settore del reparto gatti (il gattile, che noi chiamiamo gattozzeria). Gli animali che accogliamo sono solo quelli abbandonati dai padroni che non si ritengono più in grado di accudire al cane o al gatto che vive con loro per svariati motivi: hanno cambiato casa, è nato un bambino, si dichiarano allergici all'animale. Non voglio entrare nel merito di queste motivazioni.

L'entrata della cucina. Davanti, un carrello con il cibo portato dai volontari

Com'è strutturato il vostro Asilo?

Venga, glielo faccio visitare.

Ecco, questa è la cucina. Di fronte ci sono i box per i cani. Proseguendo abbiamo un'officina e poi questa stanza con gli spogliatoi per dipendenti e volontari. Funge anche da luogo di ritrovo. Come vede le necessità sono molte: occorre rifare i tetti in materiale isolante, servono reti per le recinzioni. Ecco, adesso entriamo nella parte più vecchia e malconcia dell'Asilo. Qui c'è la gattozzeria. Là, invece, stiamo costruendo cinque box nuovi per i cani. Ora entriamo nell'ospedale, venga. Abbiamo la sala operatoria, la farmacia, la sala terapie, la sala visite, la sala degenze per cani immobili e dieci box coperti. Le presento Stefania, responsabile del settore "Portico" dove teniamo i cani paralizzati. È un lavoro molto duro: ai cani va spremuta la vescica e va pulita una o due volte al giorno.

Stefania, che cosa direbbe a chi afferma di preferire i cani di razza?

Che sono bellissimi, basta andare a prenderli in un canile!

La cucina

Parole sante.

Stefania, ti lasciamo al tuo lavoro, mentre noi proseguiamo la visita. Venga: ora entriamo nel cosiddetto secondo corridoio.

Il nostro problema è che l'età media dei cani si alza: la gente viene a prendere quelli giovani e a qui restano i più vecchi e i più grossi.

Venga, venga: si prosegue di qua. Siamo quasi arrivati al termine del secondo corridoio: da qui si esce e ci si ritrova nello spiazzo di fronte alla cucina.

Come vede le necessità sono molte e molti anche i problemi che dobbiamo affrontare.

Qual è la Sua posizione sulla soppressione dei cani ormai immobili e sofferenti?

Il direttore sanitario dell'Asilo sostiene che (e io concordo) non si devono abbattere finché c'è un barlume di relazione con l'esterno, cioè finché apprezzano il cibo, abbaiano agli scorrazzatori nelle vicinanze. Certo, quando la sofferenza diventa visibile o rifiutano il cibo, allora la scelta è quella dell'abbattimento.

Alcuni box del canile

Secondo Lei c'è una maggiore e minore dignità di sofferenza nei cani, rispetto agli uomini?

Penso maggiore. A meno che l'uomo sia particolarmente stoico o forte. Sì, guardando quello che c'è in questo Asilo, direi proprio che la dignità è maggiore nei cani. Protestano, abbaiano, ma quando li accudisci, preferiscono forse essere vicini alla comunità. Amano chi si occupa di loro, perché diventa parte del loro mondo. La relazione diviene uno scambio di gesti.

Alcuni box del canile

Quanti animali ospita il vostro Asilo?

370 cani e 100 gatti. Il numero di questi ultimi è cresciuto. Quest'anno, tra l'altro, ci sono problemi di salute: si è sviluppata la micosi. Il caldo, in questo senso, non aiuta.

Che cosa ne pensa della vivisezione?

Il cane Leo

A Milano, condividiamo la sede riunioni con un'associazione animalista che ce l'ha su con il Morini perché alleva animali da laboratorio. Esistono estremi che possono essere o meno condivisi… Devo dire che non ho una posizione precisa su questo tipo di campagne. Adesso, e cioè dopo il mio coinvolgimento nell'Asilo, ammetto che mi dispiace dare una schicchera ad una mosca che mi dà fastidio. È una presa di coscienza. Del resto oggigiorno siamo più consapevoli, informati, acculturati. Prima parlavo di estremi condivisibili o meno. Le scarpe o le borse di cuoio io le accetto confidando che si tratti di scarti di lavorazione. Spero che sia così. Mi do questa giustificazione quando uso oggetti di cuoio.

