Le
"Méthamorphoses" di Georges Braque
Museo Fondazione Luciana Matalon, Milano - 24 ottobre 2005
L'ultimo Braque in mostra. 1
Le tappe del percorso artistico di
Georges Braque. 1
Le opere esposte. 2
Una mostra particolare, quella curata da Armand Israël, che si terrà fino al 26 novembre
presso il Museo Fondazione Luciana Matalon di Milano. Particolare perché si
concentra sul Braque dell'ultimo periodo: il Braque delle
"Métamorphoses".
Promosso dal Museo Fondazione Luciana Matalon e patrocinato
dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, dalla Regione Lombardia, dal
Consolato Generale di Francia e dal Centre Culturel Français de Milan, l'evento
è un particolare motivo di vanto per il Museo, soprattutto tenendo conto del
fatto che il creatore del cubismo nonché amico di Picasso non viene ospitato da
Milano da circa un trentennio.
Chiedo a Pier Luigi Senna, uno degli organizzatori attivi
presso il Museo, quando è nata l'idea di una mostra sul Braque delle
"Métamorphoses". Mi spiega che era stata proposta nella primavera del
2005, mentre al Museo era in corso la rassegna sulle opere appartenenti alla
maturità di Fausto Melotti. Arrivata pari pari da Parigi (compresi curatore e
testi riportati nel catalogo edito da Electa), la mostra dovrebbe proseguire
per Dubai, Miami e Barcellona.
L'intenzione dello staff che, presso il Museo, si occupa
delle scelte espositive, continua a spiegarmi Pier Luigi Senna, è quella di dar corso ad almeno un paio di mostre
all'anno, di grosso peso e richiamo, affiancandole da rassegne e/o personali
"minori". Georges Braque ha concreato quell'intenzione e circa
200 opere tra gouaches, sculture, gioielli e arazzi, vengono offerti in
visione gratuita a quanti vogliano accostarsi alla feconda opera del maestro
francese.
È del 1908 la nascita del cubismo, che porterà
all'elaborazione di una nuova concezione dell'arte, scaturita dal sodalizio
artistico con Picasso e dalla comune voglia di sperimentazione.
Georges Braque, introdotto al fauvismo dagli amici pittori
Raoul Dufy e Othon Friesz, manifesta i primi atti della propria creatività
pittorica attraverso opere fauves (1906-1907).
Ma il fauvismo ben presto Braque si rende conto che deve
considerarlo soltanto una tappa: è la pittura di Cézanne che lo fa avvicinare
al cubismo (1908-1923). Si apre dunque il periodo cubista di Braque: cubismo
analitico in una prima fase (ricomposizione dell'oggetto attraverso l'uso di
piani diversi e di sfaccettature geometriche), cubismo sintetico in una seconda
fase (mescolamento di elementi assolutamente differenti in una stessa opera: ad
esempio elementi astratti in un quadro figurativo e viceversa).
E dopo il cubismo Braque approda al cosiddetto periodo
tematico (1923-1961), in cui la sua creatività tocca l'apice.
Infine, ecco il periodo delle "Metamorfosi"
(1961-1963, anno della morte). Nel 1961, malato, Braque chiede al maestro
gioielliere ed amico, barone Heger De Loewenfeld, di aiutarlo a compiere ciò
che non ha più né il tempo né la forza di realizzare. Braque comincia a
sintetizzare le sue opere maggiori, per renderle adatte ad una riproduzione
tridimensionale, realizzando centodieci gouaches, su ognuna delle quali
scrive: "Autorizzo M. H. Heger de Loewenfeld a riprodurre la presente
opera", apponendovi la sua firma. Il contratto siglato tra i due prevede
l'esecuzione di lavori straordinari come i gioielli, le sculture, le incisioni
e gli arazzi.
La maggior parte di queste creazioni sono presentate per la
prima volta al Musée des Arts Décoratifs al Palais du Louvre nel 1963, su
richiesta dell'allora ministro alla cultura André Malraux. Braque diventerà
così il primo pittore a vedere, ancora in vita, le sue opere esposte nel più
importante museo francese.
Néoglaucos
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Delle opere esposte, tra i pezzi più degni di nota è
l’unicum Néoglaucos (ottone dorato e
ametiste), 140 x 50 centimetri e 50 chilogrammi di peso. Con il colore
dell’ametista Braque sembra aggiungere un ulteriore colore ai fondali e alle
acque marine, mentre con la coda dorata impreziosisce il guizzo del pesce,
rendendo nel contempo più leggiadro il nuoto di questo novello Glauco
dall’occhio particolarmente vivo grazie allo smeraldo di cui è composto. Non
solo. La giustapposizione di due materiali diversi come i minerali (a formare
il corpo del pesce) e l’oro (la coda) ‑ che danno l'impressione di
cedere-non cedere uno all'altro ‑ pare voglia ricordare la metamorfosi di
Glauco da pescatore a pesce.
Il tema ittico ricorre, nell’ultimo periodo dell’universo
braquiano: si vedano ad esempio un altro unicum, la scultura Hipponos; l’acquatinta Poissons dans un aquarium; l’orologio Hylas ‑ anch'esso esemplare unico ‑
in argento placcato oro.
Il tema citato a volte s'intreccia con quello mitologico:
basti pensare alla litografia Nérée,
dove viene presentato il figlio d’Oceano, abitante degli abissi marini e padre
delle Nereidi che nuotavano gaiamente attorno al carro di Nettuno.
Un altro tema trattato insistentemente da Braque nel periodo
delle "Métamorphoses" è quello degli uccelli, la cui presenza
interessa un terzo delle gouaches prodotte. Ad essi si annette un
significato simbolico: gli uccelli ‑ abbandonando la terra ‑ si
lanciano nello spazio vuoto, per popolare quel cielo che Braque presto sa dovrà
raggiungere. Per citare alcune delle opere: Pélias et Nélée, Phaéton, Délos,
Scamandre, Thitonos.
Infine voglio menzionare l'omaggio indirizzato a Braque da
Gianni Tolentino: un vestito muliebre ispirato all’opera del maestro francese
ed elegantemente esposto al primo piano del Museo Fondazione Luciana Matalon.