Un'onda di speranza. Tsunami, un anno dopo
La Triennale, Milano, 23 novembre - 18 dicembre 2005
Sotto il tunnel
Si passa sotto un tunnel di materiale trasparente (alto tre
metri e lungo tredici) che funge da portafotografie.
Ma parlare di portafotografie può suonare irriverente, ove
l'oggetto ci rimandi agli affetti familiari o ai momenti clou della nostra vita
che siamo felicemente riusciti ad immortalare in scatti i quali ora,
incorniciati, conserviamo con gelosa cura sul comodino o sulla scrivania o su un
mobile del salotto. Irriverente perché le immagini offerte nella rassegna
fotografica ospitata presso il palazzo della Triennale non sono quelle d'un
felice album di famiglia, ma quelle che testimoniano la tragedia dello Tsunami.
La mostra si apre infatti con una descrizione dell'"onda maledetta",
che ha - nel suo realismo - la durezza della selce:
"26 dicembre 2004 ore 7.58 (1.58 ora italiana) Un
evento sismico catastrofico ha colpito al largo della costa nord-occidentale di
Sumatra (Indonesia) con un'intensità del 9° grado della scala Richter. Il sisma
ha scatenato l'onda anomala più distruttiva a memoria di scienziato. Un muro
d'acqua alto come 3 piani di un edificio ha viaggiato a 700 chilometri all'ora
per sei fusi orari travolgendo tutto ciò che ha incontrato sulla sua
strada."
Confesso che (i motivi sono ovvi) non è stata serena la mia
sosta sotto il tunnel, mentre fruivo delle immagini scattate da giornalisti e
da volontari delle tre associazioni particolarmente attive nei territori
colpiti dallo tsunami: CESVI, P.I.M.E. e UNHCR; o mentre guardavo i filmati
tratti da speciali televisivi realizzati dagli inviati delle redazioni dei tre
Tg Mediaset.
Eppure la mostra ha un titolo quanto mai significativo:
"Un'onda di speranza. Tsunami un anno dopo".
Speranza come solidarietà, solidarietà come lavoro concreto
dell'uomo per l'uomo. All'uomo colpito dalla tragica forza della natura, l'uomo
"incolume" ha opposto la propria forza positiva: quella del sostegno,
della fratellanza, della condivisione, del disinteresse. In una parola: la
forza dell'amore. Scopo della mostra, infatti, è fare il punto della situazione
sull'impegno che, in un anno dalla tragedia, è stato rivolto alle popolazioni
colpite dallo tsunami che ha sconvolto il sud est asiatico, attraverso l'opera
di ricostruzione attuata dalle tre associazioni citate, grazie ai fondi
raccolti attraverso le iniziative promosse da Mediafriends, la Onlus costituita
da Mediaset, Medusa e Mondadori.
Le tre associazioni impegnate
CESVI, cioè Cooperazione E SVIluppo, è un'organizzazione
fondata a Bergamo nel 1985, umanitaria laica e indipendente. Oltre a portare
avanti progetti di lotta alla povertà, opera in tutti i continenti per
ricostruire la società all'indomani di calamità e di guerre.
Il P.I.M.E. è il Pontificio Istituto per le Missioni Estere,
costituito nel 1850 a Milano su iniziativa di un gruppo di sacerdoti guidati
dall'allora vescovo di Pavia, Monsignor Ramazzotti. Questo Istituto è presente
anche in India, grazie ad undici missionari là giunti nel 1855. Gli attuali
missionari del P.I.M.E. in India lavorano negli stati dell'Andhra Pradesh,
Maharastra e Tamil Nadu.
L'UNHCR, istituito dall'ONU nel 1951, attualmente si occupa
di circa 20 milioni di persone in oltre cento paesi del mondo. Nel 1954 e nel
1981 l'Agenzia ricevette due Premi Nobel per la Pace grazie alla propria
attività.
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