Ho visitato una fattoria moderna, 1985
Si
sente spesso parlare di fattorie moderne; tanta gente ne avrà letto; poca forse
avrà potuto visitarne una con l'aiuto di un proprietario-conduttore assai
competente e squisitamente disponibile.
Io mi sono arricchita di
tele esperienza e vorrei farne partecipi altri.
Parlo de Le Balestre : un nome un po' strano per una
tenuta. Un tizio che dovesse battezzare una fattoria penserebbe immediatamente
poniamo a "Le Betulle", "Il Pioppeto", "Il
Rifugio" e a cento altre denominazioni che, con
la terra, banalmente magari, abbiano qualcosa a che
vedere. Oppure, consuetudine più diffusa nella zona, senza incomodare troppo la
fantasia, si dava alle cascine il nome del proprietario declinato al femminile.
Esempio: Scovoli = Scovola; Prandoni
= Prandona e così via.
Evidentemente chi scelse
Le Balestre, chissà quanti decenni
fa, senza seguire né l'uno né l'altro criterio, avrà avuto le sue buone
ragioni.
E tanto basta.
Una estensione di duecento piò di suolo frugifero
come pochi, nella Bassa bresciana, corrispondenti ad
una settantina circa di ettari.
Piò è una misura agraria prettamente zonale che ha
le origini piantate chissà dove. Al suo sorgere designava la superficie di
terreno che poteva essere arata da una coppia di buoi, dall'alba al tramonto;
probabilmente il nome della misura agraria è derivato dal nome dialettale
dell'aratro, appunto piò. Come abbiamo visto esso corrisponde ad un terzo di
ettaro.
Per me è una specie
d'impatto questa visita. I miei ricordi sono legati ad un'agricoltura poco più
che primitiva dove la macchina, nelle piccole conduzioni almeno, era ancora di
là da venire.
Qui a Le Balestre invece la macchina ha quasi soppiantato l'uomo.
Intanto il proprietario
mi spiega:
- Alleviamo dodicimila pulcini, ottocento
suini, centocinquanta bovini con due tori in proprio, ma le mucche vengono fecondate artificialmente per la maggior parte e,
come curiosità, preciserò che ogni fiala di seme costa sulle venticinquemila
lire pur senza garanzia di riuscita. Le "cilecche" sono tutt'altro
che infrequenti.
- Quanti uomini lavorano
alla fattoria? -
- Quattro. Mezzo secolo
fa un'azienda di queste proporzioni ne avrebbe impiegato cento. Un rapporto
sbalorditivo come si vede: uno a venticinque. -
- Mi dica: che cosa
ospita quell'enorme capannone? -
- Lo può visitare se
vuole. Comunque è la rimessa delle macchine agricole. -
- Ma mi sembra
esageratamente grande. -
- Be',
deve sapere che i trattori hanno le ruote alte un metro e mezzo; poi ci sono
tutte le altre macchine, dallo spargiletame al resto.: un totale di tredici. -
- E la costruzione di
fianco? -
- È il pozzo che
fornisce l'acqua per l'irrigazione e per tutti gli altri bisogni. È di nostra
proprietà. Oramai ogni grande azienda ne possiede uno. La falda acquifera che
dà vita al pozzo ha la profondità di settanta metri circa. C'è anche un
fontanile da cui, fino a tre o quattro anni fa, si poteva bere tranquillamente
l'acqua; ora non più perché i diserbanti hanno inquinato il suolo fino a
parecchi metri di profondità. -
- Se ne usano molti di
diserbanti? -
- Sì, ed ogni tipo di
erba indesiderata ha il suo specifico che agisce solo contro di essa rispettando tutte le altre. -
- Possiamo vedere i
pulcini? -
- Venga. Questi che vede
così piccoli fra quindici giorni potranno essere cucinati. Come vede hanno il
letto di trucioli; e poi guardi quelle specie di recipienti che pendono dal
soffitto fino ad altezza d'animale: sono abbeveratoi che vengono
mantenuti pieni d'acqua costantemente da un impianto di tubature. Il becchime è
chimico e contiene tutto quanto occorre, vitamine comprese, per una crescita
veloce. -
- Incredibile,
affascinante e sconvolgente insieme... Ma cos'è questo
rumore assordante? Sembrano tanti maiali assieme che vengono
sgozzati. Mi fanno raggricciare la pelle. -
- Sì, sono proprio
maiali, nel capannone qui accanto, ma non vengono
sgozzati (lo saranno domani). Hanno fame e, avendo riconosciuto la mia voce,
reclamano il cibo. Essi stanno in due capannoni, divisi per età. Se le
interessa glieli mostro. -
- Volentieri, anche se
sono vegetariana, ma solo per quello che mi consente il mio stato di salute,
purtroppo. -
- Io sinceramente non mi
pongo il problema: non potrei. Comunque è fortunata perché può assistere alla
distribuzione del cibo. Affare di secondi: si gira questa manovella che fa
aprire una serie di contenitori, uno per ogni recinto (ospitante venti bestie),
i quali lasciano cadere una pioggia di pasticche.
