Emanuela Di Maio, quindicenne del Coro di Voci Bianche del Teatro Massimo di Palermo

Dicembre 2005. Lilli Alù, responsabile degli Affari Generali del Teatro Massimo di Palermo e del coordinamento del Coro di Voci Bianche e dei Piccoli Danzatori della Fondazione, ha ascoltato per Morfoedro i componenti del Coro di Voci Bianche parlare della loro passione per il canto.

La mia passione per il canto è nata all’età di 10 anni quando, frequentando la scuola media annessa al Conservatorio di Musica V. Bellini, ho fatto l’audizione per entrare a far parte del Coro delle Voci Bianche dello stesso istituto. Ho frequentato quest’ultimo per tre anni prima di scoprire l’esistenza del Coro delle Voci Bianche del Teatro Massimo di cui sono venuta a conoscenza tramite un cugino che lo frequentava.

Quando ho calcato per la prima volta il palcoscenico con La Bohème di Puccini, ero emozionantissima ed ho provato sensazioni che prima d’allora non avevo mai sperimentato. La prima cosa che ho pensato quando sono entrata in scena è stata la differenza di emozioni che si provano quando si vede uno spettacolo dalla platea e quando invece si è protagonisti sul palco con la visuale della sala piena di persone che ci guardano con attenzione e che ci dedicano i loro applausi.

Il mio rapporto con il maestro è molto aperto, amichevole e sincero. Quello con i miei compagni è di grande dialogo, affettuoso ed anche sincero.

Quest’esperienza mi sta dando veramente tanto. Mi sta facendo crescere moralmente e psicologicamente ma, soprattutto, ha aumentato il mio senso di responsabilità lavorativa e quotidiana. In futuro sono sicura che continuerò a studiare canto perché mi piace e mi appassiona davvero tanto. La musica per me è qualcosa di indescrivibile, qualcosa che ti avvolge l’anima, che ti trasporta in mondi diversi, fantastici, meravigliosi, che riesce a liberarti da tanti pensieri cattivi che ti ruotano in testa, facendoti dimenticare tutto e portandoti ad uno stato di pace e di quiete da dove non vorresti più uscire.

I miei sogni sono tanti. Uno fra questi è diventare una brava cantante affermata; un altro è di diventare una brava pianista ma quello più grande è, un giorno, di lavorare come musico-terapeuta e, quindi, di aiutare a guarire il prossimo da problemi psicologici con il semplice aiuto della musica.