Intervista a Salvatore Punturo, responsabile del Coro di Voci Bianche del
Teatro Massimo di Palermo
L’intervista. 1
Breve biografia di Salvatore
Punturo. 3
Il Coro di Voci Bianche. 4
Com’e nata la sua passione per la musica?
La mia passione è maturata innanzitutto dall’amore che la
mia famiglia aveva per la
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musica. Mio padre suonava il sassofono per diletto e, non
avendo mai avuto l’occasione di studiare musica, non aveva mai potuto coltivare
questa passione. Un giorno decise di comperare un pianoforte e, grazie alla sua
insistenza, un’insistenza velata e non forzata, mi spinse ad iniziare a
prendere lezioni. Sono certo che senza il suo input non avrei mai cominciato ad
appassionarmi e, quindi, non avrei mai potuto scoprire la musica vera. Oggi non
posso far altro che ringraziarlo e dirgli quanto sono felice di avermi spinto a
provare. Mi accorgo, invece, di vedere adesso molti genitori che hanno
aspettative che vanno al di là dei reali desideri dei propri figli e li forzano
anche quando non vogliono verso impegni superiori rispetto alle loro reali
inclinazioni. Ritengo che questo sia controproducente in quanto si ha la
sensazione che vogliono raggiungere attraverso i figli quello che loro non sono
riusciti ad ottenere ovvero, al contrario, in alcuni casi, costruire una
carriera a somiglianza della propria. I miei genitori, invece, mi sono stati
sempre vicini nel modo giusto assecondando le mie inclinazioni senza mai
prevaricare. Penso che il compito dei genitori debba essere quello di proporre,
far provare, sperimentare ma mai forzare. Per ogni bambino quella del proprio
futuro deve essere una scelta consapevole come è stata quella mia.
Qual è stato il suo percorso sino alla scelta di diventare maestro
del coro?
Dopo essermi diplomato in Conservatorio e seguito gli studi
di perfezionamento, ho lasciato l’Italia per il Portogallo dove ho ottenuto la
cattedra di pianoforte ed è per questo motivo che molto spesso mi capitava di
accompagnare le classi di canto, degli strumentisti e del coro. Il desiderio di
poter dirigere un giorno un Coro mi aveva, in ogni caso, già conquistato quando
studiavo la materia di esercitazioni corali per il diploma del Conservatorio.
Quali voci si definiscono bianche e quali differenze ci sono
rispetto ad un Coro adulto?
La voce bianca è quella esclusiva dei fanciulli. Si sviluppa
tra i 6-7 anni e permane sino alla pubertà. La voce bianca è caratterizzata da
uno sviluppo minore delle corde vocali rispetto a quelle degli adulti per cui
le corde sono spesse e meno larghe e c’è dunque una minore risonanza.
Come si fa ad entrare a far parte del Coro di Voci bianche del
Massimo? È necessario conoscere la musica?
A partir dai 7 anni si può partecipare all’audizione che
viene indetta annualmente dalla Fondazione. Non è assolutamente necessario
conoscere la musica anche se è un aiuto e un vantaggio in più conoscere uno
strumento e possedere qualche nozione musicale.
Come viene condotta un’audizione per capire se un bambino ha
delle doti musicali?
Interessa soprattutto capire la facilità che il bambino ha
nel produrre determinati suoni che sono indispensabili per il canto. Si valuta
quindi l’intonazione e la musicalità. Nella nostra audizione facciamo eseguire
al bambino per prima cosa dei vocalizzi in modo da verificare la facilità di
intonare e di riprodurre determinati intervalli e ritmi. Successivamente, si
eseguono alcune prove attitudinali ritmiche e si riproducono brevi elementi
melodici per controllare il timbro e l’estensione della voce.
Com’è strutturato il Coro di Voci Bianche del Massimo?
Il Coro è composto da 58 elementi dai 7 ai 15 anni (i
maschietti sino a 12-13 anni). Mentre un Coro di adulti si differenzia
nell’estensione e nel timbro (tenore, baritono, basso per le voci maschili e
soprano, mezzo, contralto per le voci femminili), questa distinzione non esiste
per le voci bianche anche se singolarmente ciascuna voce è diversa dalle altre
e si può possedere una voce più scura e maggiore estensione e quest’ultimo caso
si verifica soprattutto nelle femmine piuttosto che nei maschi.
Come si svolge una lezione e qual è l’impegno settimanale per
questi bambini?
