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In quali condizioni versa il mercato
della poesia in Italia?
Il Gruppo di poesia di Poetilandia
l'ha chiesto a Celeste Chiappani Loda,
cofondatrice del Portale d'arte e di cultura cultura www.morfoedro.it
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Foto Gloria Chiappani Rodichevski
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Oggi come oggi si sa che i gusti del lettore sono stati
dirottati in modo aberrante, propinando loro sapori dirompenti: sesso e
violenza. In tutto questo direi che la parola scritta ha avuto gioco difficile
stante il grande e il piccolo schermo, ben più immediato, più
"veloce". La poesia quindi, che così poco si presta a simili esigenze
diventate prassi, è rimasta quella cenerentola che è sempre stata: né ci ha
guadagnato, né ci ha rimesso.
Se dovesse dare una definizione di
poesia, che cosa direbbe?
Gloria Chiappani Rodichevski l'ha chiesto a Menotti Lerro,
in un'intervista sul suo lavoro alla Mondadori
Come si può definire qualcosa che per definizione è
indefinito? Volendo comunque avventurarmi in tale definizione direi che è
poesia quel testo che riesce a creare attraverso i suoi significanti quel
significato di valore universale, dove la bellezza può essere data da
molteplici fattori interni al testo e ai riferimenti esterni. Credo che un
sinonimo di grandezza sia dato dall’ambiguità, dove più alta sarà l’ambiguità
più alta sarà la temperatura del testo poetico. La grande poesia nasce,
inoltre, dalla sottrazione, non dal dire ma dal tacere. Interessante pensare
che la poesia non può essere riassunta: non riassume poiché è essa stessa
riassunto, quintessenza; Deriva dall’essenziale, dal prosciugamento. Infine,
vorrei aggiungere che a mio avviso il fine supremo dell’arte (e dunque della
poesia) è quello di insegnare e quindi l’arte suprema ‑ la poesia ‑
è anche quella che riesce a dare quante più soluzioni possibili ad un dato
problema.
Che cos'è la poesia per lei?
Il Gruppo di poesia di Poetilandia
l'ha chiesto a Gloria Chiappani
Rodichevski, fondatrice del Portale d'arte e di cultura www.morfoedro.it
La poesia per me rappresenta non tanto o non solo una
necessità quanto piuttosto una malattia cronica.
È noto che è meno difficoltoso
tradurre la prosa che la poesia.
Gloria Chiappani Rodichevski l'ha chiesto a Menotti Lerro,
in un'intervista sul suo lavoro alla Mondadori
Credo sia vero. La poesia ha in sé spesso un’ambiguità e una
complessità nei contenuti e nella forma difficilmente traducibili. Ricordiamo
poi che la poesia si gioca sulle rime, le assonanze, le figure retoriche. Tutti
elementi difficilissimi da rendere simili in un’altra lingua considerando che
non si deve cambiare il senso e le parole dal testo originale da cui si
traduce. Ma la traduzione permette a chi non conosce la lingua di base di un
determinato autore, di accostarsi comunque ai contenuti e dunque alle
"verità" e genialità artistiche dell'autore medesimo e dunque
l’importanza delle traduzioni è enorme. Pensi a quanta gente non avrebbe mai
letto Shakespeare o Miguel De Cervantes, tanto per citarne due dal valore
indiscusso.