Amarcord: Mi ricordo…

 

Un balletto di Luciano Cannito inaugura la stagione estiva 2006. 1

I cast 2

Personaggi e interpreti 3

 

Un balletto di Luciano Cannito inaugura la stagione estiva 2006

Viviana Durante e Marco Pierin (Gradisca e il Gerarca).

Foto Studio Camera Palermo

È Amarcord, un balletto di Luciano Cannito, ad inaugurare la stagione estiva 2006 della Fondazione Teatro Massimo.

La versione a passo di danza di Amarcord, tratto dallo splendido film di Federico Fellini, che ci donò l’indimenticabile visione di uno spaccato della storia dell’Italia fascista attraverso il racconto di sprazzi di vita della provincia riminese, è incentrato anche qui, nello spettacolo ideato da Luciano Cannito, sull’esperienza di crescita dell’adolescente Titta, che scorre tra eventi familiari, divertimenti goliardici, amori improbabili, al quale si affiancano gli immancabili personaggi felliniani: quasi delle “macchiette” che rendono questo percorso magico ed irreale eppure così fedele all’atmosfera di vita vissuta nell’incapacità di abbattere i vincoli dei propri conformismi, qui rappresentati dal fascismo e dalla Chiesa, da parte della gente di una cittadina di provincia nel corso del periodo tra gli anni Trenta-Quaranta.

Amarcord, pur trattando dell’esistenza di gente comune con le proprie gioie, i propri dolori, i propri divertimenti, le proprie disgrazie, è collocato in un periodo della nostra Storia drammatico e violento: un viaggio nella memoria e nei ricordi che riesce ad essere attuale proprio perché il passato appartiene anche al presente di tutti noi essendo in rapporto diretto con la realtà dei nostri giorni in quanto ci rammenta e ci suggerisce il pericolo del riproporsi dello stesso tipo di società.

Nelle parole di Luciano Cannito, direttore del ballo del Teatro Massimo, che ha offerto al pubblico palermitano il suo coinvolgente Amarcord, si possono cogliere il senso ed il significato del suo omaggio al grande Fellini, maestro di ieri, di oggi e di sempre. Dice Cannito: “Il merito di un regista è trasportare tutti coloro che guardano la sua opera, in un viaggio di condivisione, dove vedono ciò che tu vedi, sentono ciò che tu senti, provano ciò che tu provi, ricordano ciò che tu ricordi. Guardando il film mi è sembrato di rivivere cose già vissute, mi è sembrato di vivere uno spaccato dell’Italia a cavallo tra le due guerre, dell’Italia piccola, quella della gente comune con i soliti problemi di tutti i giorni. I soprusi di allora delle camicie nere, oggi hanno mille altri nomi. Nessuno più ci obbliga di bere l’olio di ricino, ma nessuno impedisce neppure l’umiliazione culturale di cose di televisione vergognose, scandalose, tristissime. Il rincoglionimento di massa ci sta travolgendo”.

Una scena.

Foto Studio Camera Palermo

Proposto per la prima volta nel 1995 al Teatro di Corte, per la stagione del Teatro San Carlo di Napoli, e lì replicato per altre due stagioni per poi essere proposto alla Scala di Milano, a New York ed a Los Angeles, Amarcord è una delle produzioni più riuscite di Luciano Cannito, il quale riconosce che questo suo balletto gli ha dato moltissime soddisfazioni anche perché il meno concettuale della sua carriera.

Il 2 luglio (con replica il 5) il Teatro Massimo ha inaugurato la sua stagione estiva, che si svolge nello splendido scenario all’aperto del Teatro di Verdura di Villa Castelnuovo, offrendo al pubblico la visione di questo bel balletto in cui si alternano a momenti di giovanile festosità e di gustose rappresentazioni della vita quotidiana i cupi e oscuri accadimenti della storia italiana di quel triste periodo. Lo spettacolo di Cannito, serrato, ritmato, vivace, non ha momenti di stasi e coinvolge per la sua freschezza e genuinità di immagini tratte dal quotidiano, ci ripropone grotteschi personaggi con i loro peccatucci e le loro goliardiche esuberanze assieme a cupe presenze che cercano di opprimere in un clima di violenza il bonario sentimento della gente, ma su tutto vince, pur nei momenti difficili e orrendi di convivenza con l’oscurità fascista, l’indole ed il carattere solari, genuini e semplici degli italiani. La coreografia, essenzialmente classica, acquista una cifra ancor più notevole in un contesto di libera e coinvolgente espressività soprattutto nei momenti descrittivi.

Una scena.

Foto Studio Camera Palermo

Le musiche, scelte per rappresentare quest’omaggio a Fellini e al suo Amarcord, si discostano molto dalla colonna sonora originale del film, in quanto prevalgono brani di autori quali Schnittke, Miller e Schiavoni, ai quali si aggiungono alcune popolari canzoni degli anni Trenta interpretate in modo mirabile da Nicky Nicolai (La Voce del ricordo) con la partecipazione straordinaria del sax di Stefano Di Battista. Di Rota rimane impresso soprattutto il motivo principale che si ripete varie volte come ad accompagnare i vari momenti del balletto. Per quanto riguarda la scenografia, che è quella originale del Teatro San Carlo di Napoli ideata da Carlo Sala, vi è la costante presenza di lugubri pupazzi appesi che incombono sul palcoscenico e, di tanto in tanto, ruotano su loro stessi. I costumi, appropriati e accurati nei dettagli, sono di Roberta Guidi Di Bagno mentre le luci di Bruno Ciulli danno intensa evidenza alle alternanze di situazioni ora gioiose ora oscure.