L’impegno settimanale è di due lezioni alla settimana ma in
prossimità della preparazione di uno spettacolo o di un concerto può essere
anche quotidiano. Durante le lezioni si studia la pratica corretta per
l’emissione del suono, la postura che si deve avere e si imparano le nozioni di
base per dedicarci poi allo studio del repertorio.
Qual è il suo rapporto con i bambini del Coro?
Cerco di essere loro amico pur mantenendo quel distacco
necessario per far comprendere l’importanza di quello che stanno facendo in
quel momento. È fondamentale far capire che quel momento di studio servirà loro
quale fase preparatoria per una professione ed è quindi giusto che imparino che
bisogna affrontarlo con la serietà che si deve mettere per poter fare questo
tipo di attività. Cerco di farmi vedere come un maestro che sia a loro vicino
ma, nello stesso tempo, mi sforzo di insegnare che rigore e disciplina non
devono mancare in quanto devono essere coscienti e consapevoli dell’importanza
di quello che stanno facendo, del lavoro di gruppo e del corretto comportamento
che devono sempre tenere nel rispetto del lavoro di tutti: compagni e maestro.
In ogni caso vorrei che capissero la sacralità del luogo in cui stanno
operando.
Come si lavora ad un’opera complessa come il Re Ruggero, tra l’altro eseguita in una
lingua ostica come il polacco?
Prima di iniziare a studiare la parte con il Coro di Voci Bianche
è stato necessario anche per me, che ne sono il maestro, preparare il lavoro
che è consistito in una traslitterazione del testo con la collaborazione di un
interprete, che ha seguito tutte le fasi di trascrizione, in modo da poterlo
trasferire nel canto. All’inizio ho anche spiegato ai bambini cosa cantavano in
quanto ritengo sia fondamentale comprendere quello che si sta eseguendo in
particolare in un’opera complessa come il Re
Ruggero dove è indispensabile riuscire a creare un’atmosfera mistica, C’è
da aggiungere che dal punto di vista musicale la partitura risulta piuttosto
difficile in quanto bambini e Coro di adulti cantano a cappella. In questa
splendida parte per Coro il ritmo della musica è legato strettamente al testo,
perciò abbiamo dovuto prima lavorare sul testo e poi lo abbiamo legato al
canto. Inoltre c’è da dire che la resa finale è stata magnifica in quanto i
nostri bambini hanno dimostrato tutta la loro bravura e capacità nel recepire
una lingua estremamente ostica dal punto di vista fonetico.
Cosa si dovrebbe fare per coinvolgere maggiormente i giovani
allo studio e all’amore della musica classica?
Bisogna secondo me creare iniziative che portino i giovani a
scoprire la musica in maniera diversa da come viene propinata oggi dai mass media che aboliscono o, in ogni
caso, poco diffondono la musica classica. Per questo vorrei lodare l’iniziativa
del nostro Teatro che organizza concerti promozionali didattici per le scuole
di ogni ordine e grado in modo da far prendere coscienza ai ragazzi dell’esistenza
di una musica diversa da quella che ogni giorno ascoltano. È attraverso queste
iniziative che si insinua nel giovane l’amore per la pratica di una nuova
dimensione della musica e, quindi, ben vengano tutte quelle iniziative che
possono donare più opportunità possibili di scoprire la bellezza di ogni forma
di musica.
Può dare un consiglio ad un giovane che vuole intraprendere la
carriera del cantante lirico?
Il mio consiglio è di considerare e di far propria la
cultura del sacrificio. Questa è una professione che si deve fare con passione
e con consapevolezza. Direi anche ad un giovane di non scoraggiarsi alle prime
difficoltà che possono sorgere, in quanto sono inevitabili, ma se il suo sogno
è quello di diventare un cantante lirico non deve dimenticare mai che questa è
una professione difficile nella quale per farsi avanti occorrono tanto studio,
impegno, perseveranza, costanza e sacrificio.
Nato a Palermo nel 1976, si è diplomato con il massimo dei
voti e la lode presso il Conservatorio di Musica V. Bellini di Palermo, dove ha
proseguito, inoltre, gli studi di Composizione.
Vincitore, da solista, di numerosi premi in concorsi
nazionali ed internazionali, si è distinto anche per la musica da camera, in
duo con il fratello violinista. Ha perfezionato i suoi studi dapprima con il M°
Pier Narciso Masi e in seguito con il M° Boris Petrushanskj sotto la cui guida
ha conseguito il Diploma Triennale di Alto Perfezionamento presso l’Accademia
Musicale “Euterpe” di Trapani e la Menzione d’onore per l’anno accademico 1994.
