Cinema

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Il successo di un film doppiato quanto è da imputarsi ad un doppiatore?

© Foto Gloria Chiappani Rodichevski

Gloria Chiappani Rodichevski l'ha chiesto a Jessica Loddo, doppiatrice

Che domanda difficile! Non so rispondere a questa domanda. Diciamo che se parliamo di film straordinari con bravissimi attori doppiati da altrettanto bravi doppiatori il successo è di tutti. Anche di quelli che lavorano dietro le quinte del film. Per film mediocri a volte la bravura dei doppiatori è determinante.

Una comparsa sui set dei film Dimenticare mio padre (2005), regia di Giuseppe Antonio Miglietta, Nassirya (2006), regia di Michele Soavi e della fiction Il Giudice Mastrangelo (2005), regia di Enrico Oldoini si racconta.

Gloria Chiappani Rodichevski ha ascoltato Alessandro Stajano, giornalista

Pur avendo preso parte con piccole presenze a produzioni importanti, sono molto affezionato alle esperienze compiute grazie agli sforzi, e parlo di sforzi veri ed economie risicate, di registi miei conterranei. Giuseppe Antonio Maglietta ha realizzato davvero un bel lavoro, una storia intensa che si svolge nella terra salentina nel pieno degli anni Settanta e che porta i protagonisti, dopo varie vicissitudini a sciogliere i nodi di un’esistenza difficile e amara fino ai giorni nostri. Io in questo mediometraggio interpretavo un docente delle elementari, maestro della piccola protagonista i cui unici ricordi belli dell’infanzia saranno legati proprio alla scuola. Del Giudice Mastrangelo ricordo con grande simpatia la gentilezza di attori come Diego Abatantuono, Amanda e Stefania Sandrelli, Ugo Conti tutti, allo stesso modo, cordiali e ben disposti nei confronti delle “povere” comparse. Nassirya è stato un momento particolarmente bello che ricorderò a lungo: ho visto un paese intero trasformarsi nella cittadina estera. Gente, strade, contesti erano perfettamente integrati alla storia. Truccato da uno dei soldati della milizia che attaccò il contingente italiano ero credibile anch’io! Sono proprio nella scena d’apertura e punto il mitra in faccia a Raoul Bova. L’aneddoto più simpatico riguarda una scena in cui sono stato spostato dal regista perché ero vicino a Bova e, secondo l’aiuto regista, gli somigliavo troppo. Così mi fecero fare il cattivo abbronzandomi con la crema da scarpe.

Il sottotitolaggio nel settore cinematografico.

Gloria Chiappani Rodichevski ne ha parlato con Nathalia Chiappani, traduttrice

My job as a translator is, basically, to write a version of the original script in Portuguese. It takes about two days to translate all the lines of the movie and after it's done, the actors dub these lines based on this new script. […]

One of the greatest difficulties regarding movie translation is writing a line in Portuguese that has the same length as the one in English, so there won't be any problems like the mouth of the actor stops moving while he is still talking. It's difficult to do that, especially because those languages are very different from each other. Besides that, there's always the problem of slang and jokes. It can be quite hard to find the correspondent expression in Portuguese and, in the case of jokes, most of the time I have to create a new one; otherwise it will make no sense at all.

Gloria Chiappani Rodichevski ne ha parlato con Lorena Coppola, traduttrice

Creando sottotitoli ci si ritrova in un certo senso all’interno di un film, e viverlo dal di dentro dà la sensazione di contribuire in parte alla sua stessa creazione.

Il sottotitolaggio è una forma di traduzione molto complessa, in quanto comporta il trasferimento dalla lingua orale alla lingua scritta, che, in certi casi, richiede anche una forma di traduzione intersemiotica. Si tratta di un lavoro estremamente delicato, in quanto si hanno a disposizione pochissime battute per esprimere il significato di frasi molto più lunghe. Il rapido passaggio da una scena all’altra e l’attenzione ai vari cambi di immagine impone la necessità di rendere il massimo significato in pochissimo spazio. Compito difficilissimo del traduttore, per rispettare il contenuto originale del film, è dunque sforzarsi, traducendo con limiti spazio-temporali molti rigidi, di conservare le caratteristiche culturali e linguistiche del prototesto.