Quando l'autosufficienza è falsamente sufficiente

di Gloria Chiappani Rodichevski

È un solitario? Non saprei, lo conosco solo per sentito scrivere. Di per certo so che vuole velarsi e che del suo sé biografico lascia una descrizione che intriga: "Di Daniele Leone non c'è molto da dire, è uno dei tanti scrittori sconosciuti che serpeggia nella rete; ha scritto qualcosa, neppure tanto, e in pochi lo sanno, ma chiunque lo voglia può leggere i suoi scritti all'interno del suo sito. Ma Daniele Leone è anche un autarchico o forse un anarchico oppure un asceta che ha scelto, come luogo della propria solitudine, internet. Moderno stilita, dalla sua piccola altezza, offre agli altri la propria autarchia, la propria autosufficienza che svela così la sua limitatezza: quale autarchia cerca altro da sé se non quella falsa?"

Per quello che lui ha deciso di raccontare di sé, in passato gli dedicai un morso di poesia pubblicata nel volume A Vera che ha:

 

a Daniel dalle piccole verità

Daniel

che cerca la sua solitudine nel mezzo del mondo

e scrive libri piccoli con verità minuscole come miniature.

Mai lo conoscerò perché si nasconde

dentro spazi che non puoi trovare

e lava le scarpe ogni volta che rientra dal bosco senza legna.

Però è presenza, credo, presenza.

Ed è nella mia stufa,

per un omaggio,

che brucio la legna che lui non trova

e faccio bollire l’acqua per tisana d’avvenire non possibile.

Dagherrotipa è la mia sete di necessità,

inno al passato

inno a presenze che tornano alla memoria

presenze amate

presenze cui non permetto

di sfuggire alla contabilità dei sentimenti.

 

Di Daniele Leone Morfoedro ha ospitato alcune imprecazioni.