Osservi con che furia le assalteranno. Invece questa cannula che vede a pochi
centimetri dal suolo fornisce l'acqua per il lavaggio di ogni stallo. L'addetto
dovrà fare solo un giro di controllo per accertarsi che ogni animale si nutra a dovere. E per finire, andiamo a dare un'occhiata
alle mucche. -
- E come no... anche se
mi piacerebbe tanto poter non pensare al destino di quelle migliaia e migliaia
di pulcini e di maiali. -
- Purtroppo è così e non
sarà lei a cambiare il mondo. Venga. Ecco, questo è il capannone delle mucche;
è lungo ottanta metri e largo nove con due grandi
entrate, una ad ogni estremità. Vitelli e tori hanno alloggi separati. -
- Santo cielo!, non avrei mai pensato che si potesse arrivare a questo.
Io sono ferma alle cascine e cascinette, magari con
una famiglia di otto persone che campava su quattro o cinque piò di terreno,
una mucca, un asino e dieci galline, strappando la
vita ogni giorno con le unghie e coi denti. -
- Be',
io non posso dire di avere conosciuto ristrettezze; mai, per fortuna, comunque
capisco che cosa intende. Ma perché dobbiamo rattristarci con foschi pensieri?
Proseguiamo nella nostra visita. Nel senso della lunghezza questo capannone è
stato diviso in tre parti: una serve di deposito per
le balle di fieno (queste sono cilindriche con il diametro superiore
all'altezza, ma ce ne sono di altre forme); la larga striscia su cui stiamo
camminando serve per le manovre necessarie al mantenimento dell'insieme. Guardi
adesso alla sua sinistra. Visto che mi ha parlato di vecchia agricoltura si
ricorderà come erano strutturate le stalle di allora.