Yosvani Ramos e Viviana Durante (Titta e Gradisca).

Foto Studio Camera Palermo

In bell’evidenza il Corpo di Ballo del Teatro Massimo che, oltre alle scene d’insieme, dà anche il suo autorevole e professionale contributo per mettere in risalto alcuni personaggi chiave del balletto. In particolare evidenza la grande carica espressiva e la perfetta tecnica dimostrata da Soimita Lupu nel ruolo della Madre, amorevolmente rivolta verso il marito (Il Padre dell’ottimo Leonardo Velletri) e la famiglia (Lo Zio: Maurizio Rosso; Il Nonno: Giuseppe Riccobono; Il Fratello: Salvatore Tocco), tutti impegnati in modo pertinente nel personaggio da ciascuno interpretato, insieme con la monumentale Tabaccaia dalle grandi tette di Carla Livio, alla frizzante Volpina di Sonia Riina e Anna Di Martino che si alternano nelle due rappresentazioni, alla armoniosa Donna Arpa di Patrizia Saggio, al divertente Prete di Giuseppe Puccio, al grottesco Vescovo di Giovanni Simeone, alla frizzante Soldatessa Americana di Cecilia Mecatti oltre agli aitanti Fascisti, agli scherzosi e simpatici Amici di Titta, alle Amiche di Gradisca nonché ai tantissimi altri personaggi che in Amarcord non possono essere considerati presenze occasionali bensì protagonisti di tutto rilievo dello spettacolo.

Viviana Durante e Vladimir Derevianko (Gradisca e l'Ufficiale tedesco).

Foto Studio Camera Palermo

Ed ecco le stelle di questa bella edizione che mette in rilievo la splendida Viviana Durante nel personaggio di Gradisca. Qui la Durante dimostra la sua superba tecnica e, nello stesso tempo, evidenzia con grande espressività i turbamenti di una donna travagliata tra il gesto estremo di vendere il proprio corpo agli odiati nazisti e la voglia di costruirsi un futuro normale di sposa e di madre. Yoshvani Ramos interpreta Titta con gioiosa partecipazione e giovanile baldanza mentre Marco Pierin delinea con marcata durezza il Gerarca. Di forte impatto, infine, la conturbante presenza dell’Ufficiale tedesco di Vladimir Derevianko che rende in modo scioccante il suo personaggio ambiguo e viscido.

Significativa la presenza del Coro, in bell’evidenza nella scena del Grand Hotel, e dell’Orchestra del Teatro diretta lda Marzio Conti che contribuiscono alla bella riuscita dello spettacolo nella serata del 5 luglio, in quanto il 2 luglio il balletto è stato eseguito su base registrata a causa di uno sciopero proclamato dal sindacato Fials-Cisal.

I cast

Teatro di Verdura di Villa Castelnuovo, 2 e 5 luglio 2006

Balletto in due atti di Luciano Cannito

Liberamente ispirato all’omonimo film di Federico Fellini

Musiche di Nino Rota, Marco Schiavoni, Alfred Schnittke, Glenn Miller, canzoni popolari degli anni Trenta

Direttore

Marzio Conti

Coreografia e regia

Luciano Cannito (ripresa da Luigi Neri)

Scene

Carlo Sala

Costumi

Roberta Guidi Di Bagno

Luci

Bruno Ciulli

Personaggi e interpreti

Gradisca

Viviana Durante

Titta

Yoshvani Ramos

La Voce del Ricordo

Nicky Nicolai

La Madre

Soimita Lupu

L’Ufficiale tedesco

Vladimir Derevianko

Il Gerarca

Marco Pierin

Amici di Titta

Giuseppe Bonanno, Vito Bortone, Alberto Montesso

Il Padre

Leonardo Velletri

La Tabaccaia

Carla Livio

Amiche di Gradisca

Elisa Arnone, Monica Piazza

Fascisti

Fabio Correnti, Gaetano La Mantia, Benedetto Oliva, Giuseppe Rosignano

Volpina

Sonia Riina (2/7), Anna Di Martino (5/7)

Prostitute

Anna Di Martino, Cecilia Mecatti, Roberta Migliore, Floriana Zaja

Il Nonno

Giuseppe Riccobono

Lo Zio

Maurizio Rosso

Il Fratello

Salvatore Tocco

La Soldatessa americana

Cecilia Mecatti

I Riminesi

Belinda Denaro, Lucia Ermetto, Simona Filippone, Vittoria Ignomiriello, Aurora Licitra, Valentina Zaja, Luca Barbagallo, Mirko Boscolo, Carlo Di Dio, Stefano Rigo, Giuseppe Rosignano, Giovanni Simeone

Grand Hotel

Anna Di Martino, Cinzia Graziano, Carla Livio,Cecilia Mecatti, Roberta Migliore, Sonia Riina, Patrizia Saggio, Floriana Zaja, Mirko Boscolo, Stefan Ivanov, Giuseppe Puccio, Giuseppe Riccobono, Giuseppe Rosignano, Maurizio Rosso, Giovanni Simeone, Salvatore Tocco

Donna Arpa

Patrizia Saggio

Pretessa

Elvira Di Natale

Prete

Giuseppe Puccio

Vescovo

Giovanni Simeone

Cameriera

Lucia Bucca

Carabiniere

Salvatore Tocco

Special Guest

Stefano di Battista

 

Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro Massimo

Allestimento del Teatro San Carlo di Napoli