Ha suonato per diverse associazioni musicali in Italia e
all’estero (Belgio, Portogallo e Stati Uniti d’America).
Nel 1998 ha partecipato all’Operalaboratorio di Palermo, in
qualità di maestro collaboratore-pianista e all’Educational & Cultural
Exchange Program con la città di Detroit (Michigan, U. S. A.) consistente in
istruzione e didattica alla Wayne State University e in attività concertistica
e teatrale con la Michigan Opera Theatre e il Rackham Simphonie Choir di
Detroit.
Dal 1998 al 2000 ha insegnato Pianoforte presso il
Conservatorio di Musica di Horta (Faial, Isole Azzorre, Portogallo) e nei due
anni successivi presso il Conservatorio di Madeira (Portogallo) dove ha inoltre
ricoperto il ruolo di pianista accompagnatore per le classi di canto ed archi.
Ha ripetutamente collaborato con l’Orchestra Classica di
Madeira in occasione delle stagioni concertistiche 2000-2001 e 2001-2002.
È stato chiamato a svolgere il ruolo di pianista
accompagnatore nei corsi internazionali di alto perfezionamento tenuti da
insigni violinisti quali: M° Grigori Zhislin e del M° Zakhar Bron, oltre che
per varie masterclasses di canto.
Inoltre, è stato consigliere artistico e pianista ufficiale
del I Concorso Internazionale di violino “Madeira Music” svoltosi a Madeira
(Portogallo).
Attualmente è Aiuto del Maestro del Coro presso la
Fondazione Teatro Massimo di Palermo e, dal marzo 2003, Maestro del Coro delle
Voci Bianche.
L’arca di Noè di Britten, 2003.
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Il progetto Teatro-Scuola, con il coinvolgimento attivo dei
ragazzi, nasce nell’aprile del 1994 con la messa in cantiere dell’opera di
Britten L’Arca di Noè per la cui
realizzazione i maestri del Teatro Massimo, Marcello Iozzia e Gianluca
Martinenghi, selezionano nelle scuole di Palermo i bambini più dotati dal punto
di vista musicale e vocale da preparare quali piccoli protagonisti dell’opera
con l’intento di coinvolgere il maggior numero di scuole e di bambini. L’Arca di Noè va in scena nella Chiesa
di Santa Maria degli Angeli nel novembre successivo con grande entusiasmo e
impegno dei suoi giovanissimi interpreti.
Con l’esito positivo del progetto si aprono altre vie per il
giovane Coro. I bambini cominciano ad essere inclusi nelle opere in cartellone
del Teatro e i risultati sono di ottimo livello qualitativo con citazioni di
encomio da parte di critici nazionali ed internazionali e con l’apprezzamento
positivo di direttori d’orchestra e registi.
In questi anni, il Coro di Voci Bianche partecipa
positivamente alle produzioni del Teatro Massimo prendendo parte attiva negli
spettacoli istituzionali della Fondazione: La
Bohème, Tosca, Carmen, Orfeo all’inferno, Le Martyre de Saint Sebastien,
Otello, Werther, Lady in the Dark, Flauto magico, Carmina Burana, Moses und
Aron, La memoria dell’offesa, Ellis Island, Jeanne d’Arc a bûcher, Re Ruggero,
Lo Schiaccianoci. Alcuni componenti del coro, inoltre, cantano quali solisti
nel corso delle stagioni liriche del Massimo in opere quali Wozzeck, Fedora, Tosca, Macbeth.
Pur con il naturale ricambio dovuto alla maturazione vocale
dei ragazzi, il giovane Coro acquisisce, nel corso degli anni, un suo
repertorio ed amplia la sua produzione: Pollicino
di W.Henze, A Ceremony of Carols di
B.Britten Hansel e Gretel di Humperndick, La crociata dei fanciulli di Marco Baliani su musiche di Goran
Bregovic, Una favola per caso di
Gregoretti-Sani.
Il Coro di Voci Bianche del Teatro Massimo di Palermo,
diretto attualmente da Salvatore Punturo, si compone di 58 elementi ed è ormai
un patrimonio artistico della Fondazione di cui ha tenuto conto il Consiglio di
Amministrazione che lo ha istituzionalizzato nell’aprile 1999 insieme ai
Piccoli Danzatori per darne certezza, regolamentazione e configurazioni precise
nell’ambito dei complessi artistici del Massimo.