-
- Perfettamente: i
bovini erano legati con il muso verso la greppia o mangiatoia che dir si
voglia, la quale aderiva in modo totale alla parete della stalla; nella maggior
parte dei casi, anzi, era una sporgenza incavata, di cemento che ne faceva
corpo unico. Nelle stalle piccole la parete era sempre quella fronteggiante
l'entrata. Qui invece noto che ogni mucca è chiusa in un proprio recinto a
sbarre larghe, uno di fianco all'altro, ed ha il muso rivolto verso di noi. -
- E come può vedere
altrettanto bene la mangiatoia è a livello di pavimento. L'animale vi arriva
agevolmente sporgendo il muso dalle sbarre. -
- E i rifiuti corporali
di queste mucche? -
- Quelli vengono convogliati meccanicamente in un'enorme concimaia
annessa al capannone che vedrà appena usciamo; sempre meccanicamente, in
seguito, vengono aspirati e poi sparsi nei campi, ricorda lo spargiletame?, che necessitano di concime. -
- E per la mungitura
invece come si procede? -
- Le mostro anche
questo. La costruzione che serve a tale bisogna è subito in fondo al capannone,
appena prima dell'uscita, ricavata in un angolo del capannone stesso. Eccoci arrivati. Le faccio notare, per prima cosa,
l'avvallamento dove si piazza il mungitore dopo aver fatto la doccia, collocata
assieme ai servizi igienici, in uno stanzino qui accanto che vedrà poi. La
mucca viene sospinta in questa gabbia chiusa solo per
tre lati, detta a spina di pesce. La differenza di livello tra mucca e
mungitore è studiata in modo che quest'ultimo riesca a compiere tutte le azioni
necessarie con spreco minimo di energia. -
- Ora sono curiosa di
vedere come funziona la mungitura elettrica. -
- Per
tale operazione si procede in questo modo: dapprima l'addetto con una bocchetta
mobile d'acqua a trenta gradi centigradi passa il seno vaccino, sia per
ammorbidirlo sia per pulirlo, dopo di che applica la mungitrice elettrica, sa
bene: un manicotto per ogni mammella. Il latte finirà così in un contenitore graduato e trasparente, che si
collega per mezzo di tubature ad un filtro. Una volta che il contenitore è
pieno il suo contenuto, attraversando appunto il filtro, passa nel frigo.
Quest'ultimo è posto sotto una tettoia esterna al capannone che vedrà quando usciremo. Ogni mattina il camion di una nota
ditta milanese che produce latticini passa a ritirare
il latte: dal frigo al camion-cisterna direttamente. Ed eccoci
all'aperto. Questo è il frigo di cui le ho testé parlato. -
- Sì, eccoci all'aperto, in piena campagna. Il verde è
bellissimo, ma a perdita d'occhio non vedo che mais e trifoglio ladino. Non si
coltiva altro? -
- No, solo questo:
foraggio e mais perché ormai l'agricoltura è a carattere intensivo. -
L'intervista è finita,
ma quante domande ancora, quante considerazioni sono sospese nella mia testa!
In silenzio ci
incamminiamo verso la villa padronale, dove gentilmente il proprietario mi ha
invitato per un aperitivo. È questa una costruzione ristrutturata da poco, con
gusto indiscutibile ed una sobria eleganza che sprigiona nobiltà.
Ad un tratto una rondine
(ne osservo parecchie saettanti in voli radenti, con sommo piacere) fa per
entrare nella rimessa delle macchine agricole che stiamo rasentando, ma subito
si accorge di noi e vira iniziando un girotondo frenetico di svolazzi
punteggiato da un lieve garrire. Finalmente si posa su una sporgenza appena
sotto il tetto di lamiera facendo girare il capino a
destra e a sinistra.
- Ha visto quella
rondine? Sono così addomesticate? - chiedo intenerita.
- Sì, ce ne sono tante
da noi e si sono abituate alla nostra presenza. Probabilmente quella ha capito
che lei non fa parte della fattoria e non vuole tradire la presenza del nido.
Alcune lo costruiscono nella rimessa, altre nel capannone delle mucche. -
- È meraviglioso. In
città purtroppo da molto tempo non possiamo più bearci di questi spettacoli. -
Sempre pensando alla rondine
gusto l'aperitivo assieme alle cordiali moglie e madre
del proprietario quindi mi congedo tenendo stretti i fogli con domande e
risposte.
Salgo sulla mia vecchia
utilitaria e ingrano la marcia accorgendomi che un demonietto
di pensiero ha scacciato quello innocente della rondine: tutto a regola d'arte
per quanto riguarda l'igiene della mungitura... ma
quei mungitori, chi li costringe a pulirsi così bene prim di avvicinarsi alle
mucche? Ma questo è un demonietto di pensiero
impertinente; anche tralasciandolo sono convinta di aver raccolto materiale
sufficiente per moltissime considerazioni e riflessioni.