Ignoto-noto

A Renzo Barsacchi e a Francesco Gambicorti

Mai

avrei immaginato

d'incontrarti nelle parole di Francesco.

Tu che spesso

ti narravi solitario

con la parola che ormeggia dolori

agli scogli.

Mai avrei pensato

che la tua presenza ignota-nota

m'avrebbe scavato

con sacra intensità

un'attenzione per quel tuo annaspare

gridato e così muto,

accasciato d'ogni certezza, d'ogni incertezza.

 

Alla chiesa delle Grottine

Francesco mi condusse

per dirmi di te,

che ti chiudevi dentro

coi tuoi versi.

Non eri ancora là per me

quando ci entrai,

ché non ti conoscevo,

eppure

c'eri già.

 

Ora

non è più la stessa cosa. Ora

che ti ho letto

e m'ha colto il desiderio struggente

d'averti accanto

per guardare le tue mani alla deriva

e sostare nella febbre dei fiumi in piena – gli occhi tuoi.

 

Continuo,

nei tuoi versi,

a cercare un altrove

che mai è stato mio,

un senso che capisca perché tanto dolore.

 

Nei tuoi versi

rinuncio

a far valere la mia sillaba precisa.

Solo slancio, immotivato forse

soltanto nostalgia

di non averti conosciuto

nella vita che ci accomuna

al senso del dolore.

Oltre di Gloria Chiappani Rodichevski.