Un cane semiparalizzato nella zona di degenza dei cani

Qui, nel nostro Asilo, siamo in coabitazione con gufi, cani, gatti, topi (di campagna ma anche ratti), colombi. Devo ammettere che, da qualche mese a questa parte, il ratto una certa qual tenerezza me la fa. Se anche un ratto ora mi viene tra le gambe, non ho più quella reazione che avevo prima. Certo, se mi rovinassero qualche caldaia o qualche filo di meno, sarei contento! I ratti, però, hanno vita corta perché i cani li squartano. Del resto qui si è creato un microcosmo: non esiste un'eccessiva proliferazione di ratti, umani, cani e gatti.

A proposito di umani, l'Asilo svolge anche un'attività sociale di grande importanza. Pensi, infatti, che viene gente persino da Assago e da Mortara per accudire i cani dell'Asilo e per socializzare con gli altri umani.

Porta della "gattozzeria"

Da quale età vengono accettati i volontari?

La più giovane volontaria ha 16 anni. Tra l'altro il lavoro qui all'Asilo dà, agli studenti, anche la possibilità di ottenere dei crediti scolastici. Oltre ai giovanissimi e ai giovani, ci sono settantenni che hanno aderito all'adozione a distanza: pagano una retta mensile e portano a spasso il loro adottato.

Prima ho visto un signore che ha fatto recapitare un congelatore, direttamente dal negozio.

Sì. Egli ha adottato anche due cani.

Quante adozioni ci sono?

Nel 2005 ne abbiamo avute 500.

Gatti nati da poco, nella "gattozzeria"

Il vostro Asilo riceve finanziamenti?

Abbiamo ricevuto un finanziamento regionale di € 30.000,00 per la sterilizzazione femminile (sia cagne sia gatte). E l'abbiamo ottenuto perché ci siamo fatti carico dell'opera per € 19.800,00. La sterilizzazione è comunque un obbligo ed è un preciso impegno contemplato nel nostro statuto.

Signor Conti, tramite Lei vorrei lanciare un appello perché chi può faccia qualcosa (anche un piccolo gesto) per sanare o almeno diminuire la piaga dell'abbandono. Oltre a prestare opera di volontariato presso la vostra struttura e a contribuire con una donazione, quali cose vi sono quotidianamente necessarie?

Zona di costruzione dei box nuovi

Le faccio un elenco:

- traverse

- pannoloni

- stracci non colorati

- vecchi asciugamani di spugna

- vecchie coperte

- trapunte e trapuntine

- materassini di gommapiuma

- pentole

- ciotole

Zona che porta all'ospedale

- quotidiani (i giornali fatti con un tipo di carta diversa non vanno bene)

- bende

- disinfettanti (ad esempio Betadine o Amuchina)

- detersivi (come la candeggina o quelli per lavare i pavimenti)

- scope

- tiracqua

- spazzoloni

- spugne

- sacchi per le immondizie

Stefania sta accudendo i cani infermi

Veniamo invece al cibo che serve ai vostri animali.

Anche qui uso la tecnica dell'elenco:

- scatolette di carne

- crocchette

- riso

- pasta precotta

- biscotti.

Sala operatoria

Per concludere, lasciamo ai lettori i vostri recapiti.

Asilo del Cane

via Mazzini, 140

Palazzolo Milanese (Milano)

http://www.asilodelcane.it/

info@asilodelcane.it

telefono + 3472753855

Il secondo corridoio

Il servizio fotografico è di Gloria Chiappani Rodichevski (primo scatto) e di Alexandre Rodichevski (tutti gli altri scatti) ed è coperto